CULTURA & SOCIETA'

Quel lago che il re Borbone trasformò in porto d’Ischia. L’evento celebrato con una mini-festa per non dimenticare

La vera storia che si ferma ancora! Interrotta per la seconda volta la continuità dell’atteso e popolare grande evento - 161 anni fa il Re Ferdinando di Borbone regalò il porto agli ischitani - il vecchio e carismatico Vincenzo Telese oltre un secolo dopo per completare l’opera voleva costruire un avamporto

La Festa del porto che si interrompe ancora con il tentativo di una minifesta in cui è successo poco.. Solo l’arrivo di una barca a simboleggiare non si è capito cosa. Eppure la gente è accorsa, forse più per…l’ aperitivo borbonico offerto dai locali della Riva Destra che per altro. Quest’anno, l’idea del Comune di Ischia era quella di non rinunciare del tutto, a causa della pandemia, per la seconda volta consecutiva, ad un importante appuntamento con la storia e con la suggestione. Per questo, in quello che fu il Lago dei Bagni –  porto di Ischia –  sono stati riproposti “in miniatura” quei momenti. La vela latina “Janara” con al timone gli  skipper Filippo D’Arrigo e Antonio Pugliese ha fatto il suo ingresso nel porto riproponendo simbolicamente quello che fu il primo ingresso nel nuovo porto di Ischia; dietro il veliero “Janara”.(Vallo a capire. Bastava la comparsa di due figuranti a rappresentare il Re e la Regina nei costumi d’epoca.). 

Ad accogliere sul porto l’arrivo del veliero (carico di che e di chi?) sono stati portati i bambini del Circolo Didattico Ischia 1. Inoltre, grazie all’Associazione LaAV, presso i giardinetti della Riva Destra sono avvenute le “Letture intorno al porto”: i volontari hanno letto brani tratti da testi storici per raccontare la trasformazione del lago di Ischia in Porto; sono seguite anche letture dedicate ai bambini! Un contributo importante l’hanno dato anche gli operatori della Riva Destra, i quali in occasione di questa ricorrenza hanno organizzato un “aperitivo borbonico”. Non c’è stata la festa dalle dimensioni a cui siamo abituat e che ricordiamo qui di aeguitoi, ma piccoli segni alme no per mantenere viva la tradizione L’evento che si è svolto nel pieno rispetto delle normative anti covid  è stato organizzato dal comune di Ischia grazie alla collaborazione con la Lega Navale Isola d’Ischia, Associazione Edon Ischia, LaAV – Letture ad alta voce circolo isola d’Ischia, Associazione vela latina Monte di Procida, con il Circolo Didattico Ischia 1 e con la Capitaneria di Porto. Ieri sabato, infine, ha avuto luogo una veleggiata sul percorso Ischia – Monte di Procida patrocinata dal comune di Ischia. Per non dimenticare, la vera storia del vecchio lago trasformato in porto è riproposta qui con le rievocazioni del passato. La prima “ripresa” dopo l’evento iniziale del 17 settembre del 1854 è avvenuta il 17 settembre 2014, ovvero la Festa del Porto, con nuova programmazione ricca ed articolata, per celebrare in continuità i primi 160 anni che ci separavano da quella storica data che vide trasformato l’antico lago di Villa Bagni ai piedi della Casina Reale, in porto per le future generazioni, perché così credeva, ed a ragione, il Borbone. Facendo un salto ancora all’indietro, sono passati ben sedici anni da quelle straordinarie celebrazioni relative invece al 150esimo anniversario del Porto di Ischia vissute in pompa magna con il coinvolgimento di tutti e sei i Comuni dell’isola e le rispettive popolazioni.

