Quattro generazioni a confronto per una storia unica
di Malinda Sassu
I vigneti a picco sul mare e la viticoltura ischitana sono un grande serbatoio di storie da raccontare. Come quella dell’azienda La Pietra di Tommasone e del loro gioiello più famoso, il Pithecusa Bianco. Ischia e i profumi penetranti della brezza marina. Chissà se è stato questo ricordo a folgorare Antonio Monti quando decise di ritornare a estasiarsi di quei profumi, dopo la fortunata attività di ristorazione in Germania, e riprendere così la secolare tradizione di casa: produrre vino in piccole quantità nell’Isola Verde, ricalcando le orme del nonno Tommaso, detto Tommasone. Da allora la filosofia aziendale non è mai cambiata, “fare poco per fare meglio”. Sette ettari di vigneto su terreni vulcanici a picco sul mare e 4-5 grappoli per pianta per far rivivere quella passione di famiglia, oggi seguita dalla figlia Lucia, insieme a Giuseppe Andreoli in cantina. Biancolella, Forastera, Aglianico e Montepulciano, oltre a Fiano e Piedirosso le varietà coltivate in perfetta simbiosi con il terreno e raccolte rigorosamente a mano, proprio come faceva il suo bisnonno 100 anni fa. Quattro generazioni per una sola storia a garantire un prodotto di qualità e nel pieno rispetto del patrimonio autoctono. Portabandiera e gioiello dell’azienda è il Pithecusa Bianco 2014, fine blend di Biancolella e Fiano, dal colore giallo paglierino, di intensa luminosità e dal carattere particolarmente intrigante. Conquista il bouquet olfattivo di frutta, complesso ed elegante: mela, pesca e ananas seguite da sentori floreali decisi, gialli e gradevolmente profumati. Forti sono i cenni minerali che si ritrovano in bocca, lasciando un’avvolgente morbidezza e un finale saporito, sapido e molto piacevole. Da abbinare a portate di mare come carpacci e crostacei ma anche con carni bianche e delicate. Perfetto con il coniglio all’ischitana. Prezzo: 12 euro circa.
La Pietra di Tommasone, Via Prov.le Lacco 98 –Lacco Ameno www.tommasonevini.it