Pidocchi alla scuola elementare, l’appello della preside

Nel plesso Rodari sono stati trovati bambini affetti da pediculosi. A comunicarlo una circolare della dirigente scolastica Rossetti che chiede ai genitori di accertarsi che i bambini non siano stati infestati. Ma niente psicosi, la sporcizia non c’entra

Allarme pidocchi nella scuola elementare di via G.B Vico di Ischia. Prurito, arrossamento del cuoio capelluto e infine l’amara scoperta: una testa piena di pidocchi. Ma attenzione, bando alle generalizzazioni. Chi ha la sfortuna di avere un compagno del proprio figlio affetto dalla fastidiosa infestazione farebbe bene a liberarsi dai luoghi comuni e dai pregiudizi. Avere i pidocchi in testa non non vuol dire che i genitori non curano adeguatamente i propri bambini, non è segno di cattiva igiene, ma solo di sfortuna, ovvero di essere vittima del salto dell’insetto da una testa all’altra, o da vestiti contaminati.

E’ una circolare firmata dalla dottoressa Patrizia Rossetti indirizzata ai genitori del plesso Rodari a segnalare il problema. “Cari genitori, scrive la preside – vi informo che dal momento che è pervenuta segnalazione di un caso di pediculosi del capo, a tutela della salute di ogni bambino, è necessario che ciascuno voi effettui un controllo accurato dei capelli del proprio figlio per rintracciare immediatamente l’eventuale presenza di parassiti e delle loro uova (lendini). In caso di dubbio, come suggerito dal protocollo Als, potete rivolgervi al medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta per la diagnosi, il trattamento e l’eventuale rilascio di certificato di avvenuto trattamento”. A causare la pediculosi sono i pidocchi del capo, piccoli insetti parassiti che si nutrono del sangue dell’uomo. Per farlo pungono la cute e iniettano al suo interno un liquido urticante.

I pidocchi depositano dopo 24 o 48 ore dall’accoppiamento delle uova, dette lendini, che si attaccano saldamente al capello e da cui si formano ninfe che dopo 7-13 giorni diventano pidocchi adulti in grado di riprodursi.

MIO FIGLIO HA PRESO I PIDOCCHI, ECCO CHE FARE

Innanzitutto niente panico. Che i bambini prendano i pidocchi è quasi proverbiale. Gli alunni delle scuole, tra i 2 e i 18 anni, che ogni anno vengono colpiti da pediculosi sono almeno 50.000, senza distinzione geografica. Da Nord a Sud il problema è diffuso uniformemente. I bambini più colpiti sono quelli che hanno dai 3 agli 8 anni. I pidocchi non sono altro che dei piccoli insetti che amano le zone calde del cuoio capelluto e si annidano soprattutto dietro le orecchie, e nella parte superiore del collo.

Se c’è il rischio che il proprio bambino abbia preso i pidocchi la prima cosa da fare consiste nel provare a togliere i pidocchi manualmente. Con un paio di occhiali o una lente di ingrandimento ispezionare la testa e rimuovere con pazienza pidocchi e le lendini, ovvero le loro uova. Fatto ciò è bene evitare il fai da te e chiedere la medico o al farmacista di fiducia uno shampoo adatto a eliminare la fastidiosa infestazione. Bisogna anche controllare bene le lenzuola e i vestiti del piccolo. Basterà lavarli in acqua calda o a secco. Lontano dal cuoio capelluto i pidocchi non resistono a lungo, quindi basterà lavare bene, asciugare e aspettare almeno 48 ore prima di rimettere il tutto a contatto con il bambino. Si deve fare poi molta attenzione a pettine e spazzole e osservare.

Anche nel caso in cui il bambino non risulti infestato dai pidocchi è bene educarlo per evitare spiacevoli problemi. Innanzitutto è buona norma evitare di ammucchiare i propri vestiti con quelli degli altri bambini. Ed è meglio evitare che i bambini si scambino pettini e spazzole. Nel dubbio, anche se non c’è prurito, è bene controllare almeno una volta a settimana il cuoio capelluto del bambino.

Exit mobile version