Spesso pensiamo alla scarpa come a un accessorio, come a una cosa estetica e tralasciamo l’importanza di avere una scarpa adatta al nostro piede e principalmente giusta. Le strade dove cammineremo o correremo sono superfici rigide, lineari, i marciapiedi altrettanto, la scelta di una scarpa confortevole è basilare per il benessere del piede e quindi del corpo.
La scarpa con il tacco troppo alta
La maggior parte dei problemi riguarda più il gentil sesso. Il nostro corpo può tollerare anche dodici cm di tacco se quel tacco è calzato per un tempo breve. Se invece diventa un’abitudine quotidiana, ogni centimetro di tacco, trasferisce il dieci per cento del peso corporeo sulla parte anteriore. Per questo cerchiamo di non superare nella nostra quotidianità i tre centimetri di tacco. Se invece esageriamo cosa rischiamo? Il tacco troppo alto determina uno spostamento del baricentro del corpo anteriormente, per cui i primi a soffrire per questa problematica saranno ovviamente le teste dei metatarsi, causa il trasferimento di carico anteriore, abbiamo una verticalizzazione dei metatarsi e quindi una sofferenza.
Pronazione e supinazione
Sono due termini medici molto usati (spesso anche a sproposito) nell’ambito del running. Con pronazione si indica la fisiologica rotazione del piede verso l’interno, mentre con supinazione ci si riferisce al contrario: una certa rigidità articolare non consente di completare il processo fisiologico di pronazione e il runner appoggia all’esterno anche l’avampiede. L’appoggio può essere neutro (50% degli individui), pronatore (45%) o supinatore (5%). Questa caratteristica non è semplicissima da verificare però generalmente l’individuo pronatore ha anche il piede piatto. Per essere sicuri di avere una corretta analisi dell’appoggio, è consigliabile comunque rivolgersi a un negozio specializzato in running, che vi analizzerà con uno strumento dedicato.
Le scarpe stabili
Sono per corridori pesanti e per coloro con problemi ortopedici (piede valgo, piede cavo) e offrono, come dice il nome, maggiore stabilità rispetto alla scarpa neutra. L’intersuola è rinforzata all’interno con un materiale più duro e spesso di colore diverso, che dovrebbe evitare un cedimento eccessivo della parte interna del piede. Le stabili sono più pesanti e meno flessibili e per lo più construite con una base diritta, che contribuisce ulteriormente alla stabilità. Se fate parte di quella fetta piccolissima di podisti che corre „sull’esterno“ (supinazione, ipopronazione), la vostra scarpa dovrebbe avere un’intersuola dura nella parte anteriore esterna. Spesso bastano scarpe neutrali, che hanno molta flessibilità nella parte centrale del piede; in casi più gravi possono essere d’aiuto suolette ortopediche.
Le scarpe neutrali
Sono un buon compromesso tra ammortizzazione e condotta e sono la scelta giusta se avete un piede normale, leggermente iperpronato, e siete leggermente in sovrappeso. La suola interna ha la stessa durezza sia all’esterno che all’interno e ammortizza bene ovunque. Offrono una miglior tenuta rispetto alle scarpe da gara, sebbene siano ancora relativamente leggere. Sono le Allrounder tra le scarpe da corsa.
Le scarpe da trail running
Sono costruite, grazie alla suola profilata, al materiale di alta qualità idrorepellente o addirittura impemeabile, per il tempo freddo e bagnato come pure per terreni scivolosi o irregolari. Le scarpe da trail offrono di solito un buon sostegno e protezione a piedi con problemi. Le scrape da trail pesano poco più delle consuete scarpe da corsa, sono però più robuste e stabili, fasciano il piede e sono costruite in modo tale da permettere al piede di sentire il terreno sottostante.
Le scarpe da walking
Si contraddistinguono dal fatto che sostengono bene ogni fase del passo. Allo stesso tempo sono flessibili e favoriscono il movimento di rullaggio del piede. Altrettanto importamte è il profilo della suola. Le migliori sono le scarpe speciali di Walking, ma per il Walking o il Nordic Walking potete anche usare una scarpa da trekking o da corsa. Non portate però per favore scarpe da ginnastica, da tennis o da fitness a buon mercato. Sono sicuramente meno costose, ma per finire danneggiano.
