Un Procida silente come d’altronde un po’ tutti in questo periodo. Il virus sta mettendo a dura prova tutti compreso lo sport. Un anno particolare questo per il Procida che ha iniziato la sua stagione no, nel modo migliore, a causa delle varie difficoltà che hanno riguardato dapprima la formazione della società, il budget ridimensionato e poi l’assenza del campo che ha costretto la squadra ad allenamenti spartani e soprattutto dislocati qua e là. Un campionato però che nonostante tutto è stato, almeno fin quando si è giocato, più che soddisfacente e che ha mostrato il vero animo e la vera forza di questa squadra che è essenzialmente il gruppo.
Di questo e altro ne abbiamo parlato con uno dei protagonisti del Procida, l’estremo difensore LaMarra che lo scorso 30 marzo ha lasciato invece che in porta quel pallone ci entrasse: e ci riferiamo alla sua laurea.
Innanzitutto complimenti per il grande traguardo raggiunto… Poi parliamo di questo Procida, che campionato è stato? E soprattutto se ti/vi ritenete soddisfatti di quanto fatto almeno fin quando si è giocato…
«Grazie per i complimenti e per gli auguri. In merito al campionato, sicuramente non è stata un’annata facile e soprattutto iniziata benissimo considerando le nostre grandi difficoltà provenienti principalmente dall’assenza del campo. Ciò nonostante però siamo partiti bene, riuscendo a conquistare punti importanti, poi indubbiamente l’impossibilità di allenarsi su un campo, sul proprio campo ci ha condizionato e a lungo andare la condizione fisica come è ovvio e logico che sia ne ha risentito, si è fatta sentire, ma ognun di noi ha sempre cercato di dare il massimo e di non venir mai meno ai propri impegni e alle proprie responsabilità fuori e dentro dal campo – e ancora aggiunge – la squadra ci ha messo l’anima, ha dato tutto. Questo era per noi un anno di transizione e credo che abbiamo ben dimostrato il nostro valore sia nei momenti difficoltà quando per causa di forza maggiore eravamo a corto di uomini, vuoi per gli infortuni, vuoi per le ammonizioni, sia in quelli dove invece eravamo al completo e siamo riusciti a pareggiare con due squadre, due corazzate come Ischia e Pianura. Quindi in definitiva credo che sia stata una stagione positiva anche se per forza di causa maggiore non si è conclusa».
A proposito di questo stop obbligato, quali secondo te le conseguenze soprattutto in riferimento al calcio dilettantistico e non di questa stagione, ma per la prossima annata, che potrebbe mettersi davvero male se si prolungherà ancora la chiusura di aziende, visto che i maggiori proventi per il calcio arrivano da lì, dagli sponsor…
«E’ stata una scelta forzata e dovuta per motivi di gran lunga più importanti e che riguardano la salute di ognuno di noi. Indubbiamente le conseguenze soprattutto per noi dilettanti saranno importanti se si continua su questa strada. E’ ovvio che ciò che ci auguriamo è che tutto questo non incida o per lo meno incida il meno possibile sulle attività isolane che riguardano principalmente il turismo. Tutto ciò che possiamo fare è rimanere a casa e sperare che passi quanto prima».
Prima parlavi della squadra al completo e di quello che si è riusciti a fare… Qual è la vera forza del Procida?
«E’ il gruppo, l’unione di tutti noi, la passione e soprattutto il nostro mister, se esiste questo gruppo è grazie a lui è lui che riesce a tenerci uniti in ogni situazione».
Un gran portiere e un neolaureato, un dottore: volere è potere?
«No è la passione che prima o poi ti ripaga di tutto, nel calcio così come nella vita».