Porto conteso, Lacco si interroga sull’incognita gestione
Dopo la sentenza di merito del Tar, il Comune valuta le possibili strade per gestire l’importante infrastruttura dopo il passaggio di consegne, fissato per il primo luglio
Inizia a diradarsi la nebbia che avvolge l’immediato futuro del porto turistico di Lacco Ameno. Dopo la sentenza del Tar, che ha stabilito la liceità della proroga della concessione fino al 30 giugno, il Comune sta già muovendosi per arrivare pronto all’appuntamento in cui l’importante infrastruttura, considerata come la più importante del paese, sarà nuovamente sotto il controllo diretto dell’ente di Piazza Santa Restituta. Se, come auspicano in amministrazione, il primo luglio avverrà il passaggio di mano, potrebbero sorgere alcuni interrogativi sulle prenotazioni che da qui a tre mesi potrebbero arrivare da parte dei diportisti: insomma, la “staffetta” estiva non esclude qualche potenziale grattacapo, anche se resta da vedere come si comporterà la società concessionaria Marina di Capitello nel recepire tali prenotazioni, adesso che tutti sono consapevoli che la gestione cambierà nel mezzo della stagione turistica. Ad esempio, molto spesso i diportisti versano i pagamenti in più parti, con un acconto a inizio soggiorno, una quota a metà stagione e poi il saldo a chiusura del rapporto. La società dunque potrebbe forse evitare di stipulare contratti che si estendano oltre il 30 giugno; in caso contrario, il contratto a partire da quella data sarebbe nullo, con prevedibili aperture di vertenze dei clienti nei confronti del gestore.
In ogni caso, il Comune sta già facendo valutazioni su quale strada percorrere quando arriverà il momento di riprendere le redini dell’approdo turistico. Come si ricorderà l’ente aveva già avviato la procedura per l’affidamento dei servizi ausiliari di gestione del porto per i mesi invernali, procedura che poi venne sospesa dopo che il Tar aveva congelato in via cautelare la situazione esistente fino all’udienza di merito svoltasi la settimana scorsa. Inizialmente era comunque stata individuata una società disponibile a fornire tali servizi ausiliari, in pratica essenzialmente quelli di ormeggio, a partire da luglio e fino alla fine dell’anno: bisogna capire se ora, dopo la definizione del merito della controversia, il Comune possa di fatto riprendere tale procedura o comunque accettare l’offerta di una società che si dica disponibile a offrire i servizi citati fino al termine della stagione. D’altronde non si tratta di una procedura inedita: anni fa, prima di ottenere la concessione quinquennale tramite projectfinancing, la stessa Marina di Capitello si offrì al Comune per fornire i servizi presso la struttura, visto il poco tempo disponibile e la stagione turistica già iniziata, offerta che l’ente accettò.Anche l’iter per individuare il direttore della struttura era già stato avviato. Dunque, una modalità molto rapida per gestire da subito l’approdo e portare a termine la stagione 2022.
Alcuni interrogativi vertono sulla gestione delle prenotazioni dei diportisti, visto che la “staffetta” tra società e Comune per il possesso dell’approdo avverrà in piena stagione turistica
Per il futuro a medio termine, bisognerà valutare se continuare con tale sistema oppure creare una società di servizi interamente partecipata dal comune, sul modello della Marina di Pitecusa, e gestire la struttura senza nessun affidamento a terzi. Questa seconda possibilità dovrebbe comunque rispettare le nuove normative in materia, secondo cui bisogna rispettare gli spazi di mercato per i competitors privati, e l’ente deve dimostrare una maggiore efficienza di gestione rispetto a quella privata. Pensando al fatto che negli ultimi quattro anni il Comune non ha ottenuto nemmeno un euro dalla concessione, non dovrebbe essere eccessivamente complesso per l’ente dimostrare la convenienza di una gestione nuovamente pubblica. Anzi, come ha spesso spiegato il consigliere comunale delegato alla portualità, Giovanni De Siano, trattandosi di una sub-concessione, il Comune ha comunque dovuto pagare i relativi oneri annuali alla Regione, senza riscuotere i canoni dal concessionario. In pratica una gestione, quella privata, in forte passivo per il Comune.
L’amministrazione sta valutando se dare seguito alle manifestazioni d’interesse già avviate, e poi sospese, per individuare una società in grado di fornire i soli servizi ausiliari d’ormeggio necessari per garantire lo svolgimento dell’attività diportistica fino al termine della stagione
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L’opzione rappresentata dalla costituzione di una apposita società partecipata dovrebbe fare i conti col fatto che di consueto sono contemplati soltanto capitoli in uscita e mai in entrata, per sostenere la gestione del servizio, ma il porto turistico ha proprio la peculiarità di consentire al Comune di ottenere capitoli in entrata, coi proventi che possono essere reinvestiti senza scopo di lucro e permettere una serena gestione, con notevoli margini che l’ente potrebbe utilizzare per vari fini di pubblica utilità.
Nel frattempo si attende l’esito del lodo arbitrale, che dovrebbe definire le varie controversie di ordine economico tra l’ente e la società concessionaria. Inutile avventurarsi in sterili pronostici: il collegio potrebbe arrivare a una compensazione delle reciproche pretese, senza entrare troppo nel merito dei termini della concessione, anche se su quest’ultimo punto non andrebbe messa la mano sul fuoco, visto l’ineffabile guazzabuglio in cui la vicenda si è andata sviluppando, tra tribunale ordinario, giudizi amministrativi e lodo arbitrale.