E’ il punto di non ritorno
DI GAETANO FERRANDINO
Non vorremmo mancare di rispetto a nessuno, ma una volta si usava l’espressione “lo hanno cresimato” per indicare quando a qualcuno veniva fatta una “mazziata” di non poco conto. E’ la prima cosa che abbiamo pensato del sindaco d’Ischia Enzo Ferrandino nel momento in cui abbiamo letto il documento scritto e firmato dai quattro consiglieri di Vivere Ischia. Poi, dandogli una seconda e più approfondita occhiata, l’impressione è che piuttosto che una cresima al primo cittadino è stata riservata quella che sembra tanto una “estrema unzione” (ovviamente politica, ci mancherebbe). Potremo sbagliarci, ma l’impressione è che siamo arrivati ad un punto di non ritorno e che i protagonisti di questo braccio di ferro siano finiti in un imbuto o meglio in un sentiero che ha una sola uscita. E che per giunta non accoglierà tutti.
Provo a spiegarmi meglio. Enzo Ferrandino ha tirato dritto per la sua strada, varando la giunta municipale sia pure a quattro, distribuendo le deleghe, e fottendosene più o meno allegramente del fatto che il gruppo giosiano avesse preteso contestualmente anche la “spartizione” delle società partecipate. Una fuga in avanti di quelle pesanti, un vero e proprio guanto di sfida lanciato o un modo per giocare d’azzardo e capire quali “carte” avesse in mano il suo avversario. Ora è chiaro che deve proseguire per la sua strada e non può certamente – dopo un documento del genere – accontentare i suoi interlocutori. Sarebbe un segnale di resa, che lo costringerebbe poi a rimanere vita natural durante in una posizione di estrema debolezza. Lo stesso dicasi per Carmen Criscuolo, Pasquale Balestrieri, Massimo Trofa e Maurizio De Luise: i quattro di Vivere Ischia finalmente hanno avuto il coraggio di mettere in pubblica piazza il loro malcontento e questo gli fa onore, perché parliamo di un’iniziativa che certo non è da tutti i giorni. E che segue il rifiuto a far nominare il proprio assessore di riferimento, Rosanna Ambrosino. Ma attenzione, perché per loro vale lo stesso discorso fatto per il primo cittadino. Adesso, indietro non si torna: farlo rinunciando a quanto rivendicato significherebbe “consegnarsi” al sindaco e diventare parte marginale di un progetto amministrativo fin qui decisamente lacunoso. Ecco perché, come scriviamo in altra parte del giornale, magari non siamo ancora ai titoli di coda. Ma l’impressione è che gli eventi naturalmente stiano andando in quella direzione. Da soli, come se avessero il pilota automatico…