CRONACAPRIMO PIANO

Nella morsa dello stalker

Al termine di un’attività di indagine lunga e laboriosa condotta dagli agenti del commissariato di polizia di Ischia, il 252enne L.M. è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare gli arresti domiciliari: è gravemente indiziato dei reati di stalking e lesioni personali nei confronti dell’ex coniuge M.D.A. All’uomo è stato anche applicato il braccialetto elettronico, la storia di un incubo patito per anni dalla vittima che non trovava il coraggio di denunciare

Una indagine lunga, minuziosa, accurata, che purtroppo conferma una volta di più come il triste fenomeno della violenza di genere sia fortemