Prevenzione del randagismo canino: ora si fa sul serio
Il Comune d’Ischia richiama la Regione Campania e l’ASL alle proprie responsabilità
Chiunque si prendesse la briga di leggere le cronache, dei principali organi di stampa, degli ultimi quattro-cinque anni, si accorgerebbe – ben prima dello scoppio della pandemia da “SARS COV2” – delle molteplici iniziative animaliste, puntiformi, degli enti locali (ad esempio: Procida) volte soprattutto ad incentivare le sterilizzazioni, con l’endorsement delle compagini ecologiste. Queste ultime – nelle more dell’aggiornamento dell’elenco comunale delle associazioni (ad Ischia) e del precipuo avvio del nuovo Registro Unico Naz. Terzo Settore (la riforma, sancita dal D.L.vo 117/17, si sta perfezionando di giorno in giorno) – dopo lo scioglimento delle sezioni isolane WWF, ENPA, Lega Difesa del Cane, ANPANA, Pro Animale, OIPA, UNA, AVI, si sono ridotte, sostanzialmente, a nove: P.A.S. Pronatura-Pan Assoverdi Salv. fondata nel 1989 (iscritta, per 19 anni, all’albo zoofilo regionale), Legambiente, AISA, Verdi Amb. Società, Hester, LAAI, “Un atto d’amore”, “I Pelosi”, Noa Kronos (già “Assomare Amb. Assobaln.”: ved. D.P.G.R. 25-9-1996 n. 14026).
La “matricola”, nell’attuale “albo generale del volontariato” (n. 2760, Nucleo A.N.C. Prot. Civile, via Alfredo De Luca 34 – Decr. 20 maggio 2021 n. 586) non si interessa di tematiche naturalistiche.
I COMUNI E L’OBBLIGO DI VIGILANZA SUGLI ANIMALI
Come si ricorderà, molti tribunali civili italiani – richiamando persino gli orientamenti dell’Unione Europea – hanno condannato, in solido, Amministrazioni Municipali ed ASL (responsabilità extracontrattuale) per i danni causati ai cittadini dalle morsicature, in aree pubbliche, di quadrupedi raminghi. Per scandagliare la questione della cogenza delle direttive comunitarie ed il groviglio di competenze, nell’ambito degli interventi di polizia veterinaria, pure sulla scorta della recente L.R. 11 aprile 2019 n. 3 – che ha abrogato e sostituito la precedente L.R. 16/2001 – abbiamo chiesto lumi all’Ufficio Legale della “Pan Assoverdi Salvanatura”. Al coordinamento ambientalista si deve, tra l’altro, da tempo immemorabile, un’attività “de facto” sostitutiva del “servizio di accalappiacani” (la ONLUS – consapevole che il dissesto finanziario della Regione Campania discende, in larga parte, dalle spese sanitarie – ha sollecitato, più volte, altresì idonee campagne sinergiche anti-randagismo, un riordino delle “colonie feline” allo stato brado, la creazione – in economia – di un canile sanitario di prima accoglienza). Sin dal 1934, l’ordinamento poneva a carico dei Comuni le spese per la vigilanza sulle bestie incustodite (art. 91, lett. C, punto 19, R.D. 383/34). Dalle “linee programmatiche tese a favorire il welfare degli esseri viventi non umani” (ove si consiglia la “catarsi” dell’80% della popolazione canina e dei “micioni”) emerge: per “colonia felina” s’intende un gruppo di gatti (minimo due) che vivono in libertà e frequentano abitualmente uno stesso territorio. In poche parole, i “miao miao” possono scegliersi i luoghi dove stabilirsi, non esclusi i fondi privati all’aperto o pertinenziali. Le colonie, gestibili vieppiù da singoli volontari (“gattari”) autorizzati dai Comuni e dalle ASL, sono inamovibili, salvo per gravi e motivate ragioni sanitarie o di ordine pubblico, da assumersi tramite apposite ordinanze contingibili ed urgenti. Ovviamente, per poter accedere alle aree condominali, affidate ai “benevoles”, occorre il consenso della maggioranza dei proprietari. Per i furetti e i gatti padronali, l’iscrizione, a pagamento, all’anagrafe regionale (obbligatoria per i “fido”) risulta facoltativa.
