Diciamoci la verità, sorprese e colpi di scena sul caso della Ricostruzione di Ischia sono divenuti un must. Una cosa è certa, quello della nostra isola rappresenta senza ombra di dubbio non solo il l Cratere più piccolo ma anche quello maledettamente più complicato della Storia dei disastri italiani. Legnini ha ben individuato e compreso una serie di difficoltà, individuando anche i potenziali capri espiatori, ora la Regione, ieri l’autorità di Bacino, oggi i tecnici ed i cittadini “incapaci di presentare le pratiche”. Il commissario con la sua ordinanza speciale n. 8 , in particolare, non è stato tenero con la platea locale dei tecnici “sisma ischia”. Non del tutto a torto, ha bocciato le professionalità locali che in questi sette anni avevano contribuito ampiamente al dettare i termini, le note ed i paragrafi del disastro Ischia. Quegli stessi tecnici adesso provano a ripagare Legnini con la stessa moneta, entrando a gamba tesa sulla sua ordinanza speciale n. 8, definita un’ordinanza capace di ingessare una serie di provvedimenti.
In una lunga nota inviata al Commissario alla ricostruzione con note e rilievi hanno provato ad evidenziare tutto il loro disappunto per “Disposizioni riguardanti la programmazione e l’accelerazione della messa in sicurezza della ricostruzione privata”. Una denominazione che non è affatto garanzia del risultato. Eccone il contenuto di un testo che di fatto, attesi i risultati, nessuno ha preso in considerazione. La nota dei tecnici era stata inviata senza esito il 15 aprile mettendo in luce soprattutto il costante e periodico cambio delle colorazioni con cui viene indicato l’edificato ed il modus operandi. Nel 2023 era verde “si può ricostruire” e nel 2024 è marrone “non si può” in un gioco del “color color” che va avanti da 7 anni. Una razio di cui sfugge l’evidenza ed il dato scientifico su cui muovono le decisioni
INGIUSTA BEFFA, DOPO ANNI DI DIFFICOLTÀ E DEDIZIONE ALLA CAUSA
Per i tecnici non è colpa loro e l’indice puntato del Commissario è una “ingiusta beffa”: «On. Commissario, in via preliminare si ribadisce quanto già espresso nell’incontro tenutosi presso gli uffici della Struttura Commissariale per la Ricostruzione di Ischia in data 10 aprile c.m., in particolare la necessità di legare ricostruzione e messa in sicurezza del territorio al redigendo Piano di Ricostruzione della Regione Campania, la cui tardiva redazione ha generato, e sta tuttora generando, difficoltà oggettive, diffidenza dei cittadini e incertezza tra i professionisti impegnati nella ricostruzione. Nelle presenti note si riportano alcuni punti che il gruppo Tecnici Sisma Ischia ritiene utili per l’accelerazione della ricostruzione privata, con l’obiettivo di non creare tensioni sociali, punti che in alcuni passaggi contenuti nella Bozza di Ordinanza suonano come un’ingiusta beffa, dopo anni di difficoltà oggettive, dedizione alla causa e abnegazione nel perseguire gli obiettivi necessari per risolvere le complesse problematiche. Come detto uno dei principali obiettivi dichiarati nella Bozza di Ordinanza è l’accelerazione della presentazione delle richieste di finanziamento per la ricostruzione privata, che Le appare ingiustificatamente lenta, con motivazioni che condividiamo in parte, in quanto in una così complessa vicenda le responsabilità di tanto non possono mai essere addossate tutte ad una sola parte. Come spesso detto specifiche richieste da parte di alcuni dei soggetti coinvolti (Comune, Soprintendenza, Genio civile ecc.), apparentemente di poco conto, hanno determinato importanti rallentamenti nell’avanzamento delle pratiche. La somma di tutte queste apparenti piccole battute di arresto hanno fatto dilatare i tempi di approvazione di una pratica anche di 4 mesi oltre il previsto. Di fronte a tali ritardi, a volte incomprensibili, noi stessi siamo disorientati e sfiduciati. Né riteniamo risolutivo per il problema la “sostituzione” di uno solo dei “pezzi” del meccanismo che, ripetiamo, è talmente complesso che deve mettere tutti i soggetti coinvolti (cittadini, professionisti ed enti) di fronte alle proprie responsabilità».
