Quello storico 25 giugno del 1612: una sfarzosa festa di nozze nella casa sul mare, oltre 200 invitati e musici di corte al festino della figlia del governatore dell’ isola Orazio Tuttavilla
Antico Borgo di Celsa di Ischia Ponte: storia di una casa-villa-torre sul mare sede ospitale di vescovi e signori del paese per feste estive ed incontri politici con i dignitari fedeli al Re del vicino castello - un antico legame di quattro secoli fra piano liguori e lo “scuopolo” –- oggi il palazzo sul mare con vista castello e punta molino eì di prorieta’ degli eredi Malcovati di Milano
Una importante famiglia di prestigioso lignaggio, nell’epoca d’oro, si e no, aragonese, fu quella di origini francesi Estouteville, il cui nome fu dopo italianizzato in Tuttavilla. I Tuttavilla vennero a Napoli durante il Regno Aragonese, aggregati al Patriziato napoletano nel Seggio di Porto e, dopo la soppressione dei sedili (1800), iscritti nel Libro d’Oro napoletano. Decorati coi titoli di principe di Conca e duca di Calabritto, ricoprirono importanti cariche pubbliche.
Un loro esponete di punta, don Orazio Tuttavilla fu nominato Governatore dell’isola e del Castello. Personaggio riverito nel Borgo, costruì per se e la famiglia la famosa Casa-Torre a mare, detta la casa dello Scuopolo giù allo Stradone di Ischia Ponte, oggi occupata dalla famiglia Malcovati. In quella casa-torre sul mare negli anni ’40 e ’50 hanno abitato le famiglie Romolo al piano di sopra e Cigliano al piano di sotto munito di torretta con discesa a mare. Si racconta di una figlia del governatore Orazio Tuttavilla , Donna Porzia Tuttavilla che andò in sposa a Don Nicola Pappacoda, facoltoso commerciante di vini del casolare di Piano Liguori.La festa di nozze ebbe luogo il 22 giugno dell’anno 1612, il giorno dopo l’ingresso della syagiona estiva, nella Casa dello sul mre con oltre duecento invitati. La tipica festa dei Signori del tempo che richiamavano altri “signori” del luogo di pari lignaggio. Gli scritti d’epoca ci danno un Orazio Tuttavilla e il suo Scuopolo descritto così: “un’altra ne meditò e condusse a termine questa volta il Tuttavilla, una torre marittima di avvistamento e difesa.
Il borgo n’era sfornito, tanto che era stato istituito «un corpo di guardie civiche litorali» che erano situate in modo che in caso di assalti per via di mare «la voce poteva e doveva correre per i luoghi litorali dove vi erano abitazioni, acciò ogni abitato si disponesse o per la propria salvazione o per la propria difesa». Le incursioni dei pirati infatti non erano cessate (durarono fino a parte del Settecento) anzi erano divenute abituali, i banditi svernavano addirittura nell’Isola: Don Orazio, nominato, oltre che governatore, «castellano e capitano a guerra» dovette considerare, dall’alto della sua rocca, l’altro estremo del borgo totalmente sguernito, e stabilire il punto da fortificare. Cosicché furono spesso le Opere pie, i feudatari, i privati a provvedere coi propri mezzi alla difesa e fortificazione delle coste. La Torre Tuttavilla doveva dunque essere e fu una torre privata.
Don Orazio Tuttavilla, Orazio, figlio di Gerolamo, conte di Sarno, e sesto di sette fratelli di cui sei maschi, fu «cavaliere non solo di nobiltà, ma di singolar gentilezza e virtù dotato», al quale Ischia riconoscente doveva alla fine offrire la cittadinanza onoraria“Per gli Ischiapontesi, questo luogo era chiamato ”abbascio a marenella”. o ”terrazzappata” poichè anticamente era l’ultimo lembo di terra- giardino proprietà dei monaci agostiniani di S. Maria della Scala. La parte prospiciente al mare era ricco di sassi dove scaturivano due sorgenti una calda ed una fredda: duo balnea saxorum (bagno dei due sassi), acque portentose per curare la gotta, ossia l’acido urico. Nel 1586 circa il vicerè di Napoli Antonio Perennot Cardinal de Granvela, ordino’ al governatore di Ischia il cavalier don Orazio Tuttavilla conte di Sarno di costruire la torre dello ”Scuopolo” per il pericolo ”delli corsari” (oggi casa malcovati) nominata cosi’ perchè eretta sulla grande pietra degli agostiniani.
La torre fu costruita a cambiali e la pietra fu presa in enfiteusi.La torre nel tempo si trasformo’ in ”casa palaziata” ma nel 700 era ricordata ancora come ”torre”, ancora oggi esiste un documento settecentesco che ricorda l’antico sito, proprietà all’epoca della nobildonna isclana donna Antonia Menga y Losa. “Per noi di Ischia Ponte, questo luogo è ”abbascio a marenella”. o ”terrazzappata” poichè anticamente era l’ultimo lembo di terra- giardino proprietà dei monaci agostiniani di S. Maria della Scala.La parte prospiciente al mare era ricco di sassi dove scaturivano due sorgenti una calda ed una fredda: duo balnea saxorum (bagno dei due sassi), acque portentose per curare la gotta, ossia l’acido urico. Nel 1586 circa il vicerè di Napoli Antonio Perennot Cardinal de Granvela, ordino’ al governatore di Ischia il cavalier don Orazio Tuttavilla conte di Sarno di costruire la torre dello ”Scuopolo” per il pericolo ”delli corsari” (oggi casa malcovati) nominata cosi’ perchè eretta sulla grande pietra degli agostiniani. La torre fu costruita a cambiali e la pietra fu presa in enfiteusi.La torre nel tempo si trasformo’ in ”casa palaziata” ma nel 700 era ricordata ancora come ”torre”, ancora oggi esiste un documento settecentesco che ricorda l’antico sito, proprietà all’epoca della nobildonna isclana donna Antonia Menga y Losa.
Lo Scuopolo, ovvero “lo scoglio” è inoltre una singolare costruzione che sorge sulla Riva Aragonese, tra il ponte del Castello e la Spiaggia dei Pescatori, fondato direttamente con muri possenti sugli scogli affioranti dall’acqua. Il più antico documento che attesta l’esistenza del Palazzo, è una fede d’acquisto del 1789, che a sua volta riporta il 1598 come data di costruzione del primo nucleo dell’edificio. Una attenta ricerca storica ha identificato in questo nucleo originario la torre detta del Tuttavilla, dal nome del governatore spagnolo Don Orazio Tuttavilla, mandato sull’isola nel 1596 e che qui, su un terreno appartenente ai Monaci Agostiniani, avrebbe costruito la sua residenza: una robusta torre di avvistamento e difesa del borgo, citata in numerosi documenti, ma di cui si era persa traccia. Una torre a pianta quadrata, secondo le fonti, con pesanti muri a scarpa marcati da un cordolo orizzontale, articolata su tre piani con soffitti a volta. Nonostante la funzione difensiva, si tratta fin dalle origini di una torre privata, che ben presto perde il carattere fortificato per assumere gradualmente l’aspetto di una residenza signorile, strutturata attorno ai grandi saloni dell’antica fortezza e aperta verso il mare con un articolato sistema di terrazze. Un’architettura di grande fascino per la straordinaria collocazione e per l’impianto tipologico e volumetrico che ancora oggi parlano di questa antica storica fortezza
Fotoricerca e Scatti di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter
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