CULTURA & SOCIETA'

Pellicano Group entra in Federalberghi Ischia: «Il Mezzatorre nel Grand Tour del Tirreno»

Nel raffinato resort l’incontro tra Roberto Sciò, l’imprenditore che costruito e promosso lo stile Pellicano nel mondo come icona dell’ospitalità italiana, e la principale organizzazione imprenditoriale in ambito turistico-ricettivo sull’Isola Verde oggi guidata da Luca d’Ambra. Un’occasione di rilancio dell’intero settore

La Pellicano Hotels della famiglia Sciò, già proprietaria di due resort posizionati sul segmento di mercato luxury quali l’Hotel Il Pellicano a Porto Ercole, in Toscana, e La Posta Vecchia a Palo Laziale, in Lazio, e subentrata dallo scorso febbraio nella gestione del Mezzatorre Resort di Forio, è entrata a far parte di Federalberghi Ischia, la principale organizzazione imprenditoriale del settore turistico-ricettivo sull’Isola Verde.
L’ingresso nell’associazione è stato ufficializzato lunedì scorso in un incontro avvenuto nello splendido hotel a picco sul mare alla presenza del sindaco di Forio Francesco Del Deo, il presidente di Federalberghi Ischia Luca D’Ambra, tanti iscritti all’associazione, Michele Sanbaldi, Managing Director del Gruppo, e naturalmente l’imprenditore Roberto Sciò, l’uomo che costruito e promosso lo stile Pellicano nel mondo come icona d’alta qualità dell’ospitalità italiana.
«L’ingresso di una società così importante nell’ organizzazione è per noi motivo di grande orgoglio e stimolo a fare sempre meglio» ha commentato Luca D’Ambra. «La forza del nostro sistema deve risiedere nella capacità di realizzare sinergie e mettere in rete le competenze dei soci per progetti di promozione che parlino con una sola voce. Sono certo che la famiglia Sciò e il Mezzatorre Resort apporteranno un notevole valore aggiunto, contribuendo, a tutti i livelli, alla migliore rappresentazione degli interessi delle imprese turistico ricettive dell’isola d’Ischia. Aiutandoci, con esperienza ed entusiasmo, ad affrontare alcuni nodi che Federalberghi Ischia da tempo sta provando a sciogliere: l’istituzione di una banca dati condivisa, il superamento dei deficit di capacità manageriali, la difficoltà a mettersi in gioco, il complesso passaggio generazionale.»

Oggi gli hotel di lusso sono destinati a trasformarsi in formidabili punti di riferimento per le destinazioni turistiche. La scelta della famiglia Sciò di investire su Ischia, località tradizionalmente conosciuta più per un turismo di massa che d’elite, e in questi ultimi anni inevitabilmente in difficoltà anche per gli effetti post sisma (oltre che per criticità strutturali), rappresenta un indicatore estremamente incoraggiante per gli orizzonti del nostro turismo, oltre che un’opportunità unica per l’isola di Ischia di rafforzare visibilità a livello nazionale ed internazionale.

«Quando Alessandra De Lorenzo mi confidò di voler cedere la gestione del Mezzatorre Resort» ha confessato il sindaco di Forio Francesco De Deo, «rimasi estremamente sorpreso. La famiglia De Lorenzo è sempre stata molto legata a questi luoghi e a questa meravigliosa struttura. Mi parlò di Roberto Sciò, del gruppo alberghiero e delle sue strutture sensazionali. Ho voluto subito informarmi: ho scoperto così un altro mondo, che non conoscevo, qualcosa di completamente diverso. Ho conosciuto Roberto e i suoi collaboratori, ho visto quanto ha investito, l’altissima qualità della sua proposta, i fatturati di alberghi esclusivi come Il Pellicano e La Posta Vecchia. Gli ho detto subito: sei un pazzo. Mi ha risposto che puntare su Ischia, sul Mezzatorre Resort, non era un azzardo, nè un’avventura. La famiglia Sciò vuole davvero portare questo hotel tra le destinazioni fisse nel taccuino del jet set internazionale, allo stesso livello delle due residenze che fanno già parte del gruppo e rappresentano modelli eleganti e iconici dello stile italiano nel mondo. Gli ho detto: noi siamo i vagoni, voi siete la locomotiva; tutto quello che possiamo fare come amministrazione, la faremo. Dateci un segno, vi seguiremo. Ne beneficerà non solo il Mezzatorre, ma l’intera isola d’Ischia.»

L’imprenditore Roberto Sciò ha una storia d’amore con la bellezza che dura da una vita, e folgorato dal fascino de La Posta Vecchia, vicino Roma, e del Pellicano, in Toscana, ha voluto fossero suoi. Queste due proprietà spettacolari sono diventate case per la sua famiglia. In veste di hotel, sono oggi il riflesso della creatività di Marie-Louise Sciò, figlia di Roberto e dinamico Direttore Creativo e Vice Presidente della Pellicano Hotels. Dimore immerse in un ambiente molto particolare per accogliere ospiti in grado di apprezzare il dettaglio, la bellezza dell’insieme e la natura che gli fa da cornice.