IL CASO BARACCHE 1883 QUALE ESEMPIO DEL DISASTRO BUROCRATICO
«Caso emblematico che racchiude il pensiero appena detto, è la questione della demo-ricostruzione delle così dette “baracche” del 1883, che in nessun modo sono state “vincolate” dal Piano Territoriale Paesistico dell’isola d’Ischia (che invece vincola la ricostruzione dei RIONI baraccali alla redazione di “appositi piani particolareggiati finalizzati al recupero e alla riqualificazione paesistico-ambientale del tessuto edilizio ed urbano”), che la Soprintendenza continua a lasciare nell’equivoco, frapporre ostacoli, incomprensibili che disorientano, anziché perseguire una corretta e logica ricostruzione improntata alla sicurezza, al giusto investimento, alla dignità delle persone che vivono dopo 130 anni ancora in tuguri di legno marcio in condizioni igieniche e di sicurezza da terzo mondo. E’ in situazioni “al limite” di questo tipo che si innescano ritardi, frapposizioni e rendite speculative corporative» continuano i tecnici prima di avanzare le proprie proposte.
LA NUOVA MAPPA BLOCCA I PROGETTI ED I CANTIERI GIA’ AVVIATI
I tecnici avevano chiesto di valutare senza esito la possibilità di apportare alcune modifiche alla redigenda Ordinanza Speciale 8, nello specifico: “Programmazione degli interventi di ricostruzione degli edifici privati danneggiati…..” si riporta l’approvazione del “Piano-programma degli interventi di ricostruzione con l’individuazione degli edifici danneggiati…..” con definizioni e prescrizioni, che faranno parte dell’Ordinanza Speciale approvata pochi giorni fa (aprile 2024). Nel 2023 a marzo, quindi appena 1 anno fa, nelle stesse zone e per edifici diversi erano state date indicazioni completamente opposte. In sintesi, la nuova mappa blocca i progetti ed i cantieri già avviati, spiegano a chiare lettere.
«Gli edifici danneggiati vengono suddivisi in 4 categorie identificati con diverse gradazioni di colori. Su ciascun colore si potrà intervenire in tempi e con modalità diverse, fin da subito (verde), oppure in funzione dei progetti di mitigazione del rischio idrogeologico (arancione), o ancora sulla base delle previsioni delle norme di salvaguardia del Piano stralcio del PAI (giallo), o ancora previa approvazione del Piano di ricostruzione (marrone). Un anno fa è stata pubblicata una mappa del territorio di Casamicciola e Lacco Ameno (rinvenibile sul sito commissariale sismaischia.it) che riportava le colorazioni degli edifici dove si poteva intervenire (verde), edifici dove bisognava attendere l’approvazione del Piano di ricostruzione (rosso) ed edifici dove era possibile presentare le istanze di condono (arancione) e, caso per caso, valutare la procedibilità delle istanze di contributo.Allo stato molti progetti sono in corso di redazione e pronti per essere allegati alle istanze di contributo ma, con le direttive della nuova Ordinanza Speciale, molti degli edifici su cui si poteva e si stava progettando l’intervento (molti individuati nella zona del Majo), alla luce della nuova mappa, rientrano tra quelli su cui non è più possibile intervenire. Pertanto si chiede al di voler prevedere una rivisitazione dei colori, temporaneamente attribuiti nella mappa, dei fabbricati si cui si sta procedendo alla definizione delle istanze di contributo, anche al fine di evitare contenziosi che si potrebbero aprire tra cittadini, professionisti ed Enti».
in tal senso il gruppo Tecnici Sisma Ischia si rende disponibile a redigere una mappatura con i fabbricati su cui è in corso l’attività di progettazione e lo stato dell’arte dei progetti al fine di mettere a Sua disposizione uno strumento su cui fare le opportune valutazioni con gli Enti di riferimento (Autorità di Bacino e Regione Campania).
