CULTURA & SOCIETA'

Riecco la festa mare agli scogli di Sant’Anna 2024 con la sua storia, tradizioni e innovazioni. Con quattro “ruoti” di parmigiana lo chef Bruno Barbieri celebrerà la gustosa pietanza simbolo della festa

Il commento dell'artista isolana Ylenia Pilato, fan dello chef Bruno Barbieri: “Grazie al lavoro del sindaco Enzo Ferrandino  e dell'amministrazione comunale abbiamo l'onore immenso di accogliere nuovamente sull'isola d'Ischia, dopo il successo dell'evento 4 hotel che portò alla vittoria dell'hotel Casa Celestino a Sant’Angelo, lo chef Bruno Barbieri. Un viaggiatore del mondo, con il suo stile distinto, sofisticato e signorile, bruno la cui avventura culinaria è iniziata con una telefonata a Masterchef, ha avuto una grande notorietà. Sono contenta di vederlo come special guest della serata dedicata alla festa di Sant'Anna”

I Faraoni dell’antico Egitto di fronte ad una decisione importante pronunciavano decisi la storica e lapidale frase “Così sia scritto, così sia fatto”. Ed è quello che ha fatto e scritto, mettendosi sulla stessa lunghezza d’onda dei regnanti della terra di Cleopatra, anche il Sindaco di Ischia Enzo Ferrandino sul muovo Poster-Manifesto con cui ha annunciato ufficialmente il programma della Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna di quest’ anno 2024, lasciando perdere le edizioni numerate risultate per calcoli errati palesemente sballate. Tutto ha un’origine, così anche la Festa di S.Anna. Se avessimo una macchina del tempo per andare a ritroso di centinaia di anni fa, potremmo vedere sul ponticello di Ischia Ponte un gruppo di donne che salgono su barchette di legno con festoni di fiori e frutta per raggiungere la chiesetta di Sant’Anna sulla costa di Cartaromana.

CHEF BRUNO BARBIERI

Sono le donne ischitane devote alla Madre di Maria, che ogni anno, il 26 luglio, onorano la Santa protettrice delle partorienti e delle madri con una messa a cui segue un buon pranzo. Ed infatti nelle ceste che imbarcano con sé sulle barchette ci sono fiaschi di vino biondo, cocomeri, pane ed il piatto forte della festa: la parmigiana di melanzane.  Piatto assoluto, la parmigiana di melanzane, data la sua generosa consistenza; bontà strappa- applausi da consumare in estate, quando è il tempo delle dolci melanzane, ortaggio coltivato nelle fertili campagne ischitane che spicca tra la terra per la sua buccia nerissima e lucente, che inghiotte i raggi di sole trasformandoli in una polpa tenera e dolcissima. La melanzana è protagonista nella cucina ischitana di decine di ricette, almeno da mille anni, dal tempo in cui cioè giunse nel meridione di Italia dal Nord Africa e dalla Mesopotamia insieme ad una sporta di altre bonta’ musulmane. Un ortaggio da cucinare in mille maniere, anche se non c’è chi non dica che le vette culinarie della melanzana o mulignana come viene chiamata ad Ischia, si raggiungono soprattutto trasformandola in parmigiana. Sull’origine della ricetta dobbiamo ancora una volta guardare al Medioevo quando nelle cucine europee furono sfornati tanti tipi di torta, con crosta di pane, farcita dalle più varie componenti fritte. È quindi sulle mense dei contadini che fa la sua comparsa la parmigiana di melanzane, intorno al XV secolo, quando cioè anche  gli agricoltori dell’Italia del sud impararono a coltivare, e ad amare, quella pianta, ghiotta di sole, dai bei fiori viola e bianchi. Venendo in vacanza ad Ischia e intraprendendo un inderogabile itinerario del gusto alla tavola del sole, non deve mancare nella tassonomia dei sapori pitecusani una bella fetta di parmigiana di melanzane, magari nel giorno che la consacra piatto di Sant’Anna, il 26 luglio, su una barca in rada mentre si assiste alla sfilata dei barconi allegorici, in attesa dei fuochi d’artificio che illumineranno quella notte che la ” parmigiana di mulignane” ha già provveduto a rendere memorabile.

