Pioggia di milioni per la cultura, ma Ischia resta all’asciutto
Duecento milioni di euro per quasi quaranta cantieri in tutto il Paese, nessuno per i siti di interesse storico e culturale della nostra isola
Una pioggia di milioni per i “cantieri della cultura”, ma nemmeno una goccia bagnerà l’isola d’Ischia. Ieri è arrivato il via libera della conferenza Stato-Regioni, che ha dato l’ok per i 200 milioni di euro che finanzieranno ben 38 cantieri culturali. «Investimenti che confermano la centralità della cultura nell’azione di politica economica del governo», ha dichiarato alla Camera il ministro della cultura Franceschini, che sui progetti ha ottenuto anche il parere favorevole del consiglio superiore dei beni culturali. L’elenco è lungo e articolato, i progetti finanziati riguardano un po’ tutta Italia toccando 16 diverse regioni. Ad esempio, i lavori di ristrutturazione della monumentale Certosa di San Giacomo a Capri, che con i suoi settecento anni di storia è il complesso monastico più antico dell’isola partenopea, ma anche l’estensione del Maxxi a Roma, il museo delle arti e dell’architettura del ventunesimo secolo, la messa in sicurezza della Basilica di San Marco a Venezia e nuovi lavori al Colosseo. Nell’elenco anche il restauro del Palazzo Reale di Napoli, nuovi fondi per il Museo della resistenza a Milano, la valorizzazione dei luoghi di papa Luciani, in Veneto.
Ma per Ischia, appunto, nulla. Al di là delle procedure che hanno portato alla selezione degli interventi da finanziare, resta il rammarico per la completa assenza dei numerosi siti isolani che di certo non avrebbero demeritato un intervento di valorizzazione e riqualificazione, dal museo di Villa Arbusto alla Colombaia, dalla torre di Sant’Anna agli scavi archeologici di Santa Restituta.
Si tratta di una mancanza che anche l’ex consigliere comunale foriano Vito Iacono ha voluto evidenziare ai più alti livelli istituzionali, inviando una nota al ministro Franceschini, al Presidente della Commissione Cultura del Senato, e a Massimo Osanna, Direttore generale Musei. Lo stesso Vito Iacono non ha nascosto le sue perplessità: oltre a stigmatizzare il comportamento delle amministrazioni locali, l’esponente socialista ha sottolineato il fatto che «il patrimonio culturale dell’isola d’Ischia è patrimonio del Pese, è patrimonio del mondo e non può essere trattato e gestito così. Non si capisce se per La Colombaia c’è anche dolo, oltre che insensibilità, per favorire qualche operazione e speculazione immobiliare a favore di persone amiche, ma è tutto assurdo, come il silenzio e la mancata indignazione della cosiddetta società civile, fatte poche eccezioni, e di tutte le forze politiche. I tanti giacimenti, dal valore inestimabile, anche in termini di potenziale attrattiva dei flussi turistici, rappresentano la nostra storia è devono essere tenute con grande cura. Altrimenti – ha continuato Iacono – è un gravissimo delitto e ne siamo tutti responsabili. Quanti giovani potrebbero essere coinvolti in un progetto di gestione della rete dei beni e dei grandi attrattori culturali della nostra Isola, da mettere a sistema con il patrimonio in disponibilità di privati e della Chiesa! Per non parlare dell’indotto legato alla ricettività, che allungherebbe, e di tanto, la stagione turistica. Eppure, nessuno ne parla e tutto tace. Sono tante le risorse finanziarie disponibili, per elaborare e concretizzare un grande progetto Culturale per l’isola d’Ischia, ma il sospetto, come sempre, è che le varie opportunità per tutti diventano i soliti affari per pochi. Ed è tutto molto triste», ha concluso l’ex consigliere comunale.
Ecco a che servono eurodeputati e senatori… a zero. Si interessassero UNA VOLTA della loro isola!