Nuovo appello per salvare il presidio giudiziario di Ischia
Anche i sindaci dell’isola verde oltre al presidente dell’associazione forense Gianpaolo Buono hanno inviato una nuova ed accorata nota al sottosegretario alla giustizia Anna Macina ed all’onorevole Andrea Caso
Un nuovo appello, l’ennesimo, nella speranza che non cada nel vuoto. Ad indirizzarlo al sottosegretario alla Giustizia Anna Macina ed all’onorevole pentastellato Andrea Caso l’Associazione Forense Isole Eolie, l’Associazione Forense Isola d’Ischia (nella persona del presidente Gianpaolo Buono) e Tribunale e Giustizia all’Isola d’Elba. La nota non porta solo le firme dei responsabili degli organismi appena citati ma anche quelle dei sindaci dei territori interessati e ha come oggetto “istanza di stabilizzazione previa eventuale ulteriore proroga delle sezioni distaccate di tribunale insulari”. Nel testo come detto si affrontano le problematiche relative ai diversi tribunali interessati da una possibile chiusura e per quanto riguarda Ischia vengono nuovamente messe al centro dell’attenzione una serie di problematiche ormai note.
UN ESERCITO DI PROCEDIMENTI E I NUMERI DELL’ISOLA
Si parte ricordando le vicissitudini che hanno portato l’isola a rischiare di trovarsi senza un presidio giudiziario poi si fa presente al sottosegretario che Ischia dispone di un palazzo di giustizia concesso in comodato gratuito dal Comune e per giunta interamente ristrutturato con i migliori standard di sicurezza. Poi vengono snocciolati i soliti numeri, partendo dalla popolazione residente che ammonta a 70.000 unità per raggiungere anche 500.000 nel periodo estivo, con una popolazione fluttuante di 4-5 milioni l’anno. E ancora un contenzioso storico di circa 8.000-10.000 procedimenti nella sola sezione distaccata tra civile, penale e lavoro al quale vanno aggiunti i 7.000 procedimenti annui che deve sobbarcarsi il giudice di pace.
L’OSTACOLO VIE DEL MARE E LA NECESSITA’ DI STABILIZZAZIONE
Poi spazio al capitolo dedicato alla questione logistica. Nella nota si rappresenta che Ischia “dista 18 miglia marine dalla terraferma, distanza che diventa siderale nel periodo invernale (da novembre a marzo-aprile), allorquando le continue mareggiate rendono pesantemente disagevole la trasferta marittima, sino a determinare, il più delle volte, la sospensione dei collegamenti con le isole del golfo di Napoli per averse condizioni meteo marine. Inoltre, il numero dei navigli disponibili è del tutto insufficiente ed inadeguato per il trasporto in terraferma della intera utenza isolana della Giustizia, e durante la stagione turistica (da aprile a novembre) quei pochi aliscafi disponibili sono sempre saturi di turisti”. A questo si aggiunge anche il fatto che sull’isola esercitano la professione circa 400 avvocati che in caso di soppressione del presidio giudiziario in molti casi potrebbero vedere a rischio il prosieguo della loro attività lavorativa.
ECCO PERCHE’ ISCHIA MERITA UN TRIBUNALE
Poi le richieste diventano precise e puntuali: “Alla luce del suo consistente carico di lavoro e dell’ampio bacino d’utenza – si legge nel documento – che, anche in considerazione della mancanza di continuità territoriale con il resto della Nazione, la rendono equiparabile ad un Tribunale di capoluogo di Provincia, o comunque ad un Tribunale cd. minore, la Sezione Distaccata di Ischia, richiede un provvedimento di definitiva stabilizzazione, come Sede Distaccata del Tribunale di Napoli sull’isola d’Ischia, se non come Tribunale dell’isola d’Ischia o delle isole di Ischia e Procida. Oltretutto, la procedura che prevedeva la trattazione delle cause di lavoro e previdenza presso le Sezioni Distaccate ripristinate ubicate nelle Isole Minori, non è mai stata più riattivata, nonostante le rispettive istanze dell’Associazione Forense Isola Ischia, del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, nonchè dei Sindaci dell’isola d’Ischia”. E sullo specifico concetto i firmatari rincarano la dose aggiungendo che “E’, dunque, auspicabile un provvedimento normativo mediante il quale di stabilisca finalmente di mantenere sine die l’Istituzione del Tribunale sull’isola di Ischia, ponendo fine ai patimenti degli isolani che chiedono di poter accedere anch’essi agevolmente al Servizio Pubblico Essenziale della Giustizia, in maniera non dissimile dal resto dei Cittadini Italiani. Per non parlare degli ingenti costi che la chiusura del Tribunale sull’isola e la trattazione delle cause a Napoli porrebbe a carico non solo del Ministero della Giustizia ma anche degli Enti Locali e dei Ministeri dell’Interno, della Difesa e delle Finanze, richiedendo il trasferimento in terraferma dei dipendenti comunali e degli agenti di polizia giudiziaria quali testimoni in molti processi, che dati i tempi di percorrenza (circa 4 ore), lascerebbero squarniti gli uffici e il presidio del territorio isolano.
