Rapporti e intrecci “sospetti”, chiesto il trasferimento del giudice Polcari
Una nuova tegola si abbatte sulla giustizia ischitana, che in una relazione del CSM viene addirittura definita “maledizione d’Italia”: il coordinatore della sezione distaccata di tribunale accusato di relazioni “non ortodosse” con l’avvocato Giuseppe Di Meglio e l’ufficiale giudiziario Antimo Puca. Tutti i dettagli della delibera, il 19 maggio la decisione
Un vero e proprio terremoto scuote la Sezione Distaccata di Tribunale di Ischia, che negli ultimi anni evidentemente proprio non riesce a rimanere lontana dai riflettori e per vicende purtroppo tutt’altro che lusinghiere. E stavolta è davvero esplosa la bomba, con il CSM che nella seduta dello scorso 5 maggio ha proposto (se ne discuterà il 19 maggio) “il trasferimento d’ufficio, ai sensi dell’art. 2 del regio decreto n. 511 del 31 maggio 1946, del dott. Eugenio Polcari, attualmente giudice del Tribunale di Napoli, per incompatibilità con l’ufficio di attuale assegnazione e con ogni funzione giudiziaria nel circondario di Napoli”. Una notizia che ha scosso (ma nemmeno troppo, e questo non possiamo fare a meno di sottolinearlo, l’avvocatura isolana, un provvedimento che peraltro viene motivato al termine di un’attività di indagine con motivazioni piuttosto serie, in alcuni casi – laddove confermate, naturalmente – addirittura gravissime. La vicenda in questione si innesca nel luglio dello scorso anno, quando al Consiglio arriva una nota del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, con cui viene comunicata l’iscrizione nel registro degli indagati di Eugenio Polcari, coordinatore della sezione distaccata di Ischia. Per questi motivi venne sentito dal CMS il procuratore Michele Prestipino che riferì in audizione (5 novembre 2020) che il Polcari era iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di abuso d’ufficio e che tutto traeva origine da un esposto a firma del geometra Giovanni Iacono. Un eposto, che ovviamente, veniva acquisito dalla Prima Commissione del Consiglio.
RISTORANTI, STABILIMENTI, SAUNE E SPIAGGE “SENZA PAGARE”
Nell’atto di proposta di trasferimento, a riguardo, si legge quanto segue: “In tale esposto, inviato al Consiglio con lettera raccomandata, erano state segnalate condotte particolari asseritamente tenute dal dr. Polcari presso l’isola di Ischia, quali la frequentazione, anche in compagnia dell’ufficiale giudiziario Antimo Puca, di ristoranti, stabilimenti balneari, saune e spiagge ‘senza pagare’, la ricezione di regalìe, nonché il fatto che il dott. Polcari, ‘sempre senza pagare’, si fosse fatto difendere dall’avv. Giuseppe Di Meglio in due cause davanti al giudice amministrativo e, nonostante ciò, come giudice avesse trattato egualmente le cause patrocinate dall’avv. Di Meglio”. Il Csm avrebbe avuto modo poi di appurare non soltanto che effettivamente Di Meglio avesse difeso il Polcari ma anche che il legale aveva patrocinato in “numerosissimi procedimenti” davanti giudice, addirittura complessivamente 232. Da qui l’immediata apertura di un procedimento per incompatibilità ambientale e/o funzionale”. Di cui, è bene sottolinearlo, fu messo al corrente anche il diretto interessato cui vennero sintetizzate tutte le contestazioni.
