Quando i cestini di raffia e di corda colorati lavorati a mano dalle donne lacchesi facevano la loro prima uscita per la vendita nei giorni della festa di Santa Restituta

IL NOSTRO ARTIGIANATO CERCA UNA SEDE PER MOSTRARSI A CHI SA APPREZZARLO - IL RIFATTO MERCATO CHIUSO DI VIA BUONOCORE A ISCHIA POTREBBE ESSERE LA SOLUZIONE / Lo scomparso Gennaro di Meglio membro storico della famosa ‘Ndrezzata nelle vesti di “caporale” è anche autore di quel bel pannello che campeggia nella piazza di Buonopane a pochi passai dalla sua casa

Da più di 100 anni, le donne di Lacco Ameno e dell’isola d’Ischia hanno lavorato  squisiti cestini che rassomigliano al vecchio merletto ricamato a mano. La  prima uscita di questi amabili manufatti per la vendita al pubblico avveniva a maggio  in occasione della festa di Santa Restituta.
Il segreto di questi intricanti lavori, è stato passato da madre a figlia per generazioni, e nessuno è mai riuscito a copiare. Questo è il tipico Artigianato Artistico dell’Isola d’Ischia e storicamente in particolare di Lacco Ameno.. Fino al 1950 le donne lacchessi hanno lavorato la paglia, “Carosella” intrecciando cestini, borse, cappelli e tanti altri bellissimi lavori di paglia. Oggi, per chi è in vacanza, un piacevole e allegro contorno al proprio desco è l’ideale. Anche per questa ragione, nellam nostra isola , e principalmente a Lacco Ameno, che è il prototipo dei luoghi di vacanza, si è risviluppata l’arte dell’intreccio e del ricamo della raffia per l’arredamento della tavola, della casa, e perchè no, anche della moda in raffia. Antonio Monti, continua una secolare tradizione familiare, nel vecchio e nel nuovo, nella lavorazione della raffia, specializzandosi in questo tipo di lavoro, e facendolo conoscere in tutto il mondo. La paglia “Carosella” veniva seminata sulle falde dell’Epomeo, dalle parti di Fontana e Serrara. I Fontanesi scendevano per l’Epomeo e di buon mattino erano a Lacco Ameno, e con voce sottile, cercavano di vendere la loro paglia, che le mani delle donne di Lacco sapevano tessere in tantissimi oggetti. I cestini di paglia venivano lavorati e ricamati dalle donne di Lacco Ameno fin dal 1860, erano bellissimi, e venivano venduti in tutta Europa. (Famiglia MONTI – PATALANO) cestini di paglia sec. XIX – 1860 – 1950

Anche se manca ad Ischia una sede degna che sappia accoglierli, riesplode sull’isola  la voglia allargata di cesti con la corda  e cestini tradizionali  fatti a mano di forme e dimensioni varie con la tradizionale raffia. Addirittura si promuovono corsi pilotati per l’apprendimento  dell’antico mestiere di artigianato puro che affonda le sue radici nell’era remota, di quando fenici e greci sbarcarono sulle marine dell’isola e diedero vita ai primi insediamenti di Pihecusa.  A cimentarsi  in questo tipo di lavoro  inteso come accattivante passatempo, ma anche occasione per imparare un mestiere nuovo con prospettive di profitto, sono uomini e più donne locali, animati da improvvisa passione. E’ un modo nobile ed anche produttivo di rinverdire il passato, per la verità non troppo lontano, allorquando negli anni ‘ 50 del secolo scorso era passatempo comune dedicarsi alla composizione  di cestini, canestri, cappelli, borse, stuoie  e quant’altro  serviva per le usanze domestiche di quel tempo. Si faceva uso di raffia, canapa, canne e spago o corda.