“Dal 2007, per effetto dell’art. 1, comma 829, L. 296/2006 – chiarisce l’avv. R. Arcamone, a nome della “P.A.S.” – spettano prioritariamente ai Comuni, singoli o consociati, i piani di controllo delle nascite degli animali erranti, attraverso le sterilizzazioni, mentre, ai sensi della legge-quadro 281/91, rimangono in capo alle Regioni i programmi di prevenzione del randagismo, sentite le organizzazioni free volunteering. Non conosciamo gli esiti del bando ASL n. 275/21, di 290.000 euro. Per superare le lungaggini a cui vanno incontro gli enti autarchici territoriali, il Consiglio Direttivo della “P.A.S. Pronatura” ha deliberato l’acquisto di lettori elettronici portatili, pet scanner, ISO 11784/5 – che verranno donati ai Comandi Vigili Urbani – per identificare i cagnolini smarriti. Dalle circolari esplicative dell’art. 5, c. 1, lettere “b”, “d”, della normativa regionale 3/2019, si desume che, d’ora in avanti, le Aziende Sanitarie intenderebbero farsi carico – “nella stretta osservanza delle disposizioni impartite dal commissario ad acta per il patto di rientro dal disavanzo sanitario” – solo degli oneri, inclusi la microchippatura e la degenza post-operatoria, dei digitigradi vaganti, accalappiati per strada e/o raccolti dai volontari, avviati ai canili o alle colonie dei “felis catus”.
IL PARADOSSO: BRACCONAGGIO SI’, ANIMALI NO
La gratuità, in Campania, delle sterilizzazioni di canidi e felidi senza padrone fu ottenuta, per la prima volta, nel 1993, dopo un lungo braccio di ferro tra l’ex consigliere verde Antonio D’Acunto e gli Ordini Veterinari, che cercarono di boicottare l’opzione. Tuttora, i tentativi di camouflage non mancano. Indurre gli apparati statali a fare il proprio dovere, rientra tra gli scopi sociali dell’organizzazione che ci onoriamo di rappresentare. Parallelamente, attraverso la frequente citazione di norme, perseguiamo – nel nostro piccolo – fini pedagogici, volendo facilitare la conoscenza popolare di massa di trattati, leggi, codici, decreti, prescrizioni, usi, consuetudini, poco pubblicizzati. Alcun sodalizio isolano può rivendicare – come la “P.A.S.” – 27 anni di ininterrotta iscrizione nel registro del volontariato, benché l’elenco sia sottoposto a revisione biennale. In virtù del principio di conservazione degli atti, riteniamo ancora vigente l’albo zoofilo reg., costituito ai sensi delle LL.RR. 36/1993, 16/2001”.
“A prescindere dalla Riforma Bassanini, l’ex “Catapano”, quale Ufficiale di Governo – aggiunge il professionista forense – resta la prima autorità sanitaria del paese, nonché titolare delle ordinanze contingibili e responsabile dei quattrozampe non registrati. Agli statuti municipali va riconosciuto il valore di fonti subprimarie. Siamo stati costretti a denunciare, alla Magistratura, la vendita illegale di cuccioli, d’intesa coi Carabinieri Forestali. Nell’ottobre 2018, il TAR Campania, Napoli, Sez. V, n. 958, ha sospeso il provvedimento di un sindaco beneventano, che proibiva alla collettività la somministrazione di cibo, nelle piazze, agli animali abbandonati. Gli amministratori di condominio (L. 220/12) non possono vietare la detenzione, nelle case, di esemplari d’affezione, salvo se producono strepiti (rumori molesti) oltre la normale tollerabilità, nelle ore notturne. A proposito d’inquinamento acustico da fucilate, siamo rammaricati del fatto che i referendum anticaccia non si svolgeranno, poiché la Cassazione ha invalidato oltre 170mila firme dei sottoscrittori. Assistiamo, nei boschi ischitani, alla ripresa del bracconaggio primaverile contro i piccoli uccelli.
