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Non siamo un’isola a misura di bambino

Lacco Ameno unico comune isolano a rispettare l’obiettivo nazionale del 33% di posti in asili nido e servizi di prima infanzia. La fotografia di Openpolis. Discreta anche la percentuale di Ischia, sconfortante quella di Serrara Fontana dove il servizio è invece assente. Non entusiasma nemmeno Barano che comunque ha numeri superiori a Forio

È Lacco Ameno l’unico Comune isolano a rispettare l’obiettivo nazionale del 33% di posti in asili nido e servizi di prima infanzia. Questa la situazione fotografata dallo studio “Posti in asili nido e servizi prima infanzia per 100 residenti 0-2 anni nei comuni italiani (2022)” di Openpolis – Con i Bambini su dati Istat (Dip. Coesione per aree interne). “Il dato misura l’offerta di asili nido e di servizi integrativi per la prima infanzia, nel settore pubblico e in quello privato. Secondo lo studio tra 2021 e 2022 in Italia è cresciuta l’offerta di posti in asili nido e servizi prima infanzia. In questo periodo è infatti passata da 28 a 30 posti ogni 100 bambini con meno di 3 anni residenti in Italia. Il nostro Paese si avvicina quindi all’obiettivo del 33% fissato originariamente in sede europea, e poi codificato anche nella normativa nazionale con il decreto legislativo 65/2017. Mancano quindi 3 punti a quell’obiettivo, concordato nel consiglio europeo di Barcellona del 2002, mentre resta sullo sfondo il target da raggiungere entro il 2030. Durante la pandemia, nell’ottica di potenziare l’educazione pre-scolare, le istituzioni europee hanno infatti stabilito una nuova soglia al 45% (commisurata rispetto alla situazione di partenza del paese).

Le cause dell’avvicinamento agli obiettivi Ue sugli asili nido

Nel corso dell’ultimo decennio, è aumentata di quasi 10 punti l’offerta di posti in asili nido e servizi per la prima infanzia in rapporto alla popolazione tra 0 e 2 anni. Nel 2013, primo anno della serie storica, erano 22,5 i posti ogni 100 bambini sotto i 3 anni. Questa quota è cresciuta progressivamente di anno in anno, attestandosi su 23 posti nel biennio 2014-15 e salendo a circa 25 tra 2017 e 2018. Per poi raggiungere i 27 posti nel pre-Covid e i 28 posti del 2021. In uscita dalla pandemia, i posti disponibili sono 30 ogni 100 bambini. Una crescita di 2 punti rispetto al 2021 e di 7,5 dal 2013.

Nel 2022 obiettivo 33% sugli asili nido a 3 punti di distanza

L’aspetto che però non va trascurato è il fatto che l’avvicinamento agli obiettivi europei è l’esito di due fattori concomitanti. In primo luogo, si registra un’effettiva crescita dell’offerta tra pre e post-pandemia. Nel 2019 i posti autorizzati erano 361mila, calati a 350mila unità nel biennio 2020-21. Nel 2022 l’offerta sale a 366mila posti, il dato più alto della serie storica: +4,5% rispetto al 2021, +1,5% rispetto al periodo pre-pandemia. Ma la crescita dal rapporto posti-bambini nell’intero periodo si spiega anche con il calo dell’utenza potenziale. Agli inizi della serie storica, nel 2013-14, i residenti con meno di 3 anni in Italia erano circa 1,6 milioni. Già prima della pandemia erano scesi sotto la soglia degli 1,4 milioni. Nel 2022 sono diventati poco più di 1,2 milioni: un calo del 9% rispetto al 2019 e addirittura del 24% rispetto al 2013. Questa tendenza demografica fa sì che basti anche un aumento moderato dell’offerta per aumentare il rapporto tra posti e bambini. Potenzialmente, persino una diminuzione dell’offerta effettiva – se resta inferiore alla velocità con cui cala la popolazione minorile – basterebbe per aumentare il rapporto. Sarebbe però controproducente puntare solo su questo secondo fattore per raggiungere gli obiettivi europei. Per diverse ragioni, è necessario che continui ad essere anche la crescita effettiva dei posti a sostenere lo sforzo di avvicinamento alle soglie target. In primo luogo, perché quei target per il nostro paese sono funzionali proprio a invertire (o perlomeno rallentare) il trend di denatalità. Secondo, perché dietro un obiettivo misurato in chiave nazionale resta un paese con tanti livelli di offerta differenti. In alcuni casi, già sopra la nuova soglia del 45%. In altri, a 20 punti o più da quella precedente del 33%.

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Oltre la metà delle regioni ha raggiunto la soglia del 33% sui nidi

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Le maggiori regioni del mezzogiorno, che pure in questi anni hanno visto un incremento importante rispetto all’offerta da cui partivano, continuano a collocarsi agli ultimi posti della classifica. In particolare Calabria, con 15,7 posti ogni 100 bambini, Sicilia e Campania, con un rapporto rispettivamente del 13,9% e del 13,2%. La Puglia ha superato la soglia psicologica del 20%, così come si attestano tra 20 e 30% altre regioni del sud continentale: Basilicata, Molise e Abruzzo. Con 35,2 posti ogni 100 bambini, la Sardegna nel 2022 si colloca invece in linea con le altre regioni del centro-nord.

Il dato sull’isola: Serrara non ha asili nido, Lacco Ameno top

Lo studio di Openpolis- Con i Bambini su dati Istat (Dip. Coesione per aree interne) sui posti in asili nido e servizi prima infanzia per 100 residenti 0-2 anni nei comuni italiani mette in luce le differenze, da Comune a Comune, sull’isola di Ischia. Il dato misura l’offerta di asili nido e di servizi integrativi per la prima infanzia, nel settore pubblico e in quello privato. A Serrara Fontanao non ci sono asili nido né pubblici né privati. Per avere tali servizi bisogna spostarsi a Forio dove ci sono 14,1 posti per ogni 100 bambini, o a Casamicciola dove ci sono 14,8 posti. Meglio Barano dove ci sono 17,3 posti per ogni 100 bambini di età compresa tra gli 0 e 2 anni. Decisamente più incoraggianti i dati di Ischia e Lacco Ameno dove ci sono, rispettivamente, 22,5 e 29,3 posti per ogni 100 bambini.

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