RIVEDERE LE SCADENZE PER EVITARE ULTERIRI DISAGI ALLA POPOLAZIONE
Rivedere le scadenze di presentazione delle domande di contributo con la “Disciplina dei termini delle domande….” .
La richiesta è determinata spiegano sottoscrittori del documento « dalla consapevolezza della necessità di allegare alle domande progetti ben fatti e di qualità che per le varie fasi occorrenti (analisi delle strutture e prove di laboratorio, progetto esecutivo architettonico e strutturale, computo metrico, progetto sicurezza, scelta dell’impresa, contratti d’appalto, ulteriore documentazione amministrativa richiesta) che coinvolgono diverse professionalità (geologi, laboratori di analisi strutturali, progettisti architettonici, strutturali, energetici e della sicurezza) richiedono tempi certi racchiudibili in non meno di 3 mesi dal momento in cui vi è la certezza della presentabilità della domanda. Si ritiene opportuno una riflessione circa quanto contenuto all’art. 5 “Azioni sostitutive del Commissario…” dove, prima di promuovere un intervento sostitutivo, si debba prevedere una valutazione analitica critica sui reali impedimenti che hanno determinato il ritardo nella presentazione della domanda di contributo, che in alcuni casi non possono essere addebitabili al cittadino (sospensione del CAS) o al professionista incaricato (procedura di sostituzione), ma a fattori esterni diversi come, per esempio, discipline di ricostruzione poco chiare (una per tutte, come ricostruire gli edifici baraccali con livello operativo definito L4 (massimo livello di danno NDR)?)».
DOVE PRIMA SI POTEVA RICOSTRUIRE OGGI NON SI PUO’
Vengono riscontra la seguente criticità: «La ordinanza (Ordinanza 8/2024) è in controtendenza, per certi aspetti, alle indicazioni riportate nelle precedenti Ordinanze Commissariali in quanto va a bloccare la possibilità di presentare ad oggi la richiesta di contributo per molti fabbricati per i quali, fino ad ora, poteva essere presentata. Nello specifico si chiarisce che con avviso del 30 marzo 2023, sul sito istituzionale della struttura commissariale è stata pubblicata la mappa dei fabbricati danneggiati dal sisma del 2017.La mappatura degli aggregati/edifici contiene la classificazione degli stessi in tre colori:
1. Verde: edifici per cui è possibile presentare l’istanza per la definizione della domanda di condono e l’istanza di concessione del contributo, secondo le procedure definite dall’ordinanza commissariale n. 17/2022;
2. Rosso: edifici per i quali, in attesa dell’approvazione del Piano di ricostruzione, in fase di predisposizione da parte della Regione Campania, è necessario valutare caso per caso la procedibilità sia della domanda per la definizione del condono che dell’istanza di contributo;
3. Arancione: edifici per cui è possibile presentare l’istanza per la definizione della domanda di condono, secondo le procedure definite dall’ordinanza commissariale n. 17/2022, mentre è da valutare caso per caso la procedibilità dell’istanza di contributo.
Con la nuova ordinanza n.8/2024 sembrerebbe che questo criterio sia stato totalmente stravolto e molti fabbricati della zona del Maio, via Cerlario, Via Montecito, che prima erano segnati di colore verde, non potranno chiedere piu’ il contributo fino alla definizione dei nuovi piani (Pai e Piano di ricostruzione).
«Tale situazione potrebbe portare a contenziosi (tra committenti e tecnici che hanno e stanno lavorando) per tutti quei progetti prodotti o in fase di produzione, riguardanti gli ex fabbricati di colore verde (nella vecchia planimetria del 2023) che oggi diventeranno di un altro colore; i tecnici ci stanno lavorando sulla base delle indicazioni ricevute fino ad oggi dalla struttura commissariale – scrivono i tecnici- Si chiede pertanto di non bloccare la presentazione delle istanze di contributo per tutti quei fabbricati che fino ad oggi erano segnati di colore verde e per i quali non c’erano limitazioni nella presentazione della richiesta di contributo.Tale condizione consentirebbe sicuramente la presentazione di un maggior numero di pratiche in quanto diversamente molti progetti in corso DOVREBBERO INTERROMPERSI».