È proseguita ieri la deposizione del primo teste dell’accusa nel processo al giudice Capuano. Dinanzi al Tribunale di Roma, al banco dei testimoni è continuato l’esame della dottoressa Quattrone, la funzionaria di polizia che era già stata ascoltata giovedì scorso. Stavolta l’udienza ha dato spazio al controesame da parte della difesa, gli avvocati Alfonso Furgiuele e Alfredo Sorge. I legali di fiducia del giudice hanno essenzialmente cercato di mettere in luce le presunte carenze dell’attività investigativa, in quanto solo quelle favorevoli all’accusa sarebbero state portate a conoscenza del pubblico ministero e del tribunale, mentre altre, quelle dunque favorevoli all’imputato, sarebbero state “trascurate”, finite cioè in qualche modo in secondo piano rispetto alle prime, con conseguente danno per la difesa.
In sostanza la strategia difensiva si è mossa su questa linea: evidenziare tutte le conversazioni dalle quali emergerebbe praticamente il contrario di quello che l’accusa sostiene Nonostante le due udienze, l’esame della testimone non è finito, a conferma del carattere centrale che rivestono le intercettazioni in questo processo originato dall’attività investigativa diretta dalla Procura di Roma, che portarono alle accuse nei confronti del magistrato e di altre cinque persone, il consigliere circoscrizionale di Bagnoli Antonio Di Dio, Giuseppe Liccardo, Elio Bonaiuto e il libero professionista Valentino Cassini; le accuse riguardano presunti episodi di corruzione e collegamenti con appartenenti alla malavita.
Ai cinque sono mosse diverse contestazioni a vario titolo: millantato credito, traffico di influenze illecite, favoreggiamento personale, corruzione per esercizio della funzione, corruzione in atti giudiziari, tentata estorsione. La dottoressa Quattrone sarà infatti nuovamente ascoltata a luglio. Ma prima di allora si svolgerà un’altra udienza nel mese di giugno, quando sarà chiamato a deporre l’ispettore Carnevale. Come si ricorderà, il processo immediato riguarda il solo dottor Capuano, che dallo scorso gennaio è ristretto ai domiciliari dopo aver beneficiato della revoca della misura che prevedeva la custodia cautelare in carcere dopo la pronuncia del Riesame.