CRONACAPRIMO PIANO

Piu controlli, meno reati: Ischia “promossa”

Nel pieno della stagione turistica Ischia si avvicina al mese di agosto che come da tradizione promette di essere da “bollino rosso”: tra affittanze abusive, truffe agli anziani che (per fortuna) riescono sempre meno, movida, DASPO, indisciplina alla guida, violenza di genere e sicurezza in mare, analisi a 360 gradi con il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Ischia Tiziano Laganà

Il presidio del territorio da parte dell’Arma è costante in ogni momento dell’anno, intanto però si avvicina agosto ed è come se ci fosse da monitorare quattro isole e non una, visto l’aumento esponenziale della popolazione. Intanto quali sono i primi segnali che arrivano da questo caldo mese di luglio?

«Innanzitutto ringrazio per questo incontro, perché con gli organi di informazione c’è e deve esserci sempre una stretta e proficua collaborazione soprattutto per mettere al corrente la cittadinanza di certi fenomeni. Il nostro ruolo, infatti, non è soltanto quello di reprimere ma anche di prevenire ogni possibile reato. Il lavoro che svolgiamo, come lei ha ben spiegato, si snoda lungo tutti i 365 giorni dell’anno ma è evidente che a Ischia come a Procida nel periodo estivo si incrementa la popolazione stanziale. Intanto però mi piacerebbe partire da un dato rassicurante».

Prego.

«Da un punto di vista statistico possiamo dire che nel corso dell’anno 2023 e nel primo semestre del 2024 i controlli del territorio da parte nostra sono aumentati di circa il 15 per cento rispetto all’anno precedente con una contestuale riduzione dei reati commessi. Questo per noi è un segnale molto importante e significativo perché aumenta la cosiddetta percezione della sicurezza sul territorio. Il turismo c’è, è un bene che ci sia, ci auguriamo anzi che sia presente il più a lungo possibile, ma mi piace sottolineare che l’attività preventiva è sempre fondamentale per prevenire una serie di reati. Ecco, ad esempio quest’anno tutte le campagne di sensibilizzazione sulle truffe agli anziani stanno dando un concreto risultato. Riceviamo diverse chiamate che ci segnalano tentate truffe che però non si consumano perché in molti hanno imparato gli stratagemmi messi in atto da certi delinquenti».

Insomma, noi siamo abituati a raccontare, la gente a leggere. Facendola breve, il fatto che non vengano messe a segno più truffe del genere non significa che i tentativi non siano comunque messi in atto…

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«Esatto, ma significa però che c’è una maggiore consapevolezza della cittadinanza e questo è possibile anche grazie (voglio sperare) alla campagna di sensibilizzazione a più riprese posta in essere dall’Arma dei Carabinieri – con riunioni presso associazioni, centri parrocchiali, affissione di locandine ed altro – ma anche e soprattutto tramite gli organi di informazioni che nel mantenere l’alta l’attenzione sul tema hanno svolto un ruolo fondamentale e determinante. Di fatto quando ormai ci avviamo alla fine di luglio, le truffe fin qui portate a compimento sono pari a zero. Lo diciamo facendo i debiti scongiuri, ma è un dato del quale prendiamo atto con estremo favore».

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Si parla meno in questa calda estate di affittanze abusive, ma forse perché il fenomeno si è industrializzato. Non a caso si registra un’impennata di B&B abusivi spesso promozionati sul web, fenomeno che ha subito una costante ascesa grazie anche al supporto della tecnologia.

«Diciamo che è semplicemente anche cambiato il nostro approccio, forse prima ci si soffermava maggiormente sulle abitazioni private: invece adesso appare chiaro che il fenomeno interessa anche e anzi forse soprattutto i cosiddetti esercizi abusivi di un’attività professionale. Affittacamere, B&B irregolari, esercitano in assenza di alcuna autorizzazione da parte delle autorità comunali, piuttosto che di altra natura, a seconda del tipo di attività che venga intrapresa. Insomma, abbiamo semplicemente e ulteriormente allargato il nostro raggio d’azione affinché tutto si svolga in modo lecito, anche perché così si informa pure l’autorità di pubblica sicurezza circa le persone alloggiate. Non solo, è possibile in questo modo anche vigilare su idoneità dei locali, somministrazione di alimenti e bevande, regolarità nella contrattualizzazione del personale e un’altra serie di servizi annessi e connessi».