L’UNEP A NAPOLI? ASSURDA IMPENNATA DI COSTI
I firmatari dell’esposto poi aggiungono: “Si è già sperimentato il trasferimento dell’UNEP a Napoli con un’impennata insopportabile dei costi delle notifiche e delle esecuzioni determinata dalle trasferte degli Ufficiali Giudiziari dalla Sede Centrale del Tribunale di Napoli all’isola ‘Ischia (per assurdo, gli stessi partivano da Ischia all’alba per andare a prendere servizio a Napoli, vidimare i registri e ritirare gli atti da notificare sull’isola, ripartivano da Napoli per venire a notificare ad Ischia, ritornavano a Napoli per depositare gli atti notificati ed, infine, rientravano alla sera sull’isola, percorrendo avanti e indietro ben 4 volte al giorno il braccio di mare tra Ischia e Napoli, con le conseguenti spese a carico dei Cittadini). A causa dei trasferimenti del personal dovuti alla precedente soppressione della Sezione Distaccata e dei pensionamenti, erano rimasti in servizio solo la Dirigente di Cancelleria nel settore civile ed una funzionaria nel settore penale, ma da qualche mese, grazie allo scorrimento dell’elenco dei vincitori dell’ultimo concorso, sono finalmente entrati in servizio, oltre ai tre assistenti giudiziari di nova nomina, anche due funzionari, sicchè la macchina giudiziaria che arrancava, e andava avanti, sebbene a singhiozzo, grazie al sacrificio di quei pochi dipendenti che svolgevano il lavoro delle 16 unità precedentemente in organico, dovrebbe migliorare la propria efficienza”.
LA RICHIESTA PROVVISORIA: NUOVA PROROGA FINO AL 31 DICEMBRE 2024
La richiesta conclusiva dei firmatari è perentoria: “Alla luce di quanto sopra, occorre adottare un provvedimento legislativo di stabilizzazione della Sezione Distaccata di Ischia, come delle altre sedi giudiziarie insulari, come da esplicita richiesta in tal senso e relative proposte di legge al vaglio del Ministero e del Parlamento, anche al fine di evitare che la precarietà, cui siamo stati abituati negli ultimi cinque anni in seguito alle mere proroghe ottenute, continui a privare il Presidio di Legalità insulare del personale necessario al suo funzionamento e ad eludere la domanda di Giustizia che oggi si perde nei meandri dei continui rinvii da parte di Giudici assegnati alla Sezione Distaccata di Ischia per brevi periodi che non consentono l’istruttoria e la definizione dei giudizi pendenti. Tuttavia, nelle more che il Parlamento si pronunci su una Riforma Organica della Geografia Giudiziaria e sulla istanza di istituzionalizzazione degli Uffici Giudiziari per le tre isole, è quanto mai necessario ed urgente prevedere almeno una nova proroga della scadenza di tali Sezioni Distaccate, indispensabili al vivere civile e democratico sui rispettivi territori insulari, che diversamente chiuderebbero alla scadenza dell’ultima proroga concessa, il 31.12.2022. Ciò posto, si chiede che, in attesa dell’auspicato provvedimento legislativo che istituisca nuovi e più funzionali Uffici Giudiziari per le isole, si proroghi il mantenimento delle Sezioni Distaccate di Ischia, Portoferraio e Lipari, almeno per altri due anni, sino al 31.12.2024”.