IL RACCONTO AL CSM DELLA PRESIDENTE ELISABETTA GARZO
Arriviamo al 3 dicembre 2020 quando viene ascoltata dalla Prima Commissione la dott.ssa Elisabetta Garzo, presidente del Tribunale di Napoli. La stessa spiegò che la realtà ischitana è “particolarmente litigiosa” e che in atto una “grossa conflittualità” che si manifestò anche nell’incontro svoltosi con l’allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (“… ad Ischia la classe forense, particolarmente da un lato l’avvocato Buono, dall’altro l’avvocato Di Meglio, che hanno grande interesse a che la sezione continui a lavorare e poiché le carenze sono tantissime si è chiesto un intervento al ministro Bonafede e c’è stato anche un incontro) prima di sottolineare come a suo avviso la sezione distaccata andasse chiusa. Ma c’è un passaggio che più degli altri manifesterebbe in maniera inequivocabile i rapporti in essere tra una serie di soggetti. In un passaggio della relazione si legge: “La dr.ssa Garzo ha poi riferito un recente episodio ‘molto significativo’ circa i rapporti tra il dott. Polcari e l’avv. Di Meglio; in particolare, il dott. Polcari le chiese un appuntamento perché doveva venire a parlarle insieme con l’ufficiale giudiziario Antimo Puca, a beneficio del quale aveva presentato domanda di trattenimento in servizio anche dopo il pensionamento; a quell’incontro, però, non si presentò il dott. Polcari ma l’avv. Giuseppe Di Meglio, il quale accompagnò il Puca dicendo che il dott. Polcari non sarebbe arrivato; la presenza di tale avvocato al colloquio non era stata preannunziata dal dott. Polcari nel corso della telefonata e lo stesso dott. Polcari non telefonò successivamente per spiegare i motivi della propria assenza; nel corso di quell’incontro, il Puca chiese appunto di poter restare in servizio anche dopo il proprio pensionamento; l’avv. Di Meglio perorò la richiesta del Puca, affermando che il carico di lavoro per gli ufficiali giudiziari era elevato ed il personale era insufficiente”. Insomma un’evoluzione degli eventi ed un modus agendi decisamente insolito, che certamente non poteva passare inosservato. Ma dall’incontro, tanto per essere chiari, emerse anche che un’altra dipendente amministrativa, Rosa Di Maio, continuava a prestare servizio di fatto nell’ufficio “pur essendo andata in pensione e pur non essendo stata autorizzata a rimanere in ufficio”. Una situazione che ad Elisabetta Garzo non venne mai esposta e che per questo motivo fu segnalata al Procuratore della Repubblica di Napoli. Tutto quanto appreso dalla Garzo fu naturalmente trasmesso in una apposita relazione inviata al CSM.
LA CHIUSURA DELLE INDAGINI E LA MEMORIA DIFENSIVA DI POLCARI
L’istruttoria viene a quel punto chiusa, il 16 febbraio Eugenio Polcari viene convocato in audizione ma nel frattempo il 6 febbraio arriva al CSM una memoria difensiva firmata dall’avvocato Saverio Senese. Il legale dapprima spiega che relativamente ai procedimenti oggetto del contendere, nel momento in cui entrò in servizio a Ischia il giudice Polcari revocò i mandati affidati a Giuseppe Di Meglio per conferirli all’avvocato Ferdinando Scotto e sostenendo nel contempo che “le ulteriori propalazioni diffamatorie contenute nell’esposto del geom. Iacono sono del tutto infondate, generiche e del tutto circostanziate, il che rende impossibile articolare un concreto diritto di difesa”. La memoria è corredata da una serie di allegati, tra cui una serie di dichiarazioni rese dall’ufficiale giudiziario Antimo Puca, che ha riferito in quella sede di conoscere il Polcari da quando aveva dieci anni (“… per sostenere le spese universitarie lavoravo come istruttore di tennis e il dott. Polcari che all’epoca era un ragazzino era un mio allievo” confermando l’incontro con il quale insieme a Giuseppe Di Meglio perorò le sue motivazioni nel rientrare in servizio nonostante il maturato pensionamento. Ma ovviamente agli atti ci sono anche i documenti con i quali Polcari certifica di aver nominato Scotto in luogo del Di Meglio in due distinti procedimenti. Non solo, il giudice ha poi aggiunto: “Non frequento nessun ristorante, nessun locale, non faccio movida, non faccio happy hour. Frequento solo la mattina, e non tutti i giorni, il bar per prendere cappuccino e cornetto o con gli amici o con i colleghi quando ci ritroviamo perché abbiamo le medesime giornate di udienza presso la sezione distaccata… non vado da nessuna parte, vivo in una casa minuscola di 60 mq a Barano d’Ischia, ho una vecchia utilitaria e ho una vecchia moto e poi ho la canoa sulla spiaggia”. Poi ha ricordato i suoi trascorsi a Thiene che gli causarono alcune contestazioni.