Un altro capitolo riguarda la movida, che negli ultimi due anni sull’isola sembra aver cambiato volto, subendo una trasformazione peraltro da molti apprezzata e condivisa. Sembrano cambiate infatti le modalità del divertimento, che adesso prevedono aperitivi lunghi che iniziano prima del tramonto e poi terminano quando la notte è ancora nel pieno. Che cosa cambia per chi svolge il vostro compito?

«Quella a cui fa riferimento è una tendenza che si va consolidando già dallo scorso anno. C’è una diversa concezione della movida,che parte con i cosiddetti “apericena” e si evolve poi nel corso della serata. Per quanto riguarda i controlli cambia poco, i nostri sono rivolti sempre a tutela dell’esercente ma anche degli avventori. Ricordo che la nostra prima attività deve avere sempre una natura preventiva, i controlli sono mirati a verificare la correttezza dello svolgimento di queste attività di intrattenimento, in quanto la normativa è abbastanza chiara e va rispettata a prescindere che ci si trovi in ristoranti, stabilimenti balneari, bar. Bisogna ad esempio sempre distinguere tra l’attività danzante attiva e quella passiva, che prevedono autorizzazioni e procedure perfette e ovviamente differenti tra loro. La sicurezza è importante, immaginate cosa potrebbe potenzialmente accadere in un luogo chiuso con troppe persone presenti se qualcuno comincia ad abusare di sostanze alcoliche».

Negli ultimi tempi sull’isola stanno piovendo DASPO come grandine, sia per fatti legati a manifestazioni sportive che per fatti di cronaca abbastanza roboanti come gli episodi accaduti alla discoteca Momento e al bar Glamour. L’isola a suo avviso sta diventando particolarmente violenta, bisogna preoccuparsi o si tratta comunque di episodi sporadici e che rientrano nelle cosiddette statistiche?

«La giusta attenzione va mantenuta sempre, anche queste rientrano nelle classiche attività di servizio. Anche DASPO e DACUR possono essere considerate a tutti gli effetti misure di prevenzione per garantire sicurezza sul territorio e poterlo monitorare in maniera più agevole. Lei ha citato questi episodi, io ricordo anche i controlli presso determinati esercizi commerciali dove viene somministrato alcol ai minori: questo è un malcostume che riscontriamo spesso sul territorio e può portare parimenti a un pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica soprattutto a beneficio delle fasce più giovani che magari non hanno ancora piena consapevolezza di cosa rappresenti la propria quotidianità. Ma questo vale tutto l’anno, non solo d’estate: d’altro canto, a dirla tutta, ad esempio le partite si giocano nelle altre stagioni. Spesso, se posso fare una sottolineatura, quello che si riscontra è una sorta di insofferenza al controllo, sia che si tratti di una sanzione al codice della strada che a un monitoraggio su un esercizio commerciale o quant’altro. Ma questa azione è anche nei casi di specie operata per finalità preventive, e cioè per evitare degenerazioni e situazioni di degrado che potrebbero poi portare a reati anche di una certa gravità».

Poco fa si parlava di codice della strada. Noi isolani al volante continuiamo ad essere parecchio indisciplinati…

«Lo rileviamo anche dagli organi di informazione, sul territorio si verificano molti sinistri, che poi nel periodo estivo aumentano in virtù della presenza di un maggior numero di veicoli, anche a noleggio. Inoltre a Ischia le strade hanno la caratteristica di essere quasi tutte a doppio senso e questo tendenzialmente le rende esposte a un rischio maggiore rispetto ad arterie viarie con una confermazione diversa. I numeri in ogni caso sono eloquenti: abbiamo quasi raddoppiato negli ultimi tempi le sanzioni elevate al codice della strada, anche ritirando patenti, così come abbiamo assistito alla guida di veicoli a due ruote senza indossare il casco protettivo o mezzi in alcuni casi con tre persone e bordo e magari con i genitori che trasportano il figlioletto senza casco con tutti i rischi che ne conseguono. Vede, ribadisco una volta di più che l’obiettivo perseguito rimane quello di dare un senso alle cose che facciamo e quel senso è rappresentato dalla tutela delle persone».

