Nelle campagne dell’isola si sente ancora il profumo del mosto post vendemmia emozione ed attesa dei nostri contadini per il primo assaggio del vino novello

LE CANTINE DELL’ISOLA SI PREPARANO PER ACCOGLIERE E SALUTARE IL VINO NOVELLO 2020 CON IL RITUALE BRINDISI COME AVVIENE OGNI ANNO - Le Cantine Pietratobrindisi di gruppo la tradizionale festa del vino novello comp fu fatto nel novembre dello scorso anno. Infatti, n un contesto naturalistico straordinario che sembra quasi sospeso tra la terra e il mare, in centinaia risposero all’invito dell’azienda vinicola foriana dove tutti, oltre all’assaggio di pietanze della tradizione locale, poterono assaggiare l’ottimo novello. Sia rosso che bianco. Rustici, bruschette al pomodoro e ai fagioli, rustici vari, il migliaccio, tipico dolce fatto con gli spaghettini e la classica pizza con la scarola, furono solo alcuni dei piatti che i presenti accompagnarono col novello. Ma la pietanza che ancora una volta riscosse il maggiore successo, fu senz’altro l’immancabile insalata contadina  preparata da Franco Iacono. La festa del Novello a Pietratorcia è vicinissima. Si vive in queste ore l’emozione dell’attesa

Con l’autunno ormai bene avviato, ad oltre un mese dal suo ingresso, e con l’ ora legale iniziata, si sente ancora profumo di mosto nelle campagne della nostra isola. Segno è che la vendemmia di questo anomalo anno 2020 in tutti i vigneti dell’isola verde ha FAtto bene la sua parte. Essa era annunciata con ottimismo e soddisfazione da parte di quegl appassionati contadini rimasti che onorano la terra e l’antico mestiere dei padri, con rinnovata amore, trasporto, competenza e lungimiranza, proiettando lo sguardo verso un futuro, ove la cultura contadina ad Ischia dovrà trovare conferma del suo meritato rilancio (vedi le nuove aziende agricole sorte e cantine organizzate annesse).

Il profumo del mosto al suo primo insorgere in settembre passato, già lo si avvertiva dappertutto e proviene da quei palmenti con la prima pigiatura delle uve delle varie cantine sparse sull’intero territorio campestre dell’isola, da Piano Liguori e Campagnano a Serrara Fontana e Forio, passando per Barano e Le Chianole fino alle terrazze della Borbonica sopra Lacco Ameno e Casamicciola ove, nonostante gli evidenti e tragici segni del terremoto del 21 agosto del 2017, è possibile riscoprire anche le cosiddette “Cantine povere” visitate da singoli escursionisti in proprio. Un profumo intenso che ha fatto fa da richiamo per tutti coloro che, ischitani e turisti, amano inoltrarsi nelle campagne dell’isola a ricerca delle cantine “luoghi sacri” ove nasce e si perfeziona l’antico nettare, unica vera ricchezza della propria terra di cui i nostri eroici viticultori isolani vanno fieri. C’à l’attesa carica di emozione per il vino novello, quello spillato dalla prima botte per il primo assaggio, il primo assaporamento, la prima bevuta fresca di cantina.

L’ iniziativa “Andar per Cantine” in questi giorni del post vendemmia, organizzata dalla Pro loco di Panza, a causa dell’emergenza sanitario del Corona virus, purtroppo salterà e sarà rimandata all’anno prossimo 2021. In pratica visitare le cantine significa anche essere mossi dal desiderio di voler conoscere soprattutto gli affascinati luoghi agresti con il loro patrimonio paesaggistico fatto di sentieri di campagna, dei classici muri a secco ossia le antiche e sempre attuali parracine che ne delimitano il corso, di pietre verdi ad ornamento architettonico di bizzarre costruzioni che timide si ergono tra il verde, tradizionali attrezzi del mestiere contadino che ti danno la dolce sensazione di essere entrato subito in completa sintonia con l’ambiente che ti circonda che ti cattura l’anima.

Volendo fare una debita distinzione tra cantine e cantine nell’isola d’Ischia, esistono nelle nostre campagne cantine trascurate e poco o niente visitate, con l’attività limitata alla modesta opera di vinificazione del suo titolare, e cantine valorizzate e rilanciate di case vinicole isolane, con attività di peso industriale al centro di vere e proprie tenute agricole curate, per primeggiare nel settore ed essere meta felice di entusiasti ed appassionati visitatori locali e forestieri. Diversa invece è la storia delle cosi dette “Cantine Povere” perlopiù nascoste in terreni scomodi da raggiungere, in fondo a viali sterrati e protetti da filari di antiche parracine di pietra lavica o di tufo verde, tipico dei terreni di Forio, Panza, dei Frassitelli e della falanga.

Queste cantine scavate a mano nel tufo verde con palmenti di lapillo, sono riconoscibili dall’esterno da vecchi portoni a chiusura rudimentali di legno con la parte superiore ad intreccio finestrato, per arieggiare l’interno ove il palmento è affiancato da vari attrezzi per la potatura delle viti, alcune antiche solfatrici per la somministrazione degli anticrittogamici a base di zolfo e rame ed alcune botti per la conservazione del vino novello, che in gergo i contadini del posto chiamano “carrati”. La visita alle Cantine di prima scelta, quelle attrezzate di tutto punto, sofisticate e visitate dagli escursionisti reclutati dalla Pro Loco di Panza secondo la collaudata iniziativa “Andar per Cantine” , ti portano in uno scenario di tutt’altra dimensione, attraverso un programma escursionistico di “podismo” campestre che raggiunge località di campagna della nostra isola, fra le più note e celebrate, con tappe stabilite in cantine cosi dette di prima fascia e tenute agricole. In questo Tour enogastronomico, l’impatto del visitatore con la cantina da “scoprire” e sostarvici, è decisamente soddisfacente, perchè in essa vi trova di tutto, il meglio del meglio, fra enogastronomia ed arredo. Entrando, addossato alla parete di tufo di fresca manutenzione, è possibile ammirare una vecchia credenza restaurata della nonna , riverniciata e messa a nuovo con visibile decoro.

Sul vecchio marmo di copertura, fanno bella mostra di se fiaschi di vino rosso e bianco doc, una damigiana di vetro verde appositamente impolverata per rientrare nel’atmosfera voluta dell’ambiente ed alcune bottiglie di olio puro extravergine. Poi botti di rovere di varie dimensioni, altre damigiane allineate per terra, vecchie sedie impagliate, un torchio originale ben conservato, attaccati alle pareti il classico marrazzo, una solfatrice, forbici per la potatura, canestri per vario uso ed infine, penzoloni dal soffitto ad arco di tufo ,prociutti, capocolli, piedi di porco, salami e vari piennoli di pomodori di un rosso vivo pronti per le bruschette che di lì a poco vengono servite. All’ esterno della cantina il pergolato delle meraviglie con una grossa tavola al centro dello spiazzo ricoperta di tulle le delizie alimentari che si possono gustare in una allegra e spensierata scampagnata che si rispetti. In fine il vino novello me quello vomservsto i protagonisti assoluti della tavolata serviti in limpidi calici di cristallo. Un esperienza a stretto contatto con la natura e le cose buone che offre. Col “Vino Veritas”.

Foto Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

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