Quest’ultimo elemento insieme alla raffia  torna oggi in voga per la composizione di cestini con lo spago e raffiati, una sorta di nuova creazione  di puro artigianato locale  che sicuramente farà felici per lo più i turisti stranieri che sbarcano sulla nostra isola, sempre in cerca di “novità” da scoprire nel vasto panorama dei prodotti tradizionali dell’artigianato  antico dell’isola verde. In realtà sul’isola l’antico e il moderno si fondono da tempo per dare un maggiore senso storico alle iniziative  partorite dalla fertile fantasia dell’ischitano intraprendente. I cestini con lo spago sono figli dei cestini con la raffia prodotti in massima parte in passato all’ombra del Fungo lacchese . Li unisce un’affinità  materiale di facile impostazione ed apprendimento, arricchiti per altro da colori vari in competizione fra loro. Il cestino con lo spago di color verde attira meglio di quello realizzato con lo spago viola. Il giallo vince sul pisello, il bianco si lascia dominare dal fuxia, il rosa ha la meglio sul  grigio. Della stessa famigli, con tecnica altro, con tecniche fantasiose che poi saranno impiegate con la inevitabile esperienza di lavoro acquisita sul campo. Per ora i laboratori  ufficiali dei maestri dell’intreccio Salvatore Scotto di Minico e lo scomparso Gennaro Di Meglio rimangono rispettivamente quelli di  Campagnano e Buonopane.

A questi si aggiungono a Ischia Raffaella Scotti e Rosaria Amato maestre promotrice di corsi di apprendimento. Sono i maestri di questa tecnica d’artigianato decisamente rilanciata ed allargata a nuovi appassionati dell’arte dell’intreccio che per praticarla occorre essere ben muniti di alcuni strumenti essenziali quali forbici, coltelli a ronca e puntoni per intrecciare, dopo averle manipolate, canne e rametti di salice, olmi, ulivi e fili di  ginestre.  Salvatore Scotto di Minico è abbastanza conosciuto sull’isola e fuori di essa per essere il bravo costruttore di una vasta gamma di lavori tra arte ed artigianato vero , con i materiali citati sopra, ed esposti in fiere, feste turistiche e patronali e sagre speciali organizzate nell’arco dell’anno sull’isola d’Ischia ed anche in Italia ed all’estero.  Uno degli ultimi artigiani isolani specializzati nell’intreccio e nella produzione di cesti fatti a mano è stato lo scomparso Gennaro Di Meglio.  La sua rimane  un’arte antica, essenzialmente manuale, fatta di pazienza e gesti  di tecnica elaborata, appassionata e  precisa.Tanti alberghi, ristoranti e attività commerciali isolane espongono al loro interno un manufatto creato da Gennaro di Meglio.

Il bravo  e disponibile  Gennaro  risiedeva  e lavorava nel centro della frazione di Buonapane, nel comune di Barano d’Ischia. Oggi è possibile visitare la sua casa, che è rimasta  laboratorio e museo.  La sua vocazione  iniziò per caso; sfidando sua suocera, maestra nell’arte dell’intreccio. Il maestro di Meglio ha creato oggetti e manufatti, intrecciando canne che si trovano sull’isola, rametti di salici di importazione, ulivi, ginestre, olmi o mirti che hanno la funzione di profumare il manufatto. Membro storico della famosa ‘Ndrezzata  nelle vesti di “caporale” e anche autore di quel bel pannello che campeggia nella piazza di Buonopane a pochi passai dalla sua casa. A Fiaiano operano gli eredi dello scomparso Cape ‘e Lignozz, anch’essi  bravi creatori di  prodotti dell’artigianato locale come cestini,  nasselle per la esposizione al sole dei fichi secchi e i tradizionali, marruffi per i pescatori. L’arte dei cestini con la corda e dell’intreccio per canestri, cestini, sedie, sotto piatti, copri tavoli da giardino ed altri oggetti con la funzione di meglio decorare un ambiente familiare, se non è mai morto, lo si deve all’apprezzata sensibilità di  questi maestri di casa nostra che nel riprendere un vecchissimo mestiere all’origine tramandatoci dai primi abitanti della storica Pithecusa, riaffermano la propensione dell’ischitano di oggi, a non dimenticarsi delle vecchie tradizioni e dell’ antica cultura. che consente all’isola d’Ischia di essere spesso menzionata  in importanti libi di storia e di lettura turistica.

Fotoricerca ed elaborazione di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter 

                                                                                                      antoniolubrano1941@gmail.com

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