Fu una festa grande quella del 17 settembre del 2004, indimenticabile, assai più grande di quella del primo centenario del 1954, che pure lasciò il segno con documenti scritti e d’immagine. Nel 2014 accadde che venne la felice idea all’assessore di quel tempo Isidoro Di Meglio, il quale interpretando anche il pensiero favorevole del Sindaco in carica Giosi Ferrandino ( oggi deputato europeo), dell’amministrazione comunale tutta e di quanti altri lo sostennero, e rifacendosi inoltre allo straordinario successo che riportò la manifestazione di dieci anni prima 2004, decise di riproporre, in occasione del decennale corrente , e per il futuro addirittura ogni dieci anni, la festa rievocativa del porto borbonico in modo che si conferisse all’evento una continuità storica soddisfacente per le generazioni contemporanee, ravvicinando maggiormente i tempi. Si pensò che i tempi ravvicinati avessero più senso e bene accette le scadenze decennali piuttosto che quelle centenarie e cinquantenarie che potranno essere godute soltanto dai posteri, nella impercettibile lontananza dei tempi stessi. Infatti 50, 100 e 150 anni, a date specifiche, sono troppi per rivivere la rievocazione di un evento storico come quello dell’inaugurazione dell’apertura dell’antico lago trasformato in ciò che divenne da subito il Porto d’Ischia. Così che nel ricordo del successo che riscosse l’evento del 2004, si riorganizzò l’edizione del 2014. Da quell’anno per i festeggiamenti rievocativi dell’apertura del Porto di Ischia nasce la continuità, anno dopo anno, per cinque anni consecutivi fino all’anno scorso 2019 con innovazioni nel programma e spettacolari fuochi piromusicali in mezzo al porto con la bellezza e l’ entusiasmo dell’attesa. In quei nuovi festeggiamenti, un ruolo determinante lo ebbero le Associazioni Pro San Alessandro e Villa Bagni che supporterono l’Ente organizzatore, il Comune d’Ischia, con propri collaudati figuranti, nella rievocazione storica della Passeggiata del Re Ferdinando con la Corte per il corso principale di Ischia, accompagnati dai Fucilieri borbonici e dalla banda borbonica della Fanfara dei Vigili del Fuoco di Napoli.

Una collaborazione più che naturale e preziosa, quella degli organizzatori dell’importante parata storica in costume d’epoca di San Alessando. A beneficio di tanto, la trasformazione dell’antico lago in moderno porto, fu un’opera mirabile e di grande intuizione commerciale e di sviluppo sociale voluta a quel tempo, da Re Ferdinando II di Borbone che si impegnò personalmente a che i lavori potessero iniziare con celerità e portati a compimento nel più breve tempo possibile. Infatti il 17 settembre di quel lontano 1854 il nuovo Porto di Ischia fu viva realtà. E con esso anche il monumentale Tempio annesso, l’attuale Chiesa di Portosalvo, che a distanza di soli otto giorni vide gettate le sue fondamenta per svettare poco dopo sulla riva del Porto quale straordinario esempio di benenevolenza reale del Borbone amico e benefattore della nostra isola. Le cronache del tempo così descrivono lo storico evento dell’apertura de Porto d’Ischia: “ Nel dì 17 settembre 1854, alle ore 5 pomeridiane, il porto veniva inaugurato alla presenza della Corte, isolata in una pagoda posta su di una collina a nord dell’entrata di esso. Tutti i legni di qualunque fossero tonnellaggio furono obbligati di venire a prendere parte alla regata. Il giornale uffiziale di Napoli nel giorno appresso 18 settembre 1854 num. 203, descriveva la cerimonia così – “Circa dugento legni pavesati a festa fra il rimbombo di artiglierie ed i concerti di bande musicali entravano nel porto novello, e vi facevano varie evoluzioni. Un’immensa calca di spettatori era radunata sulla riva del porto. Il Re colla sua real famiglia, che da vari mesi soggiornava in Ischia godevano di sì delizioso spettacolo, da un loggiato a bella posta costruito su d’una collina a ponente dell’entrata del porto.