MARTA VIOLA

Sarà il noto chef stellato Bruno Barbieri, nella veste di special guest, la novità dell’imminente edizione della Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna.  Gli studenti del Telese di Ischia si cimenteranno nella preparazione di quattro diverse varianti del piatto forte della festa di Sant’Anna, la parmigiana di melanzane, con il supporto,  la supervisione e il ” giudizio” di Bruno Barbieri. Nato a Medicina nel 1962, il padre viveva in Spagna per lavoro, la madre a Bologna.  Cresciuto con i nonni, la sua passione per la cucina è nata in quegli anni stupendi, così legati alla terra, ai suoi ritmi e alle sue stagioni. Il viaggio è sempre stato una costante della vita dello chef Bruno Barbieri. Lo si potrebbe definire un esploratore del gusto. La sua carriera è iniziata prima alla locanda Solarola, a Castelguelfo, poi ad Argenta, con l’apertura del ristorante il Trigabolo. La sua carriera è stata ricca di soddisfazioni e di riconoscimenti. La più importante è la stella Michelin. Ne ha ricevute sette nel corso di 40 anni, unico in Italia. Si è espressa così l’artista Ylenia Pilato, fan dello chef: grazie al lavoro del Sindaco Enzo Ferrandino  e dell’amministrazione comunale abbiamo l’onore immenso di accogliere nuovamente sull’isola d’Ischia, dopo il successo dell’evento 4 Hotel che portò alla vittoria dell’Hotel Casa Celestino a Sant’Angelo, lo chef Bruno Barbieri. Un viaggiatore del mondo, con il suo stile distinto, sofisticato e signorile, Bruno la cui avventura culinaria è iniziata con una telefonata a MasterChef, ha avuto una grande notorietà. Sono contenta di vederlo come special guest della serata dedicata alla festa di Sant’Anna.  Seguo con piacere le sue ricette.I suoi piatti parlano di lui, della sua anima, delle sue emozioni. Rispecchiano la sua visione del mondo e i suoi sentimenti.Con i suoi road show culinari, ci ha dato la conferma che il nostro è un paese ricco di talenti, di storie, di passioni. La sua presenza andrà ad accrescere la notorietà della festa di Sant’Anna e anche di tutta l’isola d’Ischia. 

BARCA ALLEGORICA SIMBOLO DELLA FESTA DI S.ANNA DATATA 1955 PROCESSIONE DI S.ANNA DI VINCENZO FUNICIELLO PRIMO PREMIO DI QUELL’ANNO

Già la festa a mare agli Scogli di Sant’Anna ha un fascino tutto suo, perché è una manifestazione che non ha eguali al mondo in quanto si avvale di uno scenario che da solo varrebbe la pena di vivere sempre. Questo spiega anche il numero incredibile di persone e turisti che accorrono curiosi per ammirare lo spettacolo. Questa festa ha preservato il suo fascino nel tempo, l’atmosfera generata in particolare dal Castello che si incendia e i fuochi a mezzanotte la rendono una manifestazione unica. Sono certa che questa edizione anno solare 2024 sarà ancora di più memorabile. Fedele alle tradizioni, ma anche con uno sguardo proiettato verso la contemporaneità”, ha dichiarato l’artista Ylenia. Un passo indietro lo dobbiamo fare. I primi anni della Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna, dal 1932 al 1940, hanno rappresentato per quegli infaticabili giovani dell’epoca, che, in più di una occasione abbiamo definito eroi, la prima dimostrazione di come si potesse organizzare una festa popolare a mare, dal niente senza mezzi, ispirandosi al fascino ed alla storia dei luoghi. La storia tramandava il rito della processione delle partorienti fin sotto la chiesetta di Sant’Anna e la Torre di Michelangelo. Ed a quel rito essi si attennero trasformandolo in festa di gozzi addobbati con palloncini colorati ed illuminati al proprio interno con semplici candele, canne fogliate e tanta allegria a bordo di famiglie al completo pronte a consumare il pranzo in onore della Santa che molto avevano pregato. Non c’erano barche addobbate per sfilare, nè premi da consegnare. Le uniche barche addobbate, erano quei gozzi meglio bardati a festa e con orchestrine improvvisate. Essi sostavano nel fiabesco specchio d’acqua aragonese illuminato da tante fiammelle e piccoli fugarazzi sistemati da quei giovani eroi di cui abbiamo parlato prima, sugli scogli di Sant’Anna, sugli spalti del Castello e sulla scogliera lungo il muraglione delle alghe. Quella era la Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna bella e povera degli anni ’30 che ha dato avvio alla storia vera e propria della festa. La sua ripresa nel 1952 apre un nuovo e diverso capitolo. Buona parte di quei giovani del decennio precedente sopravvivendo alla guerra e diventando più adulta organizza la prima edizione della ripresa, poi la seconda, la terza,la quarta, la quinta, via via fino a quella odierna, lasciando per strada, trionfi, sconfitte, polemiche, mortalità naturali, defezioni, tanto tanto lavoro dovuto alla passione degli irriducibili che nell’arco di 92 anni fino a oggi non si sono mai estinti, sostituendosi nel tempo gli uni con gli altri, con le interruzion purtroppo dovute alla guerra ed al recente covid, e garantendo l’esistenza di una festa che più di una volta è stata in pericolo di vita, ma che alla fine, non è mai morta.

