Procida, l’ospedale resta senza riscaldamento
Il disagio si sta verificando proprio nei giorni più freddi dell’anno. Il guasto agli impianti di climatizzazione del piccolo presidio dell’ex Capitale della cultura già guasti dalla scorsa estate
Passata la sbornia dell’onore è successo di Procida Capitale della Cultura, l’isola torna la terra di Arturo e di Graziella, alle prese con i suoi molteplici problemi e le difficoltà di un territorio che sui servizi e le infrastrutture arranca. L’Ospedale Civile Gaetanina Scotto è un ospedale a gestione diretta di Procida che fa parte dell’ASL Napoli 2 Nord, già fortemente ridimensionato con i tagli alla spesa pubblica del recente passato, con meno di 10 post letto, da settimane con la sua Chirurgia Generale, la Ginecologia, la Medicina Interna – Generale, il Pronto soccorso e la Radiologia e Diagnostica per Immagini combatte contro il freddo ed il gelo. Una situazione catastrofica, e non è un eufemismo, sia per i pazienti che per il personale addetto. In ospedale a Procida si rischia la vita, si rischia l’ipotermia e tutto questo non è accettabile
Mancano i servizi minimi, manca riscaldamento nell’Unione presidio sanitario dell’isola e il disagio cade proprio nei giorni più freddi dell’anno. L’Azienda sanitaria Locale Napoli 2 fa orecchie da mercante. Infatti il sistema di climatizzazione della struttura sta dando problemi, è guasto, già dalla scorsa estate. E’ assurdo che dopo oltre sette mesi non si siano assunti ancora provenienti e non si siano riparati gli impianti esponendo gli operatori, i malati ed i degenti che popolano la struttura sanitaria pubblica rischino la pelle. Non bastano le coperte e le stufe elettriche di fortuna la situazione resta critica. Al Gaetanina Scotto di Perrottolo gli ambienti sono invivibili, si rischia la vita quotidianamente, altro che preservarla: lo stato in cui versa il complesso ospedaliero minaccia la salute pubblica.
L’Ospedale Civile, a Procida, è l’unica struttura sanitaria e in inverno, con i collegamenti a singhiozzo ed i limiti della insularità non può permettersi di perdere anche questo presidio di assitenza sanitaria, di mettere a rischio la salute dei suoi pazienti, di essere senza riscaldamento e acqua calda nei giorni più freddi dell’anno. Siamo a gennaio, con la colonnina di mercurio che scende sotto lo zero di sera, con il Vesuvio innevato e con una nuova mutazione della pandemia da Coronavirus he incombe. Nell’unica struttura sanitaria, la principale dell’isola che è stata Capitale della Cultura, manca un elemento fondamentale. Motivo? La totale mancanza di cultura della pubblica amministrazione, dell sanità campana, nella tutela dei diritti primari dei cittadini, il diritto alla salute. La totale assenza di cultura della gestione regionale della sanità Campania che investa sulle isole, le riconosca il disagio, con impegno e sostegno economico e, soprattutto, garantendo il funzionamento, non diciamo, ottimale, ma minimo delle strutture pubbliche. Inutili le segnalazioni e le richieste di intervento da parte della direzione e della popolazione all’indirizzo del’ASLNa2 nord del direttore Generale Mario Iervolino.Gravi le colpe delle istituzioni locali, dei vertici dell’Azienda Sanitaria responsabile per competenza, di chi doveva intervenire e non lo ha fatto. Una vergogna pubblica, manifesta al punto da divenire indecente. Serve intervenire al più presto, non è più operabile questo stato di cose. Servono soggetti ed istituzioni in grado di dare voce e soluzione alle giuste istanze del presidio e del territorio insulare. All’ospedale di Procida si rischia di morire di freddo. Qualcuno intervenga.