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Nuova scoperta archeologica, ritrovato a Lacco Ameno un muro del VI secolo a.C.

di Isabella Puca

Lacco Ameno – Una nuova sorprendente scoperta riscuote la storia dell’antica Pithekoussai. Nelle scorse settimane una équipe delle Università di Amburgo e di Francoforte, guidata da Stephan Faust e Nadine Burkhardt, grazie a un finanziamento elargito dalla fondazione Thyssen, ha scoperto, infatti, la presenza di un muro risalente al VI secolo avanti Cristo aggiungendo così un altro tassello alla storia più antica dell’isola d’Ischia. La zona interessata è quella posta alle spalle del Museo di Villa Arbusto a pochi metri da Mazzola un’altra area di scavo portata alla luce dall’archeologo Buchner negli anni ’60.  Le operazioni cominciate nel 1952 e insistettero sull’area di San Montano fino al 1961, per poi spostarsi a metà degli anni ‘60 sulla vicina collina di Monte Vico e nella contrada di Mezzavia, in località Mazzola. Fu lì che Buchner scoprì che, proprio in quella zona, sorgeva un quartiere metallurgico di almeno 500 metri quadrati; con i suoi studi individuò la presenza di alcune strutture, probabilmente legate alle officine di un bronzista e di un fabbro e, addirittura, per la lavorazione di oro e argento. Quell’area così importante fu poi riaperta nel 1998  dalla Soprintendenza Archeologica di Napoli. Nel mese di  settembre gli archeologi tedeschi si sono nuovamente interessati all’isola e, dopo diversi giorni, hanno riportato alla luce un muro in pietre di trachite squadrate inquadrabile, per una similitudine con una struttura analoga presente nella zona Mazzola, al VI secolo avanti Cristo. «Il prosieguo dello scavo potrà, una volta poste in luce tutte le strutture, suggerire un utilizzo per l’area, da anni abbandonata: potrà essere infatti destinata a Parco Archeologico, annesso al Museo, o diventare un’area a verde in grado di ospitare funzioni culturali e ricreative». È stata questa la dichiarazione che Costanza Gialanella, funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’area metropolitana di Napoli, Responsabile degli Uffici di Pozzuoli e di Ischia, ha rilasciato a Repubblica Napoli. Fu proprio lei ad annunciare, durante la conferenza stampa di Archeotour, tenutasi la scorsa estate nel centro culturale Aenaria,  che nel mese di settembre sarebbero stati ripresi gli scavi in quell’area, fino a un mese fa, lasciata completamente abbandonata. Sempre la dott.ssa Gialanella ha spiegato come proprio nella zona interessata al nuovo ritrovamento archeologico sorgesse il più antico insediamento dell’isola d’Ischia organizzato in un sistema di terrazze digradanti verso il mare proprio di fronte al fianco orientali dell’acropoli di Monte Vico. «Le ricerche – ha raccontato la Gialanella a Repubblica Napoli – avevano già messo in luce un complesso di quattro strutture realizzate con pietre di trachite locale databili al periodo compreso tra la metà dell’VIII sec. a. C. e gli inizi del VII sec. a .C.. Poi, il sito è stato completamente abbandonato durante il primo quarto del VII sec. a. C., forse a causa di una frana o di un terremoto, fatta eccezione per un’area limitata rioccupata nella prima metà del VI sec. a.C., poi di nuovo abbandonata dopo qualche decennio». La notizia del ritrovamento va a confermare una giusta intuizione di chi ha fatto sì che quell’area restasse libera; un vecchio progetto, per fortuna mai realizzatosi, voleva far sorgere in quella zona un centro congressi. L’arrivo dei fondi e gli scavi per mano tedesca hanno però confermato quanto già si sospettava, Ischia ha un suo passato davvero importante dal punto di vista culturale,  sta a noi scoprirlo, conservarlo e divulgarlo dandone la giusta importanza.

 

 

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