L’8 dicembre per tutte le immacolate dell’isola è festa grande, e lo è anche per tutte le Concette e Concettine ispirate alla derivazione religiosa di Immacolata Concezione. Ma è festa ancor più grande, oltre che per la chiesa universale, per la chiesa di Ischia, che presenta in tutte le sue Congreghe e Parrocchie, la sacra immagine della Vergine Immacolata per la venerazione dei fedeli. Una festa Immacolata quella di oggi che ci conduce al prossimo Natale che si preannuncia più festoso del solito, nelle famiglie, nelle strade e nelle piazze già particolarmente illuminate dalle belle luci natalizie. Fra le pregevoli icone della beata Vergine disseminate nelle chiese dell’isola, a prendere il posto di Regina delle Immacolate più amate e venerate, è da sempre l’antica statua lignea risalente al XVII secolo della Madonna di Costantinopoli che troneggia nella Congrega dell’arciconfraternita a Lei intestata, nel Centro Storico di Ischia Ponte.
Qui è concentrato il massimo culto dell’Immacolata, iniziato secoli addietro dai padri fondatori e sviluppato e valorizzato dagli anni trenta da un giovane sacerdote ischitano, quel Mons. Onofrio Buonocore cultore devoto della liturgia mariana che istituì la Confraternita di Maria di Costantinopoli con un Priore e numerosi “ fratelli” iscritti nel libro degli aderenti, e proseguita poi con eguale amore e dedizione da un instancabile don Liberato Morelli fino alla fine dei suoi giorni. Di lui si ricorda l’impegno che profuse quando si incaricò nel 1979 di far restaurare la storica statua della Madonna di Costantinopoli, disponendone il trasferimento a Napoli presso il laboratorio dei Maestri del restauro delle immagini sacre. L ‘operazione richiese il tempo necessario e suscitò, a lavoro concluso, non poche critiche per il fatto che, secondo i fedeli, quelli più legati al culto della statua della Madonna, il volto dell’Immacolata a loro assai familiare, con il restauro, aveva perso in parte l’espressione originale. Evidentemente la cromatura e qualche ritocco di troppo, ne avevano leggermente alterato i lineamenti. Fu questa l’impressione anche di tutti gli altri “fratelli” dell’Arciconfraternita di Maria di Costantinopoli che seguivano ogni domenica la Congrega per la messa mattutina delle 8, e dello stesso don Liberato Morelli rettore della Congrega , che alla fine , non ritenendo grave l’accaduto, invitò i fedeli ad abituarsi al “nuovo” fascino che emanava il volto restaurato della Madonna. E così fu, tanto che la secentesca statua nella sua imponente completezza, col passare dei mesi e degli anni, è apparsa agli occhi di chiunque la guardasse con tenerezza ed amore filiale , più bella di prima.
La sua casa-madre per i devoti ischitani è quindi l’antica Congrega di Ischia Ponte fondata nel 1613 e rifatta nel 1693. Essi da sempre rivolgono la loro incondizionata devozione costruendo il legame con la santa e secolare immagine nella fede e nella preghiera continua. Insomma la bella ed antica statua che svetta al disopra dello storico altare maggiore del vecchio tempio costruito dai vecchi pescatori del Borgo di Celsa, per gli ischitani di ieri e di oggi impersona la Madonna Immacolata per eccellenza , la vergine di Costantinopoli il cui culto ad Ischia fu introdotto il 2 settembre del 1582 e si estese anche ai casali di Forio e di Testaccio. L’importanza della ricorrenza dell’8 dicembre che richiama struggenti ricordi di partecipazione ad illuminati appuntamenti mariani ad Ischia e fuori dell’isola, emoziona ed allo stesso tempo affascina nella sua spiegazione storica e culturale chi, nella nostra isola approfondisce il significato sociale e teologico di tutto quanto ruota intorno al’esistenza ed al ruolo della Beata Vergine ed al dogma che ha fatto tanto discutere. L ‘Immacolata Concezione è naturalmente un dogma cattolico, proclamato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, tale dogma non va confuso con il concepimento verginale di Gesù da parte di Maria. Proviamo quindi a sintetizzarne il concetto con qualche ulteriore informazione. Il dogma dell’Immacolata Concezione riguarda il peccato originale: per la chiesa Cattolica infatti ogni essere umano nasce con il peccato originale e solo la Madre di Cristo ne fu esente: in vista della venuta e della missione sulla Terra del Messia, a Dio dunque piacque che la Vergine doveva essere la dimora senza peccato per custodire in grembo, in modo degno e perfetto, il Figlio Divino fattosi uomo.
La Chiesa cattolica celebra la solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria oggi 8 dicembre. Nella devozione cattolica l’Immacolata è collegata con le apparizioni di Lourdes (1858) e iconograficamente con le precedenti apparizioni di Rue du Baca Parigi (1830). Il dogma non afferma solamente che Maria è l’unica creatura ad essere nata priva del peccato originale – e ciò fin da 40 settimane prima della sua nascita, e cioè dal momento del suo concepimento da parte dei genitori, Anna e Gioacchino – ma aggiunge altresì che Maria, in quanto ritenuta madre di Dio, per speciale privilegio non ha commesso nessun peccato, né mortale né veniale, in tutta la sua vita. La dottrina attuale della Chiesa è che Dio conferisca l’anima alla persona umana non appena essa si forma, nel suo primissimo istante, e cioè al momento del concepimento]. La dottrina sull’Immacolata Concezione di Maria dà forza, nella visione cattolica, al pensiero della Chiesa sugli embrioni, ritenuti persone umane a tutti gli effetti, dotati di anima. Due apparizioni mariane riconosciute dalla Chiesa cattolica hanno a che fare con questo dogma e ne sono considerate una conferma diretta. Nel 1830 Catherine Labouré, novizia nel monastero parigino di Rue di Bac, fece coniare una medaglia (detta poi la medaglia miracolosa) che riportava le seguenti parole, da lei viste durante un’apparizione della vergine Maria (avvenuta il 27 novembre dello stesso anno): “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi”. Nel 1858, quindi quattro anni dopo la proclamazione del dogma, la veggente di Lourdes Bernadette Soubirous riferì che la Vergine si era presentata con le parole “Que soy era Immaculada Councepciou” (“Io sono l’Immacolata Concezione”, in lingua occitana). La statua della Madonna di Costantinopoli, incoronata dal Capitolo Vaticano il 25 agosto 1794, da quel tempo, fa coppia fissa nelle uscite ufficiali con l’altra preziosissima statua di san Giovan Giuseppe della Croce di uguale epoca. Insieme, per tutti gli ischitan del Borgo di Celsa, rappresentano l’insostituibile punto di rferimento della propria fede e il rifugio spirituale per ottenere con la preghiera, la grazia di Dio.
Foto di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter
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