“Rienzo”, lo storico pescatore di polipi e seppie del Borgo e antenato dell’antica famiglia Mellusi

Il buon Cesare Mellusi, simpatico personaggio-fotografo per passione delle albe e dei tramonti ischitani, ma anche della Ischia bella, come lui giustamente la definisce, con i suoi “soggetti”, per lo più di Ischia Ponte, della sua architettura con i caratteristici vicoli, i portoni, i balconi e le finestre fiorite, le spiagge, le barche e naturalmente i pescatori con quei volti rugosi che richiamano alle fatiche del mestiere, forse non sa che un suo antenato, fra il ‘700 e ‘800, è stato un famoso pescatore di polipi del vecchio Borgo di Celsa. Si chiamava Lorenzo Mellusi, ma per gli amici e familiari, solo Rienzo, così come anche suo figlio e suo nipote, ossia il bisnonno di Cesare. I buoni ricordi dell’antica pesca dei polipi e delle seppie a Ischia risalgono a quella data , avendo per protagonista uno storico pescatore dei preziosi molluschi, quel Lorenzo Mellusi che nel Borgo di Celsa tutti chiamavano Rienzo. Suo nonno, fra il ‘700 e ‘800 anch’ egli di nome Lorenzo e quindi Rienzo, era il pescatore di origini della famiglia Mellusi, padre di 10 figli quasi tutti dediti al lavoro della terra tra Soronzano e Campagnano e soprattutto produttori chi di vino da esportazione e chi di frutta e ortaggi portati per la vendita ai vari mercati ortofrutticolo di Ischia, Casamicciola e Forio. Nonno Rienzo era considerato dai suoi colleghi e dalla gente del Borgo, il pescatore di polipi e seppie più esperto operante nella Baia di Cartaromana fra il Castello Aragonese, gli scogli di S. Anna e la Punta della Pisciazza. Solo qualche santangiolese forse lo affiancava, ma mai lo superava. Possedeva un gozzo di 5 metri circa, di colore grigio chiaro con l’intera e spessa bordatura, da poppa a prua, tutta rossa, un capace tridente chiamato in gergo ”lanzaturo” e un “secchio” di rovere con il fondo a specchio per scrutare il fondale marino. Attrezzature semplici ma fondamentali in dotazione, per uscire in mare e per andare incontro a polipi, seppie ed altro tipo di pesce a tiro, e fare buona pesca tutti i giorni, per la quale si sentiva specializzato. Rienzo junior, più conosciuto di ultima memoria, sulla scia di suo nonno si seppe conquistare maggiore popolarità facendo suoi, in lungo ed in largo, i tratti di mare, specie sotto costa, che furono battuti dal vecchio congiunto, avendo per base di approdo e partenza la vecchia spiaggetta della Corteglia, alla estremità dell’attuale Piazzale delle Alghe a Ischia Ponte. Rienzo, personaggio dal fisico minuto ed incallito con immancabile pipa accesa in bocca e copricapo d’epoca paesana in testa, il suo gozzo con gli attrezzi per la pesca simili a quelli di suo nonno, lo aveva solitamente ancorato ad un largo scoglio davanti alla spiaggetta. Quello scoglio chiamato “ ‘A Prete ‘e Rienz” esiste ancora ed è lo stesso sul quale si appoggia il molo dei barcaioli che trasportano oggi i turisti a Cartaromana e ad altri luoghi della zona. Lo storico scoglio è stato menzionato in alcune guide e libri su Ischia da Vincenzo Mirabella (1953), da Giovan Giuseppe Cervera (1957) e da Antonio Lubrano (1964) in una poesia pubblicata sulla rivista Dialetti D’Italia a cui vi collaborava anche lo storico sindaco d’Ischia Vincenzo Telese.

michelelubrano@yahoo.it

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