Le scarpe da gara
Sono leggere, per lo più molto sciancrate e offrono minor ammortizzazione, stabilità e controllo. Per questi motivi sono da consigliare solo a corridori leggeri o con peso normale e con piedi sani e per gare brevi. I secondi guadagnati nei primi chilometri grazie al minor peso e alla trasmissione diretta delle forze, possono trasformarsi velocemente in uno svantaggio in una corsa lunga, se i piedi, già stanchi, devono assumersi il ruolo dei meccanismi di ammortizzazione e condotta. Se avete piedi problematici o alcuni chili di troppo, correte sicuramente meglio con una scarpa d’allenamento.
La forma del piede
- Piede normale
Il piede sano possiede un arco trasversale e uno longitudinale. Questi vengono mantenuti da muscoli, tendini e un apparato complesso di legamenti, ma anche dalla disposizione delle ossa sotto tensione. Gli archi si abbassano leggermente ad ogni passo e fungono da ammortizzatori, significa che nell’atterraggio del piede al suolo avviene una leggera pronazione. - Piede cavo
Il piede cavo è un piede rigido che ammortizza troppo poco il passo. E’ caratterizzato da un collo del piede alto, dita iperestese e l’arco longitudinale teso. La volta plantare sprofonda troppo poco. In questa situazione le caratteristiche ammortizzanti del piede sono limitate. Quando il piede nell’atteraggio al suolo cede verso l’interno, si parla di piede cavo valgo. - Piede piatto
Nel piede cavo o piede piatto (deformità grave) cede l’arco longitudinale e nella fase di atterraggio il piede si piega troppo verso l’interno. Nel linguaggio tecnico si parla di iperpronazione. In questa condizione di statica scorretta, si perde progressivamente la funzione di ammortizzazione del piede. Questa funzione deve essere svolta dalla scarpa. - Piede valgo
In relazione al piede piatto compare spesso anche il piede piatto valgo. Gli specialisti parlano in questo caso di piede valgo. La caratteristica del piede valgo è la sporgenza verso l’interno del talo. In questi casi si vede spesso una deformazione nella parte interna della scarpa. - Piede traverso
Soprattutto nelle donne, che portano scarpe con il tacco alto, in cui la parte anteriore è spesso stretta e corta, sorge anche il piede traverso piano. L’arco trasversale cede e può causare le dita a martello o ad artiglio oppure ad un doloroso alluce valgo
Running e tipologie di calzature tra le quali scegliere.
MINIMALISTE – Scarpe leggerissime che si adattano al piede, il quale “sente tutto” e si può muovere in totale libertà. Indicate per i neofiti.
SUPERLEGGERE – Indicate per le gare e gli allenamenti a ritmi sostenuti, e ai runners particolarmente magri e scattanti.
INTERMEDIE – Hanno un livello di ammortizzamento superiore alle precedenti, sono adatte anche ai pesi non propriamente “piuma”.
MASSIMO AMMORTIZZAMENTO – Utilizzate soprattutto da quei runners che hanno piedi “particolari”, che richiedono ad esempio il supporto di un plantare; sono le più diffuse per l’allenamento.
STABILI – Scarpe più “pesanti”, che garantiscono sostegno, protezione e stabilità; vengono scelte dagli atleti robusti.
TRAIL RUNNING – Tipologia più “tecnica”. Grazie al peso leggero, alla traspirazione e all’impermeabilità, permettono di assorbire meglio gli impatti col terreno, e di affrontare al meglio i percorsi sconnessi grazie alla capacità di tenuta in discesa e in frenata.
Categoria delle scarpe da running
A0 = minimaliste – A1 = superlegge re – A2 = Intermedie – A3 = Massimo – ammortizzo – A4 = Stabili – A5 Trial running – La scelta della scarpa da running richiede un’accurata conoscenza dei modelli e di tutte le categorie ad oggi in commercio.
Tecnico FIDAL – Preparatore Atletico