“Prive di senso e logica le accuse a Giosi e Silvano Arcamone”
Di Francesco Ferrandino ISCHIA
. Ieri davanti al giudice dell’udienza preliminare Vincenzo Alabiso, sono ripresi due procedimenti, l’uno relativo all’alluvione di Casamicciola di oltre sei anni fa, l’altro riguardante la frana di Cartaromana nel 2013, che pur riguardando fattispecie diverse, sono comunque legate dal fatto che entrambe coinvolgono l’attuale sindaco di Ischia, Giosi Ferrandino, e il dirigente dell’ufficio tecnico dello stesso comune, l’architetto Silvano Arcamone. Il primo dei due procedimenti, come detto, riguarda il disastroso evento che nel novembre 2009 devastò il comune di Casamicciola, nell’ambito del quale il pubblico ministero Fabiana Magnetta chiese il rinvio a giudizio per i due (che all’epoca rivestivano gli stessi ruoli nell’amministrazione del comune termale) insieme all’ex sindaco di Casamicciola Vincenzo D’Ambrosio e al dipendente comunale Simone Verde. Oltre all’accusa di omicidio colposo della giovane Anna De Felice, annegata nei pressi del Pio Monte, il pm aveva contestato anche quelle di disastro e frana colposi, in relazione l’utilizzo dei fondi regionali per la bonifica degli alvei destinati ad accogliere le acque piovane. Su questo punto fondamentale, l’avvocato Genny Tortora, legale di fiducia di Giosi Ferrandino e Silvano Arcamone, ha messo in campo un’articolata difesa. Innanzitutto, sono stati evidenziati i gravissimi errori intervenuti nella fase delle indagini, portate avanti da tre diversi corpi di forze dell’ordine: Guardia di Finanzia, Carabinieri e Guardia Forestale. In particolare, la Finanza avrebbe erroneamente individuato la natura del finanziamento in questione, che riguardava la riqualificazione e valorizzazione delle risorse e delle aree termali. L’amministrazione dell’epoca avrebbe quindi correttamente impiegato i finanziamenti, mentre l’indagine avrebbe confuso la riqualificazione termale con la difesa del suolo. Quest’ultimo aspetto è infatti di competenza ripartita tra la Regione e la Provincia, senza alcuna responsabilità del Comune, a cui quindi non spettava affatto la manutenzione e la bonifica degli alvei per le acque piovane. Un errore che di fatto avrebbe “sballato” l’intero impianto dell’indagine. Fra l’altro, Carabinieri e Guardia Forestale nel corso degli accertamenti hanno correttamente individuato le rispettive competenze degli enti, riconoscendo in pratica la correttezza del comportamento dell’amministrazione guidata da Giosi Ferrandino (all’epoca sindaco a Casamicciola). Inoltre, lo stesso tecnico di parte nominato dalla Guardia Forestale, il professor Ortolani, ha pienamente riconosciuto la natura di evento eccezionale e imprevedibile dell’alluvione di quell’autunno 2009. Una serie di argomentazioni, quelle messe in campo dall’avvocato Tortora, che se confermate porterebbero alla caduta delle pesanti accuse nei confronti dei soggetti chiamati in causa dal magistrato inquirente. Dopo ben due ore di discussione, il Giudice per l’udienza preliminare ha ritenuto di non poter ancora decidere, rinviando le parti all’udienza del prossimo 13 aprile. L’altro procedimento, quello riguardante i fatti consumatisi a Cartaromana nel 2013, relativi ad un’ordinanza che delimitava un tratto di spiaggia a seguito di un evento franoso, e che si sarebbe dovuto discutere ieri dinanzi allo stesso magistrato, è stato invece subito rinviato per l’assenza dovuta a legittimo impedimento dell’avvocato Giglio. Anche in questo caso le parti si ritroveranno davanti al Gup Vincenzo Alabiso mercoledì 13 aprile.