CONIGLIO ALLA CACCIATORE ALL’ìISCHITANA

Questa Festa, che mescolando il nuovo e l’antico, la si vorrebbe portare più ai tempi in cui si sciorinavano i panni sotto i fontanini pubblici e meno al tempo moderno corrente, dove invece si fa uso della comoda lavatrice, ha avuto i suoi grandi protagonisti, anno per anno, dagli anni ’50 ad oggi. Ci riferiamo agli instancabili creatori e costruttori delle barche allegoriche, artisti e artigiani di valore, poeti e pittori che ispirandosi ai temi dell’anima e del pensiero nel rapporto stretto con la natura, i costumi, le usanze, il folklore e la cultura in generale della propria terra, hanno realizzato capolavori di barche addobbate presentate in grandi edizioni passate della Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna. Altro che Vinicio Capossella di qualche anno fa, di Erri De Luca, di Elio Marchegiani e Andrej Longo prestati alla Festa per ragioni di propaganda, non necessaria. Fra i giganti ideatori e costruttori delle più belle barche addobbate che sono state ammirate nello straordinario specchio d’acqua aragonese, hanno svettato su tutti. per più edizioni, i mitici Vincenzo Funiciello, artista pittore e fantasista, vincitore di 7 primi premi di fila, Nerone al secolo Giovan Giuseppe Sorrentino, artigiano ebanista di prestigio, Federico e Luigi De Angelis, artisti pittori, Purificato, pittore, Andrea Di Massa intellettuale raffinato ed instancabile esecutore materiale di ogni progetto partorito dalla sua fervida fantasia. Fece in tempo a scrivere, prima di lasciare prematuramente questo mondo, “La Storia delle Barche di Sant’Anna”, un volume prezioso in cui si parla della Festa, degli anni in cui ha avuto realmente luogo, delle interruzioni e dei protagonisti senza trascurare nessun dettaglio fra nomi di persone ed episodi. Poi Antonio Di Scala falegname ingegnoso, Eduardo Canestrini pittore e artista di teatro, Giovanni Conte fantasista e Leone con gli amici della Mandra, Mario Mazzella artista pittore, Luca Mazzella gallerista, i fratelli Raffaele e Carlo Sorrentino, Ciccio Boccanfuso, il gruppo Rotolo-D’Amico-Bondavalli.Baiocco, Mario Gradicelli, Antonio Cutaneo, Getano Maschio, Gino Barbieri da Casamicciola, i gruppi di Barano, di Serrrara Fontana, Forio e Lacco Ameno, quelli di Procida e perfino di Capri, di Viareggio e di Val di Sole. Tutti insieme, specie i primi, vanno ricordati,ad imperitura memoria e merito, gli autentici, i veri giganti della Festa. Di una festa che per non morire, dopo lo stop dei recenti anni 2020 e 2021 oggi edizione del 2024 dei 92 anni solari avrebbe sfidato anche l’impossibile pur di esistere.

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