L’ASSENZA DI IMPARZIALITA’ E INDIPENDENZA LAMENTATA DAL CSM
C’è poi una sezione sui precedenti disciplinari del dott. Polcari, sulla quale glissiamo non riguardando la sua permanenza a Ischia. Nel passaggio successivo si analizzano le motivazioni della richiesta del trasferimento per incompatibilità ambientale ai sensi delle normative vigenti e si specifica che “occorre accertare che si sia venuta a determinare, per il magistrato interessato, una condizione di effettiva impossibilità di svolgere adeguatamente le proprie funzioni giudiziarie con imparzialità ed indipendenza”. E nel paragrafo dedicato alle valutazioni del Consiglio, è scritto in maniera esplicita che lo stesso ritiene “che il complesso degli elementi di prova acquisiti agli atti conduca ad affermare che il dott. Eugenio Polcari non possa più esercitare, in piena indipendenza ed imparzialità, le funzioni giudiziarie di giudice del Tribunale di Napoli”.
L’AFFONDO: LA GIUSTIZIA ISCHITANA MALEDIZIONE D’ITALIA
Ma è in alcuni passaggi particolari che la giustizia ischitana viene praticamente “fucilata”. Nella delibera del CSM si legge ad esempio: “Come riferito dalla dott.ssa Garzo in questo procedimento, e come emerso anche dall’audizione del dott. Polcari, lo stesso dott. Polcari è particolarmente inserito nella realtà sociale ischitana, visto che proprio ad Ischia svolse l’uditorato – nel 1986 e presso l’allora Pretura mandamentale – e considerato soprattutto che il predetto vive ad Ischia e già ci abitava prima di esservi nuovamente destinato come giudice. La realtà ambientale e sociale ischitana è sicuramente peculiare, anzitutto perché si tratta di un’isola, con la conseguente necessitata riduzione e limitatezza degli scambi, della mobilità territoriale e del confronto sociale, specie nella stagione autunnale e nella stagione invernale. Inoltre, come riferito dalla dott.ssa Garzo, la realtà sociale dell’isola d’Ischia è particolarmente litigiosa ed all’interno dello stesso ceto forense c’è una grossa conflittualità”. Ma il passaggio forse più devastante è il seguente: “Concentrandoci poi sulla situazione organizzativa della sezione distaccata del Tribunale, essa si trova ‘in una situazione catastrofica’, così come sottolineato dall’allora presidente reggente del Tribunale di Napoli, dott. Dario Raffone, il quale ha in particolare sottolineato che era stata decisa la chiusura di tale sezione distaccata ma poi ‘la politica, il sistema, le pressioni, anche lecite perché si tratta di un’isola con 65 mila abitanti e 400 avvocati, hanno chiesto ed ottenuto non la riapertura, la sospensione della chiusura’; tuttavia, nel frattempo, ‘tutto il personale era andato via, quindi adesso a Ischia invece che 11 impiegati ci sono 2 impiegati che sono aiutati con un turno mensile di un impiegato che va a turno a Napoli; 1 o 2 con molte difficoltà, perché appena sentono che devono andare ad Ischia si mettono malati eccetera e lo stesso vale anche per i giudici. Quindi Ischia in queste condizioni è un presidio a rischio per la legalità … la maledizione di tutto il Tribunale di Napoli e forse di tutta l’Italia”. Parole, queste ultime, che pesano assolutamente come macigni e non potranno non essere anche nei prossimi giorni oggetto di adeguata riflessione da parte del nostro giornale, che certo approfondirà la questione raccogliendo gli umori degli addetti ai lavori.
Tra l’altro, a voler mettere ulteriormente il dito nella piaga, si precisa pure che “va altresì aggiunto, sempre quanto alla credibilità dell’amministrazione della giustizia sull’isola d’Ischia, che due magistrati professionali che vi sono stati di recente assegnati sono stati sottoposti a procedimento penale ed a misure cautelari di carattere coercitivo (cfr. quanto riferito in proposito dal dott. Raffone); uno di loro è stato poi rimosso dall’ordine giudiziario mentre l’altro è tuttora sospeso dal servizio per ragioni disciplinari”.
