«Pericle il nero? L’ho scritto in 12 giorni, ed è partito tutto da uno scherzo»
di Isabella Puca
Ischia – Una vera fortuna per i ragazzi dell’indirizzo grafico del Telese assistere alla lectio magistralis di Peppe Ferrandino. Fumetti, romanzi e sceneggiati scritti e mai pubblicati, scrivere per lavoro, farlo per il lettore; quella voglia di raggiungere l’obiettivo fin da ragazzino quando, trovati i fumetti in uno scatolone, li portava con sé ovunque. «Fu dopo aver trovato e letto quei fumetti che mi venne una gran voglia di iniziare a scrivere. Quando ho scritto il primo racconto – racconta Ferrandino a Il Golfo – avevo 13 anni. A scuola avevamo fatto un lavoro sul romanzo e uno degli esercizi voleva che scrivessimo noi la conclusione. Io lo feci, e secondo me venne fuori un racconto davvero carino». I fumetti, la prima passione del nostro autore che, nato a Casamicciola nel 1958 vive a Ischia da ormai più di vent’anni. «Volevo scrivere un fumetto, ma non sapevo come fare. Allora scrissi un romanzo e lo feci leggere a un giornalista de “L’occhio”, un giornale dell’epoca, al quale piacque tantissimo. Si chiamava Ferrara e per molti anni è stato il mio punto di riferimento. Ricordo che rimase molto felice del romanzo e che però mi disse “levati dalla testa di riuscire a vivere facendo lo scrittore”. Gli dissi che amavo i fumetti e allora provai a scrivere delle storie, le mandai a Lancio Story che le accettò e così iniziai a lavorare per loro». Allora era uno studente della facoltà di medicina e, a soli quattro esami dalla laurea, lasciò tutto per inseguire il suo sogno, «avevo 22 anni e più che la felicità di avere tra le mani e leggere il mio primo fumetto ricordo la felicità di quando l’editore mi disse “sì, verrà pubblicato”». Da allora Ferrandino ha firmato numerose storie scritte per diffusissime collane come Intrepido, Monello, Lancio Story, Skorpio e più recentemente per Dylan Dog,2 Martin Mystère e Nick Raider fino ad arrivare agli anni ’80 periodo in cui iniziò a essere considerato tra i più importanti sceneggiatori italiani di fumetti. «Scrivo al computer, mattina e pomeriggio. In questi mesi però sono completamente immerso nella lettura». A marzo uscirà il suo nuovo libro, un’autobiografia scherzosa di Balzac che verrà pubblicata da Bompiani, ma ancora si discute di “Pericle il nero” che, recentemente portato al cinema da Stefano Mordini, ha visto protagonista Riccardo Scamarcio. «Pericle il nero nasce da uno scherzo, – ci racconta ancora l’autore – abitavo a Roma e tutti mi stavano a dire “Aò ti faccio un culo tanto!”. Decisi di approfondire questa faccenda, facendo finta che si trattasse di una storia vera. L’ho scritto in 12 giorni. Quando mi hanno detto della trasposizione cinematografica ero contento, ma non fu una cosa sconvolgente. Per me quello che è importante è la scrittura e la pubblicazione, il film è un gioco. Quando lavori a un libro ci tieni, lo scrivi per il pubblico». Nel cassetto conserva sceneggiature rielaborate sui capolavori della letteratura, ma tra i suoi sogni c’è quello di pubblicare una saga su Garibaldi, «non l’ho mandata a nessun editore, per adesso non ci sto pensando e continuo a lavorarci. Per me era fondamentale scrivere e vivere di questo, il resto è irrilevante. Credo sia meraviglioso, affascinante, riuscire a trasformare il niente in qualcosa. É questo quello che fa lo scrittore. Cosa consiglio a chi aspira a fare questo mestiere? Di leggere, e tanto, il resto arriva naturale».