CULTURA & SOCIETA'

Pasqua del Signore: con Cristo risorgiamo a una «Vita nuova»

di Pasquale Baldino e i suoi Tralci

Domani, 31 marzo, l’annuncio pasquale risuonerà nella Chiesa: Cristo è risorto, egli vive al di là della morte, è il Signore dei vivi e dei morti. Nella «notte più chiara dei giorni» la parola onnipotente di Dio che ha creato i cieli e la terra e ha formato l’uomo a sua immagine e somiglianza, chiama a una vita immortale l’uomo nuovo, Gesù di Nazaret, figlio di Dio e figlio di Maria. Pasqua è dunque l’annuncio della vittoria sulla morte, della vita che non sarà distrutta. Fu questa la realtà testimoniata dagli apostoli; ma l’annuncio che Cristo è vivo deve risuonare continuamente.

“Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato” Nel quadro degli avvenimenti di Pasqua, il primo elemento che si incontra è il sepolcro vuoto, che ha costituito per tutti un segno essenziale. La sua scoperta da parte dei discepoli è stato il primo passo verso il riconoscimento dell’evento della Risurrezione. Dapprima è il caso delle pie donne, poi di Pietro. “Il discepolo…che Gesù amava” (Gv 20,2),afferma che , entrando nella tomba vuota e scorgendo “le bende per terra”(Gv 20,6), “vide e credette”(Gv 20,8). Ciò suppone che egli abbia constatato, dallo stato in cui si trova il sepolcro vuoto, che l’assenza del corpo di Gesù non poteva essere opera umana e che Gesù non era semplicemente ritornato ad una vita terrena come era avvenuto per Lazzaro. Maria di Magdala e le pie donne che andavano a completare l’imbalsamazione del Corpo di Gesù, sepolto in fretta la sera del Venerdì Santo a causa del sopraggiungere del Sabato, sono state le prime ad incontrare il Risorto. Le donne furono così le prime messaggere della Risurrezione di Cristo per gli stessi Apostoli. A loro Gesù appare in seguito: prima a Pietro, poi ai Dodici. Pietro, chiamato a confermare la fede dei suoi fratelli, vede dunque il Risorto prima di loro ed è sulla sua testimonianza che la comunità esclama: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone”(Lc 24,34).

La verità della divinità di Gesù è confermata dalla sua Risurrezione. Egli aveva detto: “ Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che Io Sono”(Gv8,28). La Risurrezione del Crocifisso dimostrò che egli era veramente “ Io Sono”, il Figlio di Dio e Dio egli stesso. San Paolo ha potuto dichiarare ai Giudei: “La promessa fatta ai nostri padri si è compiuta, poiché Dio l’ha attuata per noi…risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel Salmo secondo: “Mio Figlio sei tu, oggi ti ho generato”(At 13,32-33). La Risurrezione di Cristo è strettamente legata al Mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Ne è il compimento secondo il disegno eterno di Dio. Vi è un duplice aspetto nel Mistero pasquale: con la sua morte Cristo ci libera dal peccato, con la sua Risurrezione ci dà accesso ad una nuova vita. Questa è dapprima la giustificazione che ci mette nuovamente nella grazia di Dio “perché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova”(Rm 6,4). Essa consiste nella vittoria sulla morte del peccato e nella nuova partecipazione alla grazia. Essa compie l’adozione filiale poiché gli uomini diventano fratelli di Cristo, come Gesù stesso chiama i suoi discepoli dopo la sua Risurrezione: “Andate ad annunziare ai miei fratelli” (Mt 28,10; Gv 20,17). Fratelli non per natura, ma per dono della grazia, perché questa filiazione adottiva procura una reale partecipazione alla vita del Figlio unico, la quale si è pienamente rivelata nella sua Risurrezione. Infine, La Risurrezione di Cristo- e lo stesso Cristo risorto-è principio e sorgente della nostra risurrezione futura. Nell’attesa di questo compimento, Cristo risuscitato vive nel cuore dei suoi fedeli. In lui i cristiani gustano “le meraviglie del mondo futuro” (Eb 6,5) e la loro vita è trasportata da Cristo nel seno della vita divina: “Egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro” (2 Cor 5,15).

La Chiesa, nata dalla Pasqua di Cristo, custodisce questo annuncio e lo trasmette in vari modi ad ogni generazione: nei sacramenti lo rende attuale e contemporaneo ad ogni comunità riunita nel nome dei Signore; con la propria vita di comunione e di servizio si sforza di testimoniano davanti al mondo.

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In ogni Eucaristia la Pasqua è perennemente celebrata perché viene immolato Cristo, l’Agnello pasquale, e in essa «mirabilmente nasce e si edifica sempre la… Chiesa». Come gli apostoli, anche noi mangiamo e beviamo con Gesù risorto dai morti. Ancor più mangiamo lui, il vero «pane azzimo» che toglie dal nostro cuore ogni fermento di peccato, ci comunica il dono dello Spirito che dà vita e che fa della assemblea una comunità di risorti con Cristo.
Al cristiano — come un giorno ad Abramo — il Signore dice: «Esci…!». «Esci dalle tue “opinioni separate” per entrare pienamente in quella fede che la Chiesa si gloria di professare. Esci dalle tue ricchezze che tendi a godere egoisticamente… Esci dal tuo peccato che ti avvelena il cuore, e vai verso la novità dei Cristo… Esci di “casa”, dal caldo delle pareti domestiche dove tendi a ignorare i drammi dei fratelli, e allarga la cerchia dei tuoi interessi… Esci dalla tua sete di dominio e cerca di fare della tua vita un servizio d’amore. Esci in campo aperto e prendi la strada dei Vangelo… Semina la gioia gridando silenziosamente con il tuo comportamento che Cristo ti rende felice. Grida con la vita che Cristo è vivo, e che la Chiesa è il luogo e lo spazio ove si attesta che Lui è il Signore risorto… Questo è il modo più autentico di cantare l’Alleluia pasquale».

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antonio

la vita eterna, la grande bugia su cui si fonda la religione cristiana

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