Professori e studenti del liceo celebrano tra encomi, attestati e borse di studio l’archeologo Giorgo Buchner, esimio figlio adottivo dell’isola
ARTEFICE DI TUTTO CIÒ LA DIRIGENTE SCOLASTICA ASSUNTA BARBIERI, il suo staff, il personale docente, i collaboratori tutti e l’esperto gran cerimoniere prof. Andrea Di Massa. Hanno prestato la loro voce a commento dell’evento i proff. Brigida Calise e Lorenzo Sapere
Intervistai Il prof. Giorgio Buchner per Ischia Mondo nella mattina di una tiepida domenica di ottobre del 1973 negli scavi sotto la chiesa di Santa Restituta a Lacco Ameno, presenti anche Don Pietro Monti e Giovanni Castagna, tutti e tre nel Regno dei cieli. Il prof. Bucnher mi parlava con mitezza e con tanta sapienza. Raccolsi le sue dichiarazioni sulle sue scoperte per uno Speciale che pubblicai la settimana dopo.
Questo e altri ricordi mi legano all’esimio archeologo che mai avrebbe immaginato che una scuola prestigiosa di Ischia come il Liceo-Ginnasio Statale isolano un domani avrebbe portato il suo nome. Il tempo fa la storia. Il 12 luglio scorso presso lo stadio Enzo Mazzella di Ischia, presenti la famiglia Buchner, la dottoressa archeologa Costanza Gialanella, il dott. Innocenzo D’Atri in rappresentanza dell’Ufficio Scolastico Regionale della Campania, la dott.ssa Elena Leonessa, le autorità scolastiche, le cariche del Consiglio d’Istituto, le autorità civili, militari e religiose, i familiari degli studenti e la comunità scolastica del Liceo, si è svolta la cerimonia di intitolazione e, a seguire, la seconda parte dell’evento e cioè, la cerimonia dei diplomati di quest’anno. A 85 anni dall’istituzione del liceo classico Giovanni Scotti e a 50 anni dall’istituzione del liceo scientifico Albert Einstein, attraverso un referendum indetto fra tutte le componenti scolastiche per scegliere il nome all’interno di un elenco ristretto di personalità illustri, il consiglio d’istituto ha deliberato l’intitolazione all’archeologo Giorgio Buchner di cui è stato letto decreto solenne.
La complessa e rigorosa cerimonia di intitolazione si è svolta in un clima commosso e partecipe. Essenziali i simboli che hanno accompagnato tale intitolazione, la bandiera italiana e quella europea, gli inni, la ciarpa blu con le lettere ricamate in oro e la nuova denominazione del Liceo, la foto dell’amato archeologo GIORGIO BUCHNER, svelata dai portabandiera rappresentati dagli studenti maggiormente meritevoli di quest’anno scolastico. E’ stato creato ad hoc un segnalibro dedicato all’archeologo che è stato poi donato a tutti i partecipanti. Significativo il fatto che poi, a manifestazione conclusa, i segnalibri rimanenti sono stati distrutti a rappresentare l’unicità del momento. La seconda parte, dedicata agli studenti, si è aperta con il ricordo di Manuel Calise, studente prematuramente scomparso. I suoi compagni di classe lo hanno ricordato attraverso un video molto emozionante. La Dirigente Scolastica ha consegnato un encomio alla madre dello studente porgendole il tocco che avrebbe dovuto indossare Manuel. Anche questa seconda parte è stata densa di simboli quali la pergamena, l’alloro, il tocco e la toga e infine il brindisi. Hanno sfilato le classi e poi singolarmente gli studenti e i numerosi 100 e lode.
Sono stati consegnati encomi allo studente alfiere della Repubblica Ciro Marmolo; alla judoka campionessa europea, Michela Terranova; agli studenti vincitori del contest nazionale RE-EDUCO in corsa per il titolo internazionale, Mirea Buonocore, Lucia Di Meglio, Myriam Formisano, Adriano Ferrandino e Giorgia Sasso. La dottoressa Elena Leonessa, in rappresentanza della Fondazione Ing. Salvatore Leonessa, ha consegnato numerose borse di studio. Infine, dopo i doverosi ringraziamenti da parte della Dirigente Scolastica a tutti i presenti, gli studenti si sono spostati sul prato e sulle note di “We are the champions” dei Queen, dopo aver letto il famoso auspicio contenuto nella pergamena (“Il vostro tempo è limitato, per cui non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi condizionare. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. Siate affamati, siate folli!”) al grido “AD MAJORA” gli studenti hanno lanciato il tocco e segnato così la fine di un percorso e l’inizio di un altro.
E’ stata una manifestazione importante, sobria, emozionante ma allo stesso tempo gioiosa. Artefice di tutto ciò la Dirigente Scolastica ASSUNTA BARBIERI, il suo staff, il personale docente, i collaboratori tutti e l’esperto gran cerimoniere prof. Andrea Di Massa. Hanno prestato la loro voce a commento dell’evento i proff. Brigida Calise e Lorenzo Sapere.
