OGGI SECONDO GIORNO DI FESTA AL BORGO CON LA MADONNA DI COSTANTINOPOLI IN PROCESSIONE: L’OMAGGIO CANORO E TEATRALE DELL’ ARTISTA FORIANO GAETANO MASCHIO
Oggi per la gente del Borgo questo particolare giorno della settimana del 1 settembre è il Venerdi della Madonna Maria di Costantinopoli, L’Incoronata, “partner” divina del nostro Santo concittadino San Giovan Giuseppe della Croce per il quale da ieri sono incominciati i festeggiamenti con la sua rituale “discesa” e intronizzazione. Il ruolo della madonna della Congrega qui ad Ischia Ponte è quello di essere da sempre primario e da coprotagonista insieme a San Giovan Giuseppe della festa patronale nel paese. Infatti questa mattina la Castellana lascerà la sua abituale dimora dell’Arciconfraternita per trasferirsi nel confinante Santuario per affiancare il Santo nel tripudio della festa.
Vi andrà in processione con tanto di banda musicale al seguito, lòa banda musicale “Città di Ischia”, con il suono delle campane ed il fragore di fuochi pirotecnici. Del tradizionale rito della “discesa” del Venerdi della Castellana ne fa una suggestiva descrizione Francesco Esposito quando scrive: “ E se il giovedì (ieri) mattina è il primo momento della festa patronale, ed è dedicato a San Giovan Giuseppe, il venerdì mattina (oggi), ‘o viernarì d’ ‘a festa, tutti gli ischitani si riversano nella seicentesca arciconfraternita, ‘a cungrega, per glorificare l’Incoronata di Costantinopoli. È tra i riti più attesi dei solenni festeggiamenti, è l’unica processione mattutina che i nostri avi pontesi ci hanno consegnato. Dopo la solenne e partecipata Messa delle dieci, la veneratissima immagine, ricoperta di quel dorato e prezioso ricamo di ex voto – che testimonia l’amore e la fede del popolo, nonché la grande protezione della Vergine su di esso, viene portata in processione per le strade del Borgo di Celsa.
È il momento della gioia, della lacrime devote di giovani e anziani che, in quel rito, si riconoscono, si identificano e in quel volto ritrovano la propria Storia. Il solenne corteo si spinge fino al limite di Ischia Ponte, sott”o semmenario, per poi concludersi nella Collegiata dello Spirito Santo dove, sul sagrato, il parroco, parato con stola e piviale, accoglie il simulacro della Castellana offrendole fiori e incenso: la banda musicale incalza una marcia festosa, il popolo applaude, colpi a salve, campane a festa, note di canti mariani già si levano dalle canne dell’antico organo in chiesa. L’Incoronata di Costantinopoli viene intronozzata sul “tosello” destro, di fianco al più bel fiore d’Aenaria che, in vita, fu tanto devoto della Madonna. La festa è nel pieno del suo clima irripetibile. Un anno intero è passato e bisogna festeggiare, celebrare, ricordare… La Tradizione s’è ripetuta ancora una volta. Evviva Maria! “. Nella Congrega del Borgo i è concentrato il massimo culto dell’Incoronata iniziato secoli addietro dai padri fondatori e sviluppato e valorizzato dagli anni trenta, da un giovane sacerdote ischitano, quel Mons. Onofrio Buonocore, cultore devoto della liturgia mariana, che istituì la Confraternita di Maria di Costantinopoli con un Priore e numerosi “ fratelli” iscritti nel libro degli aderenti, e proseguita poi con eguale amore e dedizione da un instancabile don Liberato Morelli fino alla fine dei suoi giorni.
Di lui si ricorda l’impegno che profuse quando si incaricò nel 1979 di far restaurare la storica statua della Madonna di Costantinopoli, disponendone il trasferimento a Napoli presso il laboratorio dei Maestri del restauro delle immagini sacre. L ‘operazione richiese il tempo necessario e suscitò a lavoro concluso, non poche critiche per il fatto che, secondo i fedeli, quelli più legati al culto della statua della Madonna, il volto dell’Immacolata a loro assai familiare, con il restauro, aveva perso l’espressione originale. Evidentemente la cromatura e qualche ritocco di troppo ne avevano leggermente alterato i lineamenti. Fu questa l’impressione anche di tutti gli altri “fratelli” dell’Arciconfraternita di Maria di Costantinopoli che frequentavano ogni domenica la Congrega per la messa mattutina delle 8, e dello stesso don Liberato Morelli rettore della Congrega , che alla fine , non ritenendo grave l’accaduto, invitò i fedeli ad abituarsi al “nuovo” fascino che emanava il volto restaurato della Madonna. E così fu, tanto che la statua nella sua imponente completezza, col passare dei mesi e degli anni, è apparsa agli occhi di chiunque la guardasse con tenerezza ed amore filiale , più bella di prima. La sua casa-madre per i devoti ischitani è quindi l’antica Congrega di Ischia Ponte, fondata nel 1613 e rifatta nel 1693. Essi da sempre rivolgono la loro incondizionata devozione costruendo il legame con la santa e secolare immagine nella fede e nella preghiera continua. Insomma la bella ed antica statua che svetta al disopra dello storico altare maggiore del vecchio Tempio costruito dai vecchi pescatori del Borgo di Celsa, per gli ischitani di ieri e di oggi impersona la Madonna Immacolata per eccellenza , la vergine di Costantinopoli il cui culto ad Ischia fu introdotto il 2 settembre del 1582.
Foto di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter
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