Perché il 25 novembre si celebra la Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne?
La storia delle sorelle Mirabal, uccise nella Repubblica Dominicane perché contrarie alla logica del dittatore Trujillo, oggi simbolo della giornata
Dal 1999 ogni anno il 25 novembre si celebra la Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una data scelta dall’Onu non a caso. Proprio un 25 novembre, quello del 1960, nella Repubblica Dominicana si consumò il martirio di tre giovani donne, le sorelle Mirabal: Patria, Minerva e Maria Teresa, soprannominate “las mariposas” (le farfalle). Erano belle, colte, benestanti, ferventi cristiane, ma con un “peccato” imperdonabile agli occhi del dittatore Rafael Leónidas Trujillo: non volersi piegare alla feroce logica dell’uomo che in trent’anni di potere non aveva mai esitato a fare uccidere chi gli si opponeva, tanto che il numero delle sue vittime ammonterebbe addirittura a trentamila. Così anche le tre coraggiose sorelle furono assassinate, ma la storia ha dato ragione a loro, tanto da farne un’icona di libertà e opposizione alla violenza. Lo sono in particolare nella loro nazione ormai felicemente democratica, dove ovunque sono loro dedicati monumenti, scuole, strade, festival, associazioni culturali, e addirittura il nome di una delle 32 province dominicane, quella prima detta Salcedo e che dal 2007 si chiama Provincia Hermanas Mirabal. Un’icona diventata globale, dopo che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999, invitò tutti i governi a prendere iniziative con cui sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della violenza alle donne, in ambito sia pubblico sia domestico. Per questo chi si reca nella Repubblica Dominicana, attratto ovviamente dalle spiagge e dalle vestigia coloniali, non farebbe male a deviare dalle strade più battute dai turisti, concedendosi un’escursione ai luoghi più legati alla memoria delle tre “farfalle”: dalle vie di Salcedo e delle vicine Tenares e Villa Tapia, i cui muri sono ricoperti da centinaia di colorati murales spesso dedicati proprio alle tre sorelle, sino alla casa delle sorelle, oggi trasformata in museo-memoriale.