Precedea la Lancia del particolar servizio del Re, comandata dal capitano Criscuolo , che da marangone, sommozzatore di Santa Lucia, era divenuto capitano della Lancia particolare di Ferdinando II. Seguivano le altre lance di particolare servizio; indi i reali piroscafi , il Tancredi, la Saetta, il Delfino, l’Antelope, la Cristina; poi i legni della Marina Mercantile dell’isola, principiando dalle paranzelle, terminando ai minuti gozzi da pesca”. Questa preziosa descrizione d’epoca offre l’idea di come il popolo isclano di metà ottocento visse l’avvenimento, anche se l’autorità amministrativa locale (Sindaco e Giunta) disertò per protesta la cerimonia, perché riteneva (a torto) che l’apertura del vecchio lago trasformato in porto arrecasse grave danno alla comunità e ai pescatori che vi pescavano. Sedici (2004) anni fa e sei (2014) anni fa , le celebrazioni per l’anniversario dell’apertura del porto borbonico, mobilitarono un paese. Poi sono state realizzate altre cinque edizione. L’edizione dello scorso anno 2020 in prosecuzione è saltata per l’emergenza sanitaria da Corona virus covid-19 . Oggi, chi ha superato la quarantina, si rifiuta di attendere (si fa per dire) anniversari a scadenza lunga per rivivere l’evento più importante degli ultimi due secoli della storia dell’isola d’Ischia, anche perché gli ischitani fortunati ad essere presenti e godersi la festa sarebbe soltanto i …neonati di oggi . Ecco perché l’idea di festeggiare ogni anno fa piacere a tutti. Festeggiare quindi anno dopo anno una ricorrenza di così grande valenza storica e sociale oltre che turistica e culturale, rivaluta l’alto grado di civiltà di un popolo, quello isclano che fa della storia e delle tradizioni della sua terra, l’arma vincente di tutte le sue battaglie.

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Lo scordo anno 2020 rimanemmo all’asciutto, perche vinse il Covid che ancora circola nelle nostre vite fino a quando non si estinguerà del tutto e ci lascerà in pace e rivivere come ci fa piacere farlo le nostre tradizioni, la nostra storia che riserva sempre sorprese o fatti in parte dimenticati come ad esempio l’episodio che vide coinvolto in prima persona negli anni ’60 lo storico e carismatico sindaco d’Ischia Comm. Vincenzo Telese che al già lanciato ed importante Porto voluto dal Re Borbone voleva completare l’opera sia pur a distanza di oltre cento anni, con la realizzazione in aggiunta di un avamporto per soddisfare le nuove esigenze di capienza dell’ex vecchio lago ai piedi del Montagnone. Infatti per meglio significare e ridare forza e slancio all’audace idea, manco a dirlo, che ebbe lo storico precursore del turismo ischitano degli anni ’60, Vincenzo Telese, sindaco di Ischia per oltre un ventennio e Presidente dell’Evi (Ente Autonoma per la Valorizzazione dell’Isola d’Ischia) in quel tempo allorquando, da una posizione decisamente privilegiata , ebbe l’intuito che al porto borbonico già in fase di avanzato sviluppo, potesse servire e risultare utile un avamporto di appoggio logistico. Telese, che presiedeva un autorevole ente pubblico istituzionale di sviluppo turistico dell’isola al di sopra dei singoli Comuni, sapeva guardare lontano e si affidava appunto al coraggio delle sue idee per vederle realizzate nel proprio paese che amava al di sopra di ogni cosa. Fra le tante iniziative, fra opere pubbliche e di carattere sociale,puntò il dito su qualcosa di rivoluzionario per quei tempi: creare un altro porto davanti al già esistente porto di Ischia, che i tecnici a cui fu affidato il compito di redigere un primo progetto di massima, chiamarono avamporto. Correva l’anno fra il 1963 ed il’64, quando Telese riunì a Roma nell’suo ufficio dell’Enit i sei sindaci dell’isola che a quel tempo erano Umberto Di Meglio per Ischia, Antonio Castagna per Casamicciola, Vincenzo Mennella per Lacco Ameno, Giovanni Mazzella per Forio, Pietro Carlo Mattera per Serrara Fontana e Giovanni Di Meglio per Barano.

