Nelle ultime due settimane, l’Italia è stata scossa da una serie di casi di pertosse neonatale, con conseguenze tragiche. Quattro i casi di neonati morti per pertosse, una malattia che pensavamo ormai debellata. Eppure, il mancato ricorso alla vaccinazione in gravidanza ha fatto riaffiorare un pericolo evitabile. Anche Ischia è stata investita da alcuni casi che per fortuna non sono scaturiti in tragedia. Per capire meglio l’importanza di questa vaccinazione e il dramma che rappresenta una diagnosi di pertosse in un neonato, abbiamo intervistato il Dr. Vincenzo D’Ambrosio pediatradi libera scelta sull’isola di Ischia da molti anni e figura stimata e apprezzata, che lancia un accorato appello alle future madri affinché si affidino alla vaccinazione per proteggere i propri figli.
Nell’intervista il dottor D’Ambrosio espone i rischi della pertosse e l’importanza del vaccino, difendendo una scelta che può salvare vite.
Dottor D’Ambrosio, perché stiamo assistendo a un ritorno della pertosse nei neonati?
“È veramente allarmante. Stiamo assistendo a un ritorno di casi di pertosse anche nei neonati, proprio a causa del calo delle vaccinazioni. La pertosse è una malattia altamente contagiosa e pericolosa, soprattutto nelle primissime settimane di vita, quando un bambino è ancora troppo piccolo per essere vaccinato. La vaccinazione durante la gravidanza è essenziale perché consente al neonato di ricevere anticorpi protettivi già alla nascita, offrendo una difesa contro questa infezione».
Perché pensa che la vaccinazione in gravidanza non venga sempre accolta positivamente?
«Purtroppo, ci sono ancora molti pregiudizi e disinformazione. Alcune madri hanno paura che i vaccini possano avere effetti negativi sul feto, ma questo è scientificamente infondato. La vaccinazione per la pertosse è sicura sia per la madre che per il bambino. Non solo protegge la salute del neonato, ma riduce anche la possibilità che un genitore possa trasmettere inconsapevolmente la pertosse al figlio. Trovo assurdo che nel 2024 si debbano ancora affrontare situazioni simili».
Cosa risponde a chi continua a rifiutare la vaccinazione?
«Di recente mi sono imbattuto nel caso di una bambina di un anno a cui non erano stati somministrati i vaccini obbligatori, poiché i genitori erano fortemente contrari. La bambina ha contratto la pertosse ed è stata molto male ma, fortunatamente, siamo riusciti a intervenire in tempo. Tuttavia, la malattia avrebbe potuto avere conseguenze gravissime. Dopo questa brutta esperienza, i genitori hanno compreso l’importanza della prevenzione e hanno scelto di completare il ciclo vaccinale per la figlia. Questo caso dimostra quanto sia fondamentale la vaccinazione per proteggere la salute dei più piccoli. Pertanto per rispondere alla sua domanda rifiutare un vaccino senza basi scientifiche mette a rischio non solo la propria salute, ma soprattutto quella dei più fragili, come i neonati. I vaccini sono l’arma più potente che abbiamo per proteggere i nostri figli. È irresponsabile rinunciarvi, e questo rifiuto può costare la vita dei bambini».
Cosa possono fare le donne incinte per proteggere il proprio bambino?
«È importante che le future madri parlino con i propri medici per informarsi sulla vaccinazione per la pertosse. Il vaccino viene solitamente somministrato nel terzo trimestre di gravidanza, in modo che gli anticorpi prodotti dalla madre siano trasferiti al bambino prima della nascita. Questo dà ai neonati la protezione necessaria finché non saranno abbastanza grandi per essere vaccinati direttamente».
Cosa vuole dire ai lettori de Il Golfo che stanno leggendo questa intervista ma storcano il naso?
«Capisco che il tema dei vaccini possa generare dubbi, ma voglio chiedere a questi genitori di riflettere su una cosa fondamentale: il vaccino è un atto di amore e di protezione verso i propri figli. Vaccinare significa proteggere i bambini da malattie che possono essere gravissime o addirittura letali, soprattutto nei più piccoli, che non hanno difese immunitarie ancora ben sviluppate. Siamo fortunati ad avere a disposizione strumenti così potenti contro infezioni come la pertosse e il morbillo; non utilizzarli è una scelta che può esporre i nostri figli a rischi enormi. Invito i genitori a informarsi da fonti scientifiche affidabili e a non farsi influenzare dalla disinformazione: la scienza e la medicina lavorano ogni giorno per la salute e la sicurezza dei nostri bambini.».
C’è tanta disinformazione in giro…
«La disinformazione sui vaccini è dilagante, alimentata dai social media e da fonti non affidabili, tra cui alcuni giornali che diffondono notizie imprecise o allarmistiche. Questo clima di sfiducia mette a rischio la salute dei più piccoli e rende difficile distinguere tra informazioni verificate e falsità. I vaccini sono frutto di decenni di ricerca e rappresentano una protezione essenziale contro malattie che possono avere conseguenze gravi o persino fatali. Le racconto un altro fenomeno preoccupante. Stanno riemergendo a Ischia casi di morbillo tra i bambini, una malattia che non veniva diagnosticata sull’isola da anni. Questo accade a causa della scelta di alcuni genitori di non vaccinare i propri figli, esponendoli a rischi evitabili. Il morbillo non è una malattia lieve, come molti pensano, e può portare a gravi complicazioni. È fondamentale ricordare che la vaccinazione non protegge solo chi la riceve, ma contribuisce anche a preservare la salute di tutta la comunità, impedendo la diffusione di malattie pericolose».
l dottor D’Ambrosio lancia un appello forte, rivolgendosi a tutte le madri e i padri affinché facciano scelte consapevoli per il bene dei propri figli. Non possiamo ignorare che malattie come la pertosse, il morbillo e molte altre sono evitabili grazie alla vaccinazione, un gesto semplice che può fare la differenza tra la vita e la sofferenza. La prevenzione è l’unica risposta certa e sicura per proteggere i nostri bambini e per evitare che altri piccoli innocenti affrontino dolori che non meritano. Ogni vaccino somministrato è un atto di amore, una promessa di futuro, una vita che può essere salvata. Scegliamo di proteggere, scegliamo di amare in modo consapevole.