L’ultimo fatto di cronaca legato alla morte di Marta Maria Ohryzko (sul quale ovviamente non entriamo nello specifico per tutta una serie di motivi, in primis l’indagine ancora in corso) dimostra come il fenomeno della violenza di genere sia purtroppo presente anche sulla nostra isola e di come riesca spesso a rimanere silenzioso, nascosto, nell’ombra nonostante tutti gli sforzi che sono stati fatti dalle forze dell’ordine e dai centri antiviolenza anche sul posto. Secondo lei cosa manca per arrivare ad una svolta?

«La parola giusta è sensibilità, è necessario averne una dose ben maggiore all’interno di una comunità, di un nucleo familiare. Il problema è questo: se riscontro una situazione di disagio, anche se questa non mi riguarda direttamente ma può magari interessare un familiare, un amico, anche un semplice conoscente, è importante far partire una segnalazione recandosi presso la caserma dei carabinieri e rappresentando la presenza di un potenziale rischio. Non devo essere per forza io la vittima di un reato, posso anche aver assistito a un episodio in maniera indiretta, aver ricevuto una confidenza, insomma spesso il primo anello della catena è determinante per mettere in moto quel meccanismo che consente di svolgere ulteriori accertamenti. Certo, poi per agire servirà comunque la denuncia querela della persona offesa però avere un elemento dal quale partire può davvero fare la differenza. E poi vale lo stesso discorso che facevo prima per le truffe agli anziani, magari se tutti sensibilizziamo e se tutti parliamo dell’argomento il discorso diventa di uso comune e tutto è più agevole».

Spesso il periodo di alta stagione è anche associato agli incendi dolosi, un altro fenomeno davvero difficile da debellare.

«Questo è un dato di fatto purtroppo confermato negli anni dalle statistiche. Ma stiamo provando e proveremo a continuare a svolgere controlli mirati nelle aree maggiormente sensibili per cercare di prevenire questo fenomeno con la collaborazione dei carabinieri Forestali. Proveremo a coinvolgere anche la Protezione Civile e il mondo associazionistico e svolgeremo attività con l’ausilio di droni e altre tecnologie per impedire episodi che in ogni caso sono davvero difficili da fermare all’origine. Ma anche qui bisogna affidarsi al senso civico del cittadino: se si assiste a un fatto che può essere lesivo non solo del singolo ma dell’ambiente allora si contatti tempestivamente il 112. Ne va della tutela della terra dove viviamo, andiamo a mare, a farci una passeggiata».

Quest’anno l’Arma dei carabinieri sarà presente in maniera ancor più ficcante in mare, con una serie di controlli mirati. Un settore, quello del diportismo, dove spesso vige la più totale anarchia e non ci si rende conto che le insidie che si nascondono sono spesso superiori a quelle delle strade, come abbiamo avuto più volte modo (purtroppo) di riscontrare.

«I nostri controlli nel settore spaziano su due diversi fronti. Da una parte monitoriamo il trasporto delle merci pesanti e dei camion che sbarcano ai porti di Ischia e Casamicciola con guardia costiera e guardia di finanza, dall’altra unitamente alla guardia costiera svolgiamo attività non soltanto in mare aperto ma pure presso gli ormeggi. Controlliamo coloro che sono a bordo delle imbarcazioni e sottoponiamo anche il conducente del natante al test alcolemico in modo tale che si possa quantomeno prevenire la commissione di determinate condotte che potrebbero rivelarsi pericolose. A proposito, visto che ho citato le Fiamme Gialle colgo l’occasione per formulare un affettuosissimo in bocca al lupo al collega Antono Giglio e il mio saluto è di tenore istituzionale ma anche amichevole. Ci ritroveremo sia qui a Ischia e che a Roma, dove inizierà una nuova esperienza professionale, che in altri luoghi e circostanze. Quando c’è affiatamento si va al di là del ruolo e si resta amici al di là della vita professionale: ritengo che questa sia la cosa più bella».

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