Procida, Scala tuona: Nulla da dire, trattasi di geni!
Faremmo decisamente a meno di scomodare “i geni” che, a caro prezzo, si prendono cura, per terra e per mare, del nostro bene comune ma, le disposizioni contenute in due recenti ordinanza riguardanti il deposito e la raccolta dei rifiuti solidi urbani, che continuano una lunga serie di norme ferlocche (vedi decoro, rimozione condizionatori, eccecc), fanno a gara per contendersi il “gongolino d’oro”.
Ad esempio, neanche i famigerati turisti svizzeri, sbarcati a Procida per caso avrebbero pensato di applicare il nuovo dispositivo di conferimento dei rifiuti in alcune zone del territorio isolano, particolarmente antropizzate, che non permettono di adeguarsi al modello ordinato. Via Roma, ad esempio, rappresenta una cortina continua dove i fabbricati sono caratterizzati, all’interno, dalla presenza di più di sei condomini. L’ingresso è stretto e si nasconde decine di rampe di scale per arrivare ad un piccolo disimpegno dove si aprono i vani di accesso alle unità immobiliari. Quindi, in base a questa ordinanza si chiede di raccogliere all’interno, dove spazio non c’è, il contenitore, per riportarlo fuori al momento della raccolta, ovvero nelle strette adiacenze di attività commerciali, artigiane, aree in concessione e tanto altro che, di certo, ricevendo un innegabile fastidio di estetica e di cattivi odori per alcune tipologie di rifiuto, non avrebbero altro da fare che aprire contenziosi sia all’interno dei condomini che con la stessa pubblica amministrazione. Stesso discorso per i fabbricati ubicati nel centro storico (Via Vittorio Emanuele, Via P. Umberto, Via B. Pagano, etc. dove, in aggiunta, si somma la carreggiata talmente stretta che i bidoni, laddove posti in ottemperanza all’Ordinanza, arrecherebbero intralcio al traffico veicolare e al normale andamento dei pedoni. Ricordo, inoltre, che ci sono “Palazzi Storici” che hanno il pregio di essere visti anche in diverse manifestazioni che si tengono sul territorio isolano, che dovranno munirsi di questi contenitori. Paradossale, poi, leggere l’ordinanza n. 36 con la quale, come Ponzio Pilato, ci si defila da ogni decisione affidandosi non solo ad accordi con la Tekra, ma addirittura pretendendo l’esistenza di “situazioni obiettive e documentabili”, frase che genera la più totale incertezza in sede di applicazioni concrete (“documentabile” significa “che può essere provato con documenti e non si comprende quali documenti debbano essere prodotti per provare l’impossibilità di ottemperare all’ordinanza): con la conseguenza che sarà più facile sottrarsi alla sua applicazione.
Nulla da dire trattasi di geni!
Dott. Menico Scala