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Niente aria condizionata al Rizzoli, il Cudas denuncia

Il comitato spiega di avere trasmesso una nota all’ASL lo scorso 17 luglio ma di non aver ricevuto alcun riscontro: e così il problema permane in un problema in cui la calura è insopportabile. Chiesto l’intervento dei sei sindaci isolani

Il Cudas (Comitato Unitario per il diritto alla Salute) ha diffuso una nota nella quale si legge: “Anche oggi (ieri per chi legge, ndr) come nei giorni passati, da pazienti e familiari di degenti presso l’ospedale Rizzoli ci arrivano numerose segnalazioni, lamentele e proteste per il mancato funzionamento dell’impianto di condizionamento interno, che sta mettendo a dura prova la pazienza e la resistenza di quanti si trovano nei reparti con temperature proibitive e non certo consone a un luogo di cura. Così, mentre i mezzi di comunicazione continuano a diffondere gli appelli del Ministero della Salute ai soggetti fragili e con patologie, per metterli al riparo dagli effetti del caldo eccezionale di questo luglio infuocato, l’ospedale dell’isola d’Ischia, nel periodo più intenso e pesante della sua attività, non è in grado di garantire condizioni minime di vivibilità all’interno della struttura né ai malati nè agli operatori, costretti a svolgere il loro lavoro, tra le tante complicazioni note, anche in un clima proibitivo”.

Il racconto dell’associazione che da anni monitora lo stato di salute della sanità di casa nostra prosegue così: “Nel primo pomeriggio di lunedì 17 u.s., proprio a seguito delle prime segnalazioni verificate sulla situazione in ospedale, il Cudas aveva inviato una lettera via Pec al Direttore generale dell’Asl Na2 Nord Mario Iervolino e all’attuale Direttore sanitario del Rizzoli, facendo presenti le condizioni in ospedale per il caldo e sollecitando una urgente risposta con la riattivazione dell’impianto di condizionamento in tutti i reparti e aree del nosocomio lacchese. Dopo una settimana, non solo non si è proceduto alla risoluzione del problema, ma, con il perdurare dell’ondata di caldo, la situazione si è ulteriormente aggravata, senza che sia arrivato neppure un cenno formale di riscontro da parte dell’Asl”. Poi la conclusione del Cudas: “A questo punto, oltre ad informare la cittadinanza isolana di quanto sta accadendo nel luogo che più di ogni altro dovrebbe essere curato e protetto, a sollecitare i media a tenere alta l’attenzione su questo e sulle tematiche della sanità pubblica sull’isola, chiediamo pubblicamente anche ai Sindaci isolani di intervenire presso la dirigenza aziendale. Per quanto ci riguarda, se non arriveranno risposte serie ed efficaci ad horas – e di certo non considereremo una risposta adeguata ventilatori con o senza piantana indegni anche per una medicheria da campo – procederemo, come già anticipato nella lettera all’Asl, a iniziative di mobilitazione sul territorio a tutela dell’ospedale e del diritto alla salute degli isolani e dei turisti”.

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