“Oficina Do Sabor” il ristorante di Natalia Costa e Lucio Filisdeo al centro di Milano dove si balla e si mangia brasiliano e con le precauzioni contro il coronavirus
Ricette da capogiro: il tocco magico di Natalia al brasiliano churrasco, il piatto sacro della domenica che piace anche ai milanesi
Oliva Vachon è una esperta di buona cucina brasilana. I suoi consigli sono preziosi per propore i piatti tipici del buon gusto brasilero. Non è da meno la consorte dell’ischtano Lucio Filisdeo, Natalia Costa col suo libro “Brasile in Cucina” promossa sul campo “Primario” del suo accorsato ristorante milanese ove si parla e si mangia tutto brasiliano. Una caipirinha al giorno toglie il medico di torno, direbbe qualunque brasiliano, tuttavia tra una partita di calcio e un ballo di samba, la nostra conoscenza del Brasile appare spesso ristretta. Sulle note di una dolce canzone di Caetano Veloso, la Vachon racconta i 10 must della gastronomia brasiliana.
“Mi raccomando scrive Oliva, tu, gringo, durante un pranzo o una cena con brasiliani, evita di citare alcune frasi e domande stereotipate tipo le seguenti: “Sicuramente sai giocare benissimo a calcio” oppure “Scommetto che sei una ballerina con i fiocchi!”, per evitare un palla o un tacco 15 in faccia nel giro di 3 secondi. Per il resto: buon appetito! La feijoada è il piatto nazionale del Brasile, riconosciuto in tutto il mondo. Sono tantissimi gli ingredienti che la compongono, a cominciare dai fagioli neri, cavolo, carne secca, costine, salsiccia affumicata, lonza di maiale salato e tanto altro ancora. Per dare il gusto giusto alla feijoada si aggiungono zampe e orecchie di maiale che, essendo ricche in cartilagine, fanno perdurare il sapore del piatto in bocca. La feijoada migliore è quella cucinata il giorno prima. Non dimenticatevi di aggiungere uno spruzzo di cachaca per renderla unica. Come accompagnamento, non può mancare il croccante torresmo (la cotenna fritta), il couve-manteiga (parente stretto del nostro cavolo nero), scorze di arancia, un po’ di cipolla passata in padella e riso bianco.
Per il brasiliano il churrasco non è un barbecue di carne qualunque, è il piatto sacro della domenica. Il segreto è che la carne deve essere ben grassa altrimenti si secca rapidamente; il grasso deve essere color del burro e la carne deve essere condita con sale grosso solo 5 minuti prima di andare sulla brace. È accompagnata sempre dalla farina di manioca croccante farofa, e da una vinaigrette di pomodoro tagliato a cubetti, cheiro verde (una versione light del coriandolo) e cipolla cruda: una gioia per l’alito. Il filetto deve pesare 1 kg e la quantità corretta per persona è in media 500 g per gli uomini, 300 per le donne e 150 g per un bambino. Sulla griglia troverete il taglio più pregiato cotto al sangue, la picanha, salsicce, cuori di pollo e il queijo coalho, un appetitoso formaggio che scricchiola in bocca.
Uno degli street food più calorici brasiliani che trova le sue origini nel Nord-Est a Bahia, l’acarajè è un tortino dalla forma schiacciata di fagioli, olio di palma e purea di cipolle, il tutto fritto in altro olio di palma, servito aperto a metà con ripieno di gamberetti secchi e vatapà—una ricca e speziata purea di gamberetti, pane e anacardi. È ideale se mangiato appena fatto, ancora bollente e oleoso, con una spruzzata di olio al peperoncino.La coxinha è lo snack più consumato nelle strade delle varie città brasiliane, questo street food è a base di pasta di patate e pezzi di pollo lessati, fritta nell’olio bollente. Il nome deriva dalla forma tipica a coscia di pollo, nonostante si trovi anche con ripieno di granchio o di gamberetti. Questo popolare antipasto di origine portoghese si è diffuso in Brasile nel periodo dell’industrializzazione di San Paolo, inizialmente come surrogato economico delle cosce di pollo tradizionali. Grazie alla loro bontà, si sono rapidamente diffuse nel resto dello Stato di Sao Paolo, e poi in tutto il Brasile.
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