Per pacifica giurisprudenza, non solo i regolamenti comunitari, ma anche le sentenze interpretative, ultra partes, della Corte di Giustizia e le Direttive UE “self executing” (incondizionate, sufficientemente precise) trovano immediata applicazione nell’ordinamento italiano, grazie inoltre al provvido inserimento della tutela zoofila nell’art. 9 della Costituzione. Ciò spiega il panico che sta suscitando, tra i balneari, la famosa Dir. Bolkestein, n. 2006/123/CE, di stretta attualità negli ultimissimi giorni. Nessuno però si è preoccupato di perorare la reviviscenza dei titoli storici, in quanto – fino al 1974 (per 530 anni) – nell’antica Inarime gli arenili appartenevano al demanio comunale, per effetto dei privilegi aragonesi, risalenti al 1443”.
Con l’occasione, abbiamo domandato agli esperti della “P.A.S. Pronatura-Pan Assoverdi S.” – in collaborazione col C.R.I.U.V. – Centro di Riferimento Igiene Urbana Veterinaria (ex Frullone) – un approfondimento sulla controversa compatibilità della parziale evirazione con la difesa del benessere animale, posto che ormai accanto ai “no vax”, esistono vari movimenti “no sterilize” (costoro ritengono le limitazioni delle nascite dei pedomorfi domestici eventi traumatici, invalidanti e/o “contronatura”). I discendenti del “cynodictis eocenico”, benché addomesticati 14mila anni fa, permangono dei predatori. La sterilizzazione (per le femmine) – consistente nell’asportazione delle ovaie – o (per i maschi) la castrazione – di solito, con la rimozione dei testicoli o orchiectomia – sono interventi chirurgici routinari, incruenti, esenti da rischi, eseguiti in anestesia totale, da un veterinario abilitato, che rendono le specie sinantropiche incapaci di riprodursi.
La letteratura scientifica internazionale appare ormai concorde nel ritenere che la pratica (essa non comporta assolutamente traumi o mutilazioni, per i “pazienti a quattro zampe”) riduce l’aggressività dei “caudati”, il rischio di tumori e di infezioni virali. Sottacendo la diffusione incontrollata di ibridi che – se lasciati liberi nelle campagne – altererebbero gli equilibri naturali o potrebbero nuocere agli allevamenti zootecnici.
ENZO FERRANDINO E LA NOTA AL DIRETTORE DELL’ASL D’AMORE
Tornando alle più recenti iniziative messe in campo, in concreto, dalle autorità locali, per la salvaguardia zoofila (con risvolti sull’immagine turistica dell’isola di Tifeo, oltre che di carattere igienico-sanitario) va segnalata una caustica lettera rivolta al Direttore Generale dell’ASL Napoli 2 Nord e, per conoscenza, al Governatore De Luca, firmata da Enzo Ferrandino. Nella nota, protocollata col n. 4822, il “primo cittadino” di Ischia – convenzionato col canile privato “Fido e Felix” di Orta di Atella (CE) – richiama l’Azienda Sanitaria alle proprie responsabilità, chiedendo conto dei programmi di prevenzione del nomadismo canino, per le annate 2022-23. “Secondo gli ambientalisti – scrive Ferrandino – alla maggior parte degli interventi di profilassi, a beneficio dei quadrupedi vagabondi o semi-selvatici, nelle pubbliche vie e negli spazi di pubblica fruizione, provvederebbero i medesimi filantropi, presso ambulatori privati, a proprie spese”.
“Poiché – senza incorrere in errate interpretazioni del principio di “sussidiarietà orizzontale” – nessuno può chiedere al mondo del Terzo Settore di far fronte, in pianta stabile, alle inefficienze delle PP.AA. – pur apprezzando il lodevole spirito collaborativo delle associazioni spontaneistiche – la scrivente Amministrazione (conclude il commercialista) prega gli Uffici in indirizzo, di voler chiarire lo stato attuativo degli interventi finalizzati alla prevenzione del randagismo, il benessere degli animali, la difesa della salute collettiva”.