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A quello storico incontro romano Telese che si fregiava di due titoli di Commendatore e Grand Ufficiale,consegnò a ciascuno dei presenti un documento con la seguente intestazione: Il Coraggio delle idee – un moderno avamporto per Ischia, e giù di lì fino alla fine del foglio, la descrizione del progetto che avrebbe stravolto e migliorato il lato sinistro della vecchia Pagoda e la zona delle fornaci vicine fino a creare un novo e funzionale assetto della location con relativo sbocco stradale di congiungimento con la statale 270 che porta ai centri degli altri comuni isolani. Ai sindaci l’idea di creare un nuovo banchinaggio protetto da un lungo molo frangiflutti al fine di incrementare e distinguere gli approdi in previsione anche di nuove navi, aliscafi e natanti da diporto in arrivo, parve straordinaria, di possibile fattibilità ed innovativa per il tipo di turismo che si andava impostando. Perfino lo stesso Umbero Di Meglio che non andava d’accordo e d’amore con Telese diede il suo parere favorevole. In sostanza l’ordinamento del traffico marittimo in via di espansione su Ischia, andava seguito ed incoraggiato anche in questo senso. Ma Antonio Castagna sindaco di Casamicciola, unico fra i suoi colleghi, si dimostrò subito contrario al progetto di Telese, avanzando dubbi e perplessità che potevano apparire anche fondati se il Castagna non fosse stato “scoperto” a preservare e difendere gli interessi del suo Comune che sognava il proprio porto turistico e commerciale dell’immediato futuro, in segreta concorrenza con quello più accreditato di Ischia capoluogo. In realtà, sia Telese che Castagna erano lungimiranti: il primo pensava ad una Ischia capofila per un turismo nuovo ed organizzato, capace di partire e proseguire alla grande dal Porto d’Ischia e servire l’intera isola, mentre il secondo, ossia Antonio Castagna, volgeva le sue attenzione esclusivamente al nuovo porto di Casamicciola a vocazione commerciale e non solo che di lì a poco doveva nascere avendo, egli democristiano di ferro, dalla parte sua quella Cassa del Mezzogiorno che finanziava opere pubbliche soprattutto di richiedenti “amici” con il supporto del Genio Civile alle Opere Marittime. Fra i due fu battaglia politica nel loro stesso partito della Democrazia Cristiana dell’epoca per alcuni anni, fino a quando Telese non gettò la spugna dando partita vinta a Casamicciola, che ebbe il porto commerciale ed anche turistico a discapito del telesiano avamporto di Ischia ideato , già a quel tempo con buone ragioni dal pioniere del turismo isolano. Buone ragioni, per altro, che a parer nostro e non solo nostro, valgono ancora oggi più che mai, se si pensa a quello che accade nei mesi di punta della lunga stagione turistica nel nostro Porto con navi di stazza superiore alla reale tenuta e capacità dell’ex lago borbonico di Villa dei Bagni. Un avamporto dalla parte della Pagoda e delle vecchie fornaci, così come l’aveva in mente il mai abbastanza stimato Vincenzo Telese negli anni ‘60, con qualche accorgimento in più dell’ingegneria marittima moderna, risolverebbe oggi nell’attuale porto d’Ischia annosi problemi di intasamento e praticità, lasciati languire per troppo tempo, in forma stabile, per negligenza ed anche impotenza, laddove si è dato spazio a qualche sporadico intervento di opportuna correzione. Quindi un avamporto a supporto del nostro storico porto d’Ischia ? E perché no. L’impresa varrà sicuramente la spesa.

Foto Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

antoniolubrano1941@gmail.com

info@ischiamondoblog.com

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