Presunta mala gestio, De Siano spara su Pascale
Il leader dell’opposizione lacchese ha indirizzato un’interrogazione parlamentare al Ministero dell’Interno sollevando una lunga serie di dubbi e pesanti contestazioni sull’azione amministrativa della compagine guidata dal primo cittadino
La calma è solo apparente. A Lacco Ameno la dialettica politica resta accesa, anche se la prova che lo dimostra viene non da un episodio accaduto nel comune del Fungo, bensì da un’interrogazione a risposta orale che il consigliere Domenico De Siano, nelle sue vesti di senatore, ha indirizzato al Ministero dell’Interno. L’interrogazione è datata 25 maggio e sollecita l’intervento del Viminale per chiarire una serie di circostanze legate all’azione amministrativa messa in campo dalla compagine guidata dal sindaco Pascale, che meno di due anni fa prevalse in un’accesa competizione elettorale, contro la formazione capeggiata dallo stesso senatore azzurro. Proprio dall’esito di quell’elezione prende le mosse l’interrogazione, in quanto De Siano scrive che “nel settembre 2020, si è insediata una nuova amministrazione comunale dopo una controversa e ad avviso dell’interrogante discutibile elezione che ha portato alla radiazione, da parte del presidente della Corte di appello di Napoli, degli elenchi dei presidenti di seggio di due dei presidenti sui quattro assegnati al Comune; risulterebbe altresì che le elezioni siano state decise grazie a repentini cambi di residenza e per l’ammissione nelle liste elettorali dei nuovi elettori e che questi elettori “di frontiera” siano tornati dopo pochi mesi al comune di origine , stracciando di fatto i termini perentori messi una garanzia del sistema elettorale dal Dpr n. 223 del 1960 e dal Dpr n.222 del 1989”.
Inoltre, il consigliere d’opposizione dichiara che il Comune di Lacco Ameno “risulterebbe essere uno dei pochi comuni della Campania a non aver estinto le passività pregresse relative al dissesto finanziario del 2015”, mentre, “come risulterebbe dalle relazioni della commissione di collaudo, il sistema fognario eseguito dalla precedente amministrazione Pascale nel 2017 risulta essere un autentico colabrodo”. La contestazione non risparmia poi l’appalto dei solidi urbani, scaduto a marzo 2022: De Siano lancia un’accusa precisa e pesante in quanto secondo il consigliere non solo tale appalto sarebbe in stato di “proroga tecnica” nonostante il bando di gara non lo prevedesse, diversamente da quanto previsto dal capitolato speciale approvato dopo l’espletamento della gara ma, “da quanto denunciato dalla stampa nazionale, l’appalto di Lacco Ameno sarebbe stato all’attenzione della criminalità organizzata”. Lo spettro decisamente ampio delle questioni incluse nell’interrogazione comprende anche le concessioni demaniali marittime: in quanto De Siano afferma che “quelle scadute il 30 dicembre 2020 continuerebbero ad operare abusivamente (si sta parlando di quelle non valide)”, mentre per quelle valide, invece, “il Consiglio di Stato ha deciso la scadenza per il 31 dicembre 2023”.
Altra pesante accusa viene lanciata in campo edilizio: “da quanto si evince dalle cronache locali – scrive il senatore di Forza Italia – le norme edilizie risulterebbero opzionali, tanto che persone conniventi con gli agenti della Polizia municipale, deputati al controllo del fenomeno sul territorio, avrebbero costruito manufatti abusivi” e che per le case di edilizia popolare (Acer) “si continuerebbero a proteggere e a nascondere fenomeni di abusivismo, favorendo quindi illegalità e degrado”.
Nel mirino del senatore azzurro l’appalto per la nettezza urbana, le concessioni marittime, e presunte connivenze in tema di abusivismo edilizio, ma anche la gestione dei fondi per la ricostruzione scolastica e i ritardi sul Puc
Inoltre per De Siano l’amministrazione comunale continuerebbe ad assumere personale inutile, aggravando le spese del Comune, che avrebbe anche approvato il regolamento per la riscossione dei tributi ma avrebbe “omesso di passare alla fase successiva della riscossione, paralizzando quindi l’intero apparato burocratico ed amministrativo”. Accuse anche verso la gestione degli istituti scolastici, che “non riuscirebbero a rientrare in una normalità gestionale post terremoto, per l’incapacità degli amministratori locali di gestire i fondi assegnati dal commissario di Governo per la ristrutturazione urbanistica comunale, e che il Puc, indispensabile per la ricostruzione del dopo sisma, sia bloccato da oltre un anno per l’incapacità dell’amministrazione di rispondere alle osservazioni poste dalla Città metropolitana di Napoli”.
Il senatore contesta anche l’operato del Consiglio comunale: “nella persona del suo presidente, sarebbe ben lontano dal ruolo di garante e super partes che dovrebbe avere, gestendo questi la propria attività con poca trasparenza e pressapochismo, grazie anche all’appoggio del sindaco e del segretario comunale”, accusa collegata al fatto che “risulterebbe ancora l’esclusione della minoranza consiliare nell’elezione della commissione locale per il paesaggio eletta, come mai era accaduto, con il voto determinante del presidente del Consiglio comunale, il quale in altre occasioni e soprattutto quando si è trattato di temi edilizi, si sarebbe sempre astenuto, forse a causa degli attacchi della stampa locale che denunciano in materia di situazioni gravi ed indifendibili che riguardano la sua famiglia”.
Il coordinatore regionale di Forza Italia chiede l’intervento del Viminale per aumentare i controlli, tutelare le minoranze consiliari, garantire i diritti democratici e la corretta gestione amministrativa del Comune
Infine, De Siano punta il dito contro la commissione che esaminerà i condoni edilizi e il piano della ricostruzione post sisma, che “sarà appannaggio della sola maggioranza e ciò sarebbe un fatto gravissimo che minerebbe i principi di democrazia e che rappresenterebbe un pericoloso conflitto d’interesse”, per poi rivolgersi al ministro chiedendo “se sia a conoscenza dei fatti descritti e se non ritenga necessario innalzare i livelli del controllo affinché non ci siano fenomeni di prevaricazione dei diritti delle minoranze negli enti locali ed evitare fenomeni di mala gestio confinanti a volte con la criminalità organizzata”, e “se intende intervenire con circolari o note esplicative al fine di chiarire il ruolo degli organi istituzionali e se non ritenga opportuno tutto il potere di accesso di cui all’articolo 143 del Tuel, al fine di rimuovere gli insidiosi fenomeni descritti e garantire i diritti democratici e la corretta gestione burocratica ed amministrativa di un ente pubblico come il Comune di Lacco Ameno”. Queste le non poche accuse lanciate dal coordinatore regionale azzurro contro l’amministrazione, che a quanto si apprende avrebbe già inviato al Ministero tramite la Prefettura tutte le risposte, punto per punto, alle contestazioni sollevate.