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“PuliAMO le spiagge”, volontari di Legambiente in azione alla Chiaia di Forio

Gianluca Castagna | Forio Si sono dati appuntamento alle 17.00 sulla spiaggia della Chiaia a Forio. Con buste, scatoli, guanti e rastrelli, ma soprattutto tanti opuscoli e materiali per informare turisti e residenti sulla necessità di preservare gli equilibri ambientali dei nostri litorali e del nostro mare. Tutto ciò che finisce in acqua, del resto, viene da terra. Sono quindi le nostre abitudini a determinare il degrado e l’inquinamento delle coste. E anche se ci troviamo agli sgoccioli dell’estate, quindi di una stagione turistica dove gli arenili non sono certo lasciati a se stessi come d’inverno, la pulizia delle spiagge si avvia verso una seconda fase: quella della sensibilizzazione e del mantenimento.

E’ questo il senso più autentico dell’appuntamento che lunedì pomeriggio ha visto impegnati i volontari di Legambiente Ischia nella campagna “PuliAMO le spiagge”, iniziativa promossa da Procter & Gamble e Carrefour Italia per individuare 10 spiagge finaliste votate dai consumatori entro il 31 marzo scorso. Collegandosi al sito, infatti, è stato possibile scegliere la propria spiaggia preferita tra le tante candidate: le 10 che hanno ottenuto più voti nel corso dell’estate ospitano la campagna e vengono pulite dai volontari di Legambiente. Tra queste, la spiaggia della Chiaia di Forio.
«E’ una spiaggia interessante da molti punti di vista» osserva Lilly Cacace di Legambiente Ischia, «bella, panoramica, molto frequentata, adatta alle famiglie, ma che presenta anche qualche criticità sull’aspetto pulizia. Non siamo a livello dei mesi invernali; anche oggi però abbiamo trovato nella sabbia tante, troppe cicche di sigaretta. Poi qualche bottiglietta di plastica e imballaggi vari. In diverse occasione abbiamo fornito posacenere da spiaggia: piccoli, tascabili e che frenano questa pessima abitudine così dannosa per l’ambiente.»
«La scelta della Chiaia è poi legata anche alla foto con cui abbiamo presentato la candidatura», spiega Francesco Mattera, autore dell’immagine inviata per la selezione. Un tramonto dai colori quasi porpora tra cielo, mare e l’arenile fuori stagione. «Questa spiaggia viene poi tradizionalmente scelta per le nostre campagne, lo spirito dell’iniziativa è anche quello di valorizzare i luoghi, quindi migliorarne la pulizia, l’aspetto, i servizi. Penso, ad esempio, a un progetto che attrezzi e regolamenti l’utilizzo della spiaggia. Che venga incontro a tutte le esigenze di chi ne fruisce.»

La spiaggia della Chiaia a Forio è molto ampia e dal porto del paese si estende fino alla baia di San Francesco. Punto ideale per ammirare i tramonti di Forio, fra i più belli del mondo, dove fortuna e cielo terso permettono talvolta di ammirare il celebre “Raggio Verde”.  Molto frequentata da famiglie con bambini, in quanto vicinissima al centro di Forio e facilmente raggiungibile con autobus di linea da tutta l’isola, ha diversi stabilimenti ma anche ampi spazi di spiaggia libera che altrove (si pensi, ad esempio, ai Comuni di Lacco Ameno e Casamicciola) sono solo un miraggio.
«La presenza di concessionari e stabilimenti è positiva» aggiunge Rosa Greco di Legambiente, «ringrazio i gestori perché riescono a mantenerla abbastanza pulita. Fanno tanto ma si potrebbe fare di più per questa spiaggia, come parchi giochi per i ragazzi che magari voglio giocare ma non trovano servizi o attrezzature o campetti dove divertirsi. Parlo di spazi ad hoc, lontani da chi invece viene in spiaggia e preferisce stare tranquillo. Poi, in questo periodo, sarebbe opportuna anche una maggiore pulizia a riva per queste alghe che, dalla fine di agosto, invadono il bagnasciuga e i primi metri d’acqua. Si tratta di fioritura algale, naturale, ma qualche turista che magari non ne conosce la provenienza potrebbe insospettirsi e allarmarsi senza motivo».

Nulla a che vedere, è ovvio, con il “marine litter”, l’inquinamento marino, diventato ormai emergenza globale ufficializzata. Ogni anno negli oceani finiscono tra 8 e 12 milioni di tonnellate di rifiuti costituiti principalmente da plastica: un intero camion al minuto. Buste di plastica, reti, tappi e scatole di latta, sigarette, bottiglie, cotton fioc, stoviglie: sono solo alcuni dei rifiuti che ogni anno si trovano sulle spiagge, oltre a quelli che galleggiano in mezzo al mare come le microplastiche e a quelli che si depositano sul fondale. Una vera e propria “zuppa di plastica”, come è stata definita dai ricercatori.
L’indagine Beach litter 2017 di Legambiente, infatti, ci ha restituito una situazione davvero critica: su 62 spiagge italiane e in un’area monitorata pari a quasi 170 piscine olimpioniche, sono stati trovati una media di 670 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia. Se non si interverrà in maniera decisa, secondo le più recenti proiezioni scientifiche, nel 2050 in mare ci saranno più rifiuti di plastica che pesci. E il Mediterraneo è una delle aree più colpite al mondo: secondo i dati dell’Unep, l’Agenzia delle Nazioni Unite per la protezione dell’ambiente, ogni giorno finiscono in mare 731 tonnellate di rifiuti. Una minaccia per tartarughe, mammiferi e uccelli marini, invertebrati e pesci, ossia tutti gli esseri viventi che vivono in contatto con l’ecosistema marino e che nei rifiuti possono rimanere intrappolati, feriti, intossicati o soffocati. Senza contare le conseguenze negative sull’intera catena alimentare e sulle attività economiche con danni meccanici a imbarcazioni e attrezzature da pesca, agli stock ittici, alti costi per la pulizia di mare e spiagge e impatti negativi sul turismo.¬

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Una situazione non più tollerabile e di fronte alla quale P&G ha deciso di dare un supporto concreto impegnandosi con Carrefour Italia al fianco di Legambiente per favorire una presa di coscienza collettiva sull’emergenza dell’inquinamento marino, stimolare l’adozione di comportamenti più sostenibili e produrre un cambiamento concreto attivando un’azione di pulizia in 10 spiagge italiane. «Pulizia che andrebbe promossa ed effettuata tutto l’anno», chiosa Francesco Mattera. «Durante l’inverno sulle spiagge isolane, compresa la Chiaia, finisce ogni genere di rifiuto. Le amministrazioni pubbliche sono pressoché latitanti. Pensano di doverci dare una mano, ma tocca soprattutto a loro occuparsene.»

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