Non si canta più
Stangata per due tifosi dell’Ischia, che vennero già denunciati all’a.g. in occasione della gara interna con la Boreale. Per il primo arriva il DASPO di cinque anni con obbligo di firma durante le gare dell’Ischia, il secondo se la “cava” col solo divieto di 2 anni per accedere alle manifestazioni sportive. Le tappe che hanno portato alla mano pesante del questore
Non si può certo parlare di fulmine a ciel sereno perché la proposta al Questore di Napoli – mittente il commissariato di polizia di Ischia, guidato dal vicequestore Ciro Re – era arrivata lo scorso 13 marzo. Ma in ogni caso ci troviamo di fronte a una vera e propria mazzata, una scure che si è abbattuta sul capo di due tifosi dell’Ischia. Si tratta di Ciro Curci e Federico Pio Lucero, che si sono visti notificare ieri mattina il provvedimento del questore di Napoli che è decisamente pesante per quanto ben differente. Il Curci si è visto rifilare un DASPO (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive) della durata di cinque anni e non è tutto: in occasione delle manifestazioni sportive sarà anche sottoposto all’obbligo di firma presso gli uffici di via delle Terme. Più “lieve” il provvedimento a carico del Lucero, che si è visto appioppare un DASPO della durata di due anni ma senza nessuna ulteriore sanzione o misura.
I fatti risalgono a un paio di mesi fa quando allo stadio Mazzella si giocò la gara tra Ischia e Boreale valida per il campionato di serie D ma occorre fare una premessa che si rivelerà determinante ai fini dell’esposizione dei fatti e dell’evolversi degli eventi. La tifoseria gialloblu negli ultimi tempi ha subito una scissione in due gruppi, denominati “Anni ‘90” e “Gente di Mare”. Quando i predetti gruppi sono stati ufficializzati e come previsto dalla prassi la direzione dell’Osservatorio Nazionale per le Manifestazioni Sportive ha scritto al commissariato di polizia di Ischia – deputata alla gestione dell’ordine pubblico sul territorio isolano – di effettuare l’iter necessario per la regolarizzazione delle tifoserie e di effettuare il necessario censimento per l’ingresso al Mazzella di megafoni e tamburi. Nella settimana che precedeva la gara incriminata che si giocò lo scorso 25 febbraio il personale a disposizione del vicequestore Re prese contatti con i responsabili dei gruppi per rammentare quelli che erano gli adempimenti da portare a compimento. Una procedura che però non viene seguita dal gruppo “Gente di Mare” che evidentemente in segno di protesta diserta il Mazzella e si “accomoda” sul tetto della palestra “Tempio del fitness”. Poi però anche questo gruppo mette a posto le carte e non a caso dalla successiva gara interna con l’Anzio accede allo stadio con tamburi e megafoni debitamente autorizzati.
Ma rimaniamo al 25 febbraio, perché quando i tutori dell’ordine chiedono di esibire la documentazione che consente di entrare al Mazzella con gli strumenti per tifare, due tifosi in particolare non l’avrebbero presa bene assumendo dei comportamenti ritenuti contra legem che finiscono inevitabilmente al vaglio degli investigatori che hanno fatto poi partire la richiesta di divieto di prendere parte ed assistere a manifestazioni sportive. Non solo, i due soggetti vengono anche denunciati in stato di libertà all’autorità giudiziaria con le accuse di violenza privata, istigazione a delinquere e invasione di terreni privati o edifici. Uno dei due avrebbe offeso le forze dell’ordine esclamando con tono ironico e saccente la frase “Sti sciem mi hanno pure perquisito”, la gravità dell’atteggiamento era anche in un passaggio della relazione della ps nella quale si leggeva: ““Durante i controlli delle FF.OO. impiegate nei servizi di pre-filtraggio ed insofferente a tali controlli creava una turbativa per l’ordine e la sicurezza pubblica invitando altri supporter della locale compagine sportive ad uscire da detto impianto per poi, unitamente agli stessi, occupare una palazzina senza alcuna autorizzazione, dalla quale iniziava ad intonare vari cori, alcuni dei quali oltraggiosi nei confronti delle FF.OO:, creando condizioni di grave pericolo in quanto molti di essi sporgevano dal tesso seguendo le fasi dell’incontro sulle tegole della copertura della palazzina stessa scavalcando il parapetto posto sul tetto dell’edificio”. Sia Curci che Lucero avevano avuto a disposizione 10 giorni per presentare le rispettive memorie difensive ed adesso potranno rivolgersi al Tar per provare a strappare la “sospensiva” in attesa che la magistratura (anche quella penale per i reati contestati e sopra descritti) si pronunci poi nel merito.