«Nemmeno io sono nato imprenditore» ha raccontato Roberto Sciò ai soci di Federalberghi Ischia. «A 50 anni ho sentito la necessità di cambiare e ho seguito un corso in America. La svolta determinante? Passare dall’io al noi. La strutture già funzionavano, ma ogni reparto era come chiuso nel proprio regno autonomo, senza un vero accordo con gli altri. Il mercato cambiava e bisognava essere pronti. Chi non si unisce, perisce in solitaria. Non abbiate paura di mettervi in discussione, coltiviamo la pratica di far parlare gli altri: chi lavora, fa parte della propria azienda; e chi si sente davvero parte di un’azienda, solitamente dà il meglio di sé. Se avete una cultura centralizzata, vi invito a cambiarla. Naturalmente l’agenda per il cambiamento è complessa – ha ricordato Sciò – richiede tempo e professionalità, ma i risultati ci sono.»

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Massima cura dei dettagli, innovazione e tradizione, miglioramento continuo di prodotto e servizio, personalità, approccio “Guest centric”, reputazione, rendere l’intangibile tangibile. E’ lo stesso imprenditore, insieme al Managing Director Michele Sambaldi, a illustrare le chiavi del successo del gruppo, non solo in termini di fatturato (20 milioni annui tra il Pellicano e La Posta Vecchia), ma anche di posizionamento del brand nel mercato del lusso, della cultura, dello stile e della creatività. Una clientela internazionale soprattutto anglofona (il nostro punto debole); articoli e pubblicità sul New York Times e Wall Street Journal; contaminazione con altri settori (il gruppo ha sponsorizzato i 50 anni del Premio Italia); perfino qualche alibi (tipico) della categoria finalmente smontato: il Pellicano Hotel ha 50 camere e 125 collaboratori di personale, che incidono solo per il 29% sui costi. 

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«Erano almeno 10 anni che lavoravamo alla crescita del gruppo e alla ricerca di una nuova struttura da affiancare al Pellicano Hotel e al La Posta Vecchia»,  ha raccontato Sambaldi. «Quando ci è stato proposto di visitare il Mezzatore Resort, eravamo davvero scoraggiati. Poi siamo venuti qui, nel gennaio del 2018, e ci siamo accorti che questa materiale ricerca prendeva forma attraverso similitudini visive tra il Mezzatorre e il nostro Pellicano. Era un’opportunità da cogliere il volo: aspettavamo da tempo che il Grand Tour della Pellicano Hotels, dopo la Toscana e il Lazio, potesse vantare anche una terza tappa sulla costa tirrenica. L’abbiamo trovata.»
«La Spa è stata la grande novità – ha continuato il managing director – siamo ancora in fase di apprendimento, di studio dell’antica tradizione termale dell’isola. D’altro canto Ischia è un territorio che non conoscevamo a fondo, siamo qui per iniziare un dialogo con il territorio e l’Associazione, non ci sentiamo certo i salvatori della patria, ma cerchiamo insieme di uscire da una certa empasse. Non credo che Capri abbia più di Ischia, sono semplicemente stati più bravi a unirsi per far diventare l’Isola azzurra tra le destinazioni di punta di un certo tipo di turismo.»

In effetti non basterebbe un libro per illustrare la straordinaria offerta che siamo in grado di proporre a un ospite che sceglie Ischia come destinazione delle proprie vacanze. Ma non basterebbe un libro nemmeno per elencare tutte le criticità che non ci rendono competitivi, a cominciare da servizi e da una politica dei prezzi (suicida!) non all’altezza (come giustamente è stato rimarcato negli interventi di alcuni soci di Federalberghi Ischia che hanno preso la parola). Se pensiamo che il turismo di lusso in Italia, quello che genera prestazioni e fatturati elevati, è spesso in mano a società straniere, non si può non guardare con entusiasmo e fiducia alla scelta della famiglia Sciò di investire su Ischia. L’invito è dunque a progettare bene il futuro, individuando con cura la vocazione culturale e di qualità di questo territorio, capitalizzando tutta l’arte, il termalismo, il paesaggio e l’intero patrimonio turistico isolano, superando i lacci mortali della burocrazia, abbandonando la sciagurata politica del low cost, ma anche sfruttando (perché no?) tutte le chance offerte dall’Unione europea per finanziare progetti integrati che migliorino la qualità della vita dei cittadini aiutando gli Stati membri a conformarsi alla legislazione europea in cinque settori fondamentali: natura, acqua, aria, attenuazione dei cambiamenti climatici e adattamento ai cambiamenti climatici. Piani necessari per attuare la legislazione in materia di ambiente e clima in modo coordinato e su vasta scala territoriale. Di progetti integrati LIFE si è parlato a margine dell’incontro con proposte agli albergatori di SIMA, società di ingegneri e professionisti che hanno già seguito con successo programmi finanziati dall’Unione Europea anche in tema di gestione dei rifiuti, efficienza nell’uso delle risorse, qualità dell’aria. Temi sensibili per ogni territorio a vocazione turistica. La sostenibilità sta emergendo come uno dei trend più significativi del settore dell’accoglienza. Sempre più ospiti scelgono e sceglieranno una destinazione o un hotel sulla base del loro impatto sociale e ambientale, preferendo società che operano nel maggiore rispetto possibile dei principi dell’ecosostenibilità e tutela dell’ambiente.

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Roberto Sciò

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