Ora sintetizziamo il più possibile la vita e l’opera dell’archeologo Giogio Buchner al quale è stato intestato il Liceo Statale di Ischia ex G.Scotti e del quale si è scritto e detto tanto sui nostri giornali, le riviste culturali, le rassegne culturali e le conferenze in omaggio alla memoria dell’illustro figlio adottivo dell’isola d’Ischia. La collina di S. Alessandro a Porto d’Ischia è stata la località dove ha vissuto per i tanti anni della sua vita fino alla morte avvenuta il 4 febbraio del 2005. Aveva 90 anni.Giorgio Buchner nacque in Baviera da padre tedesco e madre italiana. Il padre Paolo, professore emerito di zoologia, scienziato di fama internazionale e grande studioso di endosimbiosi, era infatti sposato con Massimiliana Coppa, giovane e promettente pittrice veneta da lui conosciuta in Germania. I coniugi Buchner, assidui frequentatori dell’isola d’Ischia, vi si stabilirono definitivamente nel 1943, dopo che Paolo ebbe lasciato la sua cattedra a Lipsia.
Il giovane Giorgio compì i suoi primi studi in Germania, al gymnasium di Breslavia, poi a Lipsia, ma, dopo l’ascesa al potere di Hitler, decise di continuare gli studi in Italia, sfruttando la cittadinanza materna. Anziché ripercorrere le orme del padre, come questi avrebbe desiderato, Giorgio, ancora studente di liceo, rimase affascinato da uno scritto del 1890 di Julius Beloch: a Lacco Ameno, sul versante settentrionale d’Ischia, erano stati rinvenuti numerosi reperti e nella Valle di San Montano erano state scoperte delle sepolture del V secolo; già Tito Livio raccontava che i Greci dell’Eubea, prima ancora di fondare Cuma si erano stabiliti sull’isola. Al tempo, però, nessun ritrovamento era in grado di dare credito a questa testimonianza: il giovane Buchner sentì questa sfida come un impegno e capì che da quel momento l’archeologia sarebbe stata la sua vita.
Di lì la decisione di studiare lettere classiche a Napoli e successivamente a Roma, dove nel 1938 si sarebbe laureato in paletnologia con una tesi sulla preistoria e l’archeologia di Ischia dal titolo “Vita e dimora umana nelle Isole Flegree dalla preistoria ai tempi romani”. Gli anni ’40 e ’50 vedevano i grandi dell’archeologia concentrarsi quasi esclusivamente sui siti di Pompei, Ercolano e Paestum, mentre Ischia – l’antica Pithecusa – era considerata un antico scalo greco, non certo una colonia. Nel 1949 Buchner prese servizio come funzionario della Soprintendenza archeologica di Napoli con delega per Ischia e diede inizio a degli scavi, prima sulla collina del Castiglione, poi nella valle di San Montano a Lacco Ameno, con il ritrovamento della necropoli della colonia greca di Pithecusa, utilizzata dall’VIII secolo a.C. fino all’età romana. Furono rinvenuti corredi con monili (vasi, piccole sculture di terracotta, brocche e coppe, scarabei egizi, lingotti di piombo, attrezzatura da pesca, pesi per telaio, strumenti da lavoro) e, soprattutto, la coppa di Nestore, custodita in una ricca tomba a cremazione, portata alla luce e ricomposta dallo stesso Buchner:
Si tratta di una kotyle alta una decina di centimetri e datata al 725 a.C. Faceva parte del ricco corredo funebre appartenuto a un fanciullo di dieci anni. La coppa reca inciso su di un lato in alfabeto euboico in direzione retrograda, come nella consuetudine fenicia, un epigramma formato da tre versi, che allude alla famosa coppa descritta un passo dell’undicesimo libro dell’Iliade di Omero: La coppa rappresenta ancora oggi il più antico riferimento scritto all’Iliade e può essere considerata la prima testimonianza di riferimento per l’alfabeto greco. La scoperta di Buchner portò a un’autentica rivoluzione nelle conoscenze riguardanti la Magna Grecia e di conseguenza anche quelle riguardanti la Grecia arcaica da una parte e l’Italia antica dall’altra: si riconobbe Ischia come prima colonia della Magna Grecia, snodo commerciale nevralgico per i traffici con le colonie siciliane, con Cuma, Neapolis e le città etrusche, nonché vivace centro di produzione di ceramiche. Nel 1947 Buchner e il vulcanologo Alfred Rittman crearono un museo, chiamato Museo dell’Isola d’Ischia, che più tardi sarebbe confluito, assieme ai reperti rinvenuti negli scavi successivi, nel Museo Archeologico di Pithecusae. Il museo fu inaugurato ufficialmente il 17 aprile 1999 alla presenza di studiosi di primo piano come sir John Boardman, illustre professore ad Oxford, il conservatore capo del Museo del Louvre, Alain Pasquier; il direttore del Pergamon Museum di Berlino, Wolf Dieter Helmeyer; Gloria Olcese, ricercatrice presso il museo berlinese; Yoannis Tzedakis, direttore generale del Ministero della Cultura della Repubblica Greca; Paul Zanker, decano degli studi sulla Magna Grecia dell’Università di Milano; l’archeologo e docente Piero Orlandini, l’insigne grecista Marcello Gigante, l’archeologo e storico dell’arte Fausto Zevi dell’Università di Roma.
Speciale Reportage Fotografico Di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter
Collaborazione: Assunta Barbieri
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