I RAPPORTI TRA POLCARI E L’AVVOCATO DI MEGLIO
Quando si fa riferimento ai rapporti tra il giudice Polcari e l’avvocato Giuseppe Di Meglio il problema non è costituito soltanto dall’assistenza legale che il secondo ha prestato al primo. La delibera tra l’altro ricorda che “la particolare contiguità dei rapporti tra il dott. Polcari e l’avv. Di Meglio, già all’epoca della ripresa del servizio ad Ischia da parte del dott. Polcari, emerge poi anche dalle dichiarazioni dell’ufficiale giudiziario Puca, quali raccolte dal difensore del dott. Polcari, secondo cui a metà gennaio 2014 il dott. Polcari, in un contesto pubblico, festeggiò il proprio rientro in servizio e la propria assegnazione presso la sezione distaccata di Ischia proprio con l’avv. Di Meglio nonché con lo stesso Puca, con il quale il dott. Polcari (come da lui stesso riferito) aveva ed ha tuttora stretti e risalenti rapporti di frequentazione”. Si torna anche al già citato incontro tra la presidente Garzo e l’avv. Giuseppe Di Meglio per perorare la causa di Antimo Puca. Su questo aspetto Polcari ha spiegato che la Garzo ha avuto un vuoto di memoria giacchè non fu lui a fissare questo incontro ma un vice pretore onorario ma il CSM ritiene questa versione molto poco credibile. E non a caso si precisa: “il Consiglio concorda con la dott.ssa Garzo quando ha affermato che tale episodio sia ‘molto significativo’. Esso conferma un legame particolare tra il dott. Polcari e l’avv. Di Meglio, e rivela che il dott. Polcari si è reso tramite, nei diretti riguardi della presidente del Tribunale, di un’impropria sovraesposizione dell’avv. Di Meglio, il quale non risulta ricoprire cariche istituzionali e però ha perorato senza averne titolo le ragioni di un ufficiale giudiziario che intendeva restare in servizio anche dopo il pensionamento (‘… era lì a titolo di accompagnatore perché chiaramente interessato. La figura dell’avvocato Di Meglio è quella sempre di un qualcuno, di un legale del Foro, particolarmente interessato a che le attività amministrative, in questo caso l’attività poi di notifiche, possano avere un loro svolgimento’). E tale perorazione è avvenuta tramite la richiesta, a monte, da parte del dott. Polcari, ed in favore proprio del dott. Puca, ufficiale giudiziario in stretti rapporti con il dott. Polcari; rapporti che risultano noti sul territorio, così come riferito nell’esposto in atti”.
L’APPANNAMENTO DELL’IMMAGINE DEL GIUDICE
L’ultima sezione riguarda l’appannamento dell’immagine del giudice Eugenio Polcari, invero molto ampia ed articolata che noi vi riassumiamo con un passaggio che riteniamo abbastanza illuminante: “Le circostanze di fatto rappresentate nel paragrafo E.2) hanno infatti dimostrato l’esistenza di rapporti personali preferenziali e non trasparenti tra il dott. Polcari e l’avv. Giuseppe Di Meglio. Tali rapporti impattano in maniera particolarmente negativa sulla credibilità professionale del dott. Polcari nel territorio in cui amministra la giurisdizione anche in ragione delle caratteristiche di tale territorio, qui ribadite nuovamente: un contesto isolano, con marcata litigiosità sociale, con un foro non propriamente coeso e del quale proprio l’avv. Giuseppe Di Meglio rappresenta un elemento di spicco, tant’è che risulta aver patrocinato davanti al dott. Polcari ben 232 procedimenti. Dunque i rapporti preferenziali e di contiguità personale sono stati intrecciati dal dott. Polcari non con un avvocato tra i tanti che hanno studio in Ischia e patrocinano presso la sezione distaccata (circa 400, a dire del dott. Raffone), bensì con uno dei due principali avvocati dell’isola; un rapporto preferenziale e di contiguità personale intrecciato tra uno dei due giudici civili dell’isola, che su quell’isola vive da tempo ed è molto ben inserito sul territorio, ed uno dei due principali avvocati dell’isola”. Da qui la richiesta di trasferimento, che come detto sarà vagliata il prossimo 19 maggio.