CRONACAPRIMO PIANO

Niente ambulanza a bordo, nuovo braccio di ferro tra Medmar e Croce Rosa

Nella giornata di ieri è stato negato l’accesso ad un veicolo, che trasportava un paziente cardiopatico, che voleva imbarcarsi sul traghetto delle 12 che da Pozzuoli era diretto a Ischia

E’ successo nei giorni scorsi, è capitato di nuovo e ci sentiamo tranquillamente di azzardare che accadrà ancora. Perché siamo davanti ad una vicenda in cui entrambe le parti in causa ritengono di stare dalla parte della ragione. O meglio, l’una rivendica quello che ritiene essere un sacrosanto diritto, l’altra spiega che ci sono delle leggi vigenti e che le normative piaccia o meno non possono essere violate.

Ad accendere ancora una volta la “miccia” sulla patata  bollente è stata l’associazione disabili dell’isola d’Ischia che nella giornata di ieri ha presentato un esposto indirizzato alla Procura della Repubblica, alla Prefettura, all’assessorato regionale ai Trasporti, al direttore dell’ospedale Rizzoli e dell’ASL Na 2 Nord ma anche alle forze dell’ordine e per conoscenza ai sindaci dell’isola d’Ischia ed al vescovo. L’oggetto è chiaro: “Secondo mancato imbarco ambulanza con persona cardiopatica e personale sanitario su nave Medmar con partenza oggi (ieri per chi legge, ndr) 31 maggio 2019 alle ore 12 dal porto di Pozzuoli per il Porto di Ischia”.

La questione, come avrete capito, è abbastanza chiara già dall’oggetto stesso e peraltro siamo davanti anche ad un fatto che si è reiterato. Ecco cosa scrive la presidente dell’associazione, Rosa Iacono: “La sottoscritta  Iacono Lucia Rosa, legale rappresentante dell’Associazione Disabili Isola d’Ischia nonché dell’Associazione  Croce Rosa Ischia Soccorso, che  espleta servizio di trasporto infermi ed infortunati a mezzo ambulanza, da sempre impegnata a favore dei disagiati, degli infermi e dei più deboli, vi informa e denuncia che, ancora una volta, in data odierna si è verificato il mancato imbarco di un’ambulanza di questa Associazione con persona cardiopatica e personale sanitario  da parte di una nave Medmar con partenza alle ore 12,00 dal porto di Pozzuoli e diretta ad Ischia. Tale evento fa seguito a quello del 22.05.2019 segnalatovi con nostra precedente prot. n. 3666 del 23.05.2019. Tanto per i provvedimenti urgenti che intenderete adottare. Resto sempre in attesa, fiduciosa e grata nelle ISTITUZIONI e porgo distinti saluti”. La nave, per la cronaca, era la Maria Buono ma nella sostanza questo cambia ben poco nella dinamica dei fatti.

L’associazione presieduta da Rosa Iacono ha segnalato l’episodio alla Procura della Repubblica, lamentando un precedente dello scorso 22 maggio. Ma la compagnia di navigazione si appella alle normative vigenti, che impediscono la presenza di passeggeri in garage durante la navigazione

Insomma, quanto successo ieri è la cronaca di un film già visto. Ma è un problema difficile, anzi praticamente impossibile da risolvere. E la Medmar, che per quanto sia nel caso di specie così come dieci giorni orsono non ha voluto intervenire con note ufficiali sulla vicenda, Ma dalla compagnia di navigazione dei chiarimenti sono davvero arrivati e sembra di trovarsi davanti ad un problema di cui nessuno intende farsi carico. Da questa parte della barricata, dicono, non trova una giustificazione il fatto che il legale rappresentante dell’associazione denunci la Medmar, dovrebbe semmai contattare il ministero competente chiedendo una deroga rispetto ad una norma che parla chiaro e che deve essere rispettata (tra l’altro prossimamente analoga difficoltà sorgerà anche per i portavalori): la legge, infatti, prevede che durante la navigazione nessun passeggero possa restare nei garage di navi chiuse. I passeggeri possono solo transitare a nave ferma o una volta in porto, in altri momenti addirittura le porte di accesso al garage stesso devono rimanere chiuse. A riguardo c’è un decreto, il numero 25 del febbraio 2018, che non lascia dubbi a interpretazioni. Così come una recente circolare del Ministero dei Trasporti che sottolinea che “è stato segnalato a questa amministrazione il progressivo diffondersi sul mercato della formula del ‘campeggio a bordo’ su navi passeggeri ro-ro di bandiera italiana e straniera” e a riguardo risponde in maniera categorica ricordando pure una circolare che spiega come “… ai passeggeri non deve essere permesso di accedere alle seguenti aree: ponte di comando, sala macchine, aree di manovra nella zona di prua e di poppa, locali e compartimenti adibiti al carico, locali di servizio, ponti garage quando la nave è in navigazione”.

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Insomma, come avrete capito la questione è decisamente complessa, ma in un modo o nell’altro l’impressione è che bisognerebbe cominciare ad affrontarla tenendo presente anche delle esigenze di pazienti che vivendo su un’isola hanno necessariamente bisogno di salire a bordo di un traghetto e spesso sono materialmente impossibilitati – per motivi clinici o di salute – a muoversi dall’ambulanza. Forse davvero la soluzione che si lascerebbe preferire potrebbe essere quella di studiare qualche deroga da sottoporre alle autorità competenti ma una cosa è certa: il sistema migliore per fare sintesi e riuscire nell’intento appare senza dubbio quello di cercare una strategia comune e non di insistere con la politica delle denunce che fino a questo momento, invero, tra l’altro non pare aver prodotto nulla di buona. Che il calumet della pace possa portare a proposte in grado di far raggiungere la tanto agognata quadratura del cerchio.

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