Ricorso sulle elezioni, adesso è bufera
Il Tar chiamato a decidere sul prosieguo dell’amministrazione Ferrandino, intanto però si muove anche il Prefetto che vuole vederci chiaro su quanto successo nel Comune termale, che era commissariato all’epoca dei fatti contestati. E della vicenda, a stretto giro, potrebbe interessarsi anche la Procura della Repubblica. Intanto…
Il ricorso presentato da Abramo De Siano contro la validità delle elezioni casamicciolesi è un fatto che ha decisamente travalicato i confini della nostra isola. Andando ad interessare anche l’ufficio territoriale di governo, ossia la Prefettura di Napoli, tra l’altro più attenta del solito ai motivi oggetto dell’atto giudiziario dal momento che all’epoca dei fatti contestati il Comune di Casamicciola Terme era amministrato da un commissario prefettizio, la dott.ssa Simonetta Calcaterra. Tutto ruota, così come denunciato dal candidato al consiglio comunale della lista “Per Casamicciola” alle ultime amministrative del 14 e 15 maggio, attorno alla pubblicazione all’albo pretorio on line ed in luoghi pubblici della composizione delle liste elettorali, procedura che secondo le normative vigenti avrebbe dovuto essere espletata entro l’ottavo giorno precedente all’appuntamento con le urne e dunque sabato 6 maggio. Ma questo adempimento sarebbe stato portato a compimento 48 ore dopo, ossia lunedì 8 maggio, andando così a creare le condizioni per consentire ad Abramo De Siano di chiedere al Tar di pronunciarsi in merito accogliendo le sue doglianze. Con gli avvocati Miriam Petrone e Christian Iacono che senza mezzi termini nel ricorso evidenziano che “è, quindi, evidente che la tardiva pubblicazione all’albo pretorio on line dei manifesti elettorali e delle liste dei candidati rappresenti causa di illegittimità di tutti gli atti del procedimento elettorale e, quindi, in via derivata, anche del verbale di proclamazione degli eletti”.
Ora bisogna partire da un problema di fondo che è appunto quello che il problema c’è, e scusate il gioco di parole. Perché qui c’è una questione che va ben oltre quello che i giudici della II Sezione del Tar Campania decideranno il prossimo 30 novembre. Ricorso accolto o non accolto, la verità è che è stato commesso un errore clamoroso, indiscutibile, di certo banale, oseremmo dire imperdonabile. Ed è chiaro che non può non scattare a questo punto la caccia al colpevole o ai colpevoli, che – lo ripetiamo – era gestito da una struttura commissariale prefettizia. Ed è anche per questo che lo stesso Prefetto vuole vederci chiaro e capire come si sia potuta venire a creare una tale situazione che quantomeno va definita (a voler essere generosi) “imbarazzante”. Claudio Palomba si è già attivato per cercare di comprendere dove si sia creata la “falla” e secondo alcune indiscrezioni potrebbe addirittura interessare la Procura della Repubblica. Un’ipotesi, quest’ultima, che a quel punto potrebbe però sollevare anche un altro inquietante interrogativo, legato al fatto che l’errore procedurale commesso potrebbe anche non essere stato dettato semplicemente da dimenticanza o superficialità: ma è chiaro che questa è un’ipotesi che allo stato dell’arte non vogliamo neppure lontanamente prendere in considerazione. Sembrerebbe, ma anche qui rimaniamo nel campo ipotetico, che l’allora commissario prefettizio Simonetta Calcaterra avesse redatto tutti gli atti del caso in tempo utile, ma che poi la pubblicazione all’albo non sia avvenuta entro i tempi previsti. Avrebbe dovuto occuparsene sempre un componente della struttura prefettizia o magari un dipendente comunale che aveva ricevuto apposta delega? Questo è senza dubbio il primo aspetto da chiarire, fermo restando che restiamo dell’idea che a prescindere è stata commessa una leggerezza. Non ci risultano per adesso iniziative da parte degli attuali amministratori del Comune termale, ma non è esclusa nemmeno un’indagine interna per ricostruire al meglio quanto successo.