Processo Free Market, il giorno di Bonavoglia
Nell’udienza di ieri è stato ascoltato il comandante della Stazione dei Carabinieri di Barano che avviò le indagini sulle attività dei mercatini locali
Nuova udienza nell’ambito del processo originato dall’inchiesta Free Market. Ieri è stata la volta della deposizione del Comandante Bonavoglia, responsabile della Stazione dei Carabinieri di Barano. Durante la testimonianza, iniziata intorno alle ore 15.00 dopo una lunga attesa, il militare ha ripercorso quella che è in sostanza la genesi dell’inchiesta, a partire dalla denuncia di Alessandro Slama per le presunte attività illecite che si svolgevano durante l’attività mercatale nel Comune di Barano.
Denuncia che innescò le indagini, dapprima tramite controlli eseguiti sul posto, cercando di appurare a che titolo gli esercenti occupassero l’area, senza riuscire a trovare risposte concludenti. Circostanza che indusse i Carabinieri ad ascoltare il comandante della Polizia municipale Ottavio Di Meglio, e il tenente Antonio Stanziola. Quest’ultimo non si sarebbe dimostrato completamente collaborativo. Di conseguenza, partirono le attività investigative, comprese le operazioni di intercettazione, le cui richieste furono sottoscritte dal comandante. Durante l’udienza, uno degli esponenti della difesa, l’avvocato Alfredo Sorge, ha messo in evidenza l’inusitato lasso di tempo trascorso tra i primi atti di indagine, datati 3 agosto 2013, mentre gli atti arrivarono in Procura soltanto a metà ottobre. Un ritardo apparentemente inspiegabile, secondo l’avvocato Sorge: in ogni caso il teste non ha addotto alcuna ipotesi su eventuali motivazioni della circostanza.
Il militare sequestrò anche la contestata autorizzazione paesaggistica a favore dell’albergo Casa Bianca dei Maronti, ulteriore ramo dell’inchiesta originata dalla denuncia di Alessandro Slama
Durante la deposizione, concentrata prevalentemente sul ramo d’inchiesta relativo alle attività dei mercati comunali, è stato toccato anche il secondo ramo, quello relativo alle vicende dell’albergo Casa Bianca ai Maronti, in quanto i Carabinieri sequestrarono materialmente la contestata autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune. Un’autorizzazione che arrivò due mesi prima dell’emissione di un’ordinanza di demolizione: un comportamento contraddittorio che il Gip attribuì all’intenzione di favorire il signor Raffaele Piro, gestore della struttura di proprietà della signora Maddalena Migliaccio. Provvedimento paesaggistico che secondo gli inquirenti fu falsificato. Come si ricorderà, secondo l’accusa la contraddittorietà tra i due provvedimenti, entrambi emanati da Stanziola in qualità di responsabile dell’Ufficio tecnico, si spiegherebbe in quanto la prima sarebbe stata usata come spada di Damocle per svilire il valore dell’immobile, per mezzo della quale ottenere un canone d’affitto più favorevole.
Oltre al Comandante Bonavoglia, altri militari che hanno eseguito le attività di indagine sono già stati ascoltati durante questo lungo dibattimento, iniziato circa un lustro fa, in cui i tredici imputati sono a vario titolo ritenuti responsabili, tra l’altro, di più episodi di peculato, concussione, corruzione per l’esercizio della funzione, abuso d’ufficio, falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico e truffa in danno del Comune di Barano. Le attività investigative iniziarono proprio grazie alla citata denuncia di Alessandro Slama nei confronti del tenente Stanziola, denuncia che diede origine a un’indagine sempre più ampia, arrivata a coinvolgere un gran numero di personaggi di Barano: Paolino Buono, Salvatore Di Costanzo, Alexandra Eugenia Di Meglio, Ottavio Di Meglio, Maria Grazia Di Scala, Ernesto Napolano, Ciro Pinelli, Raffaele Piro, Antonio Schiano, Antonio Scordo, Antonio Stanziola, Antonio Vuoso e Giorgio Vuoso. La prossima udienza è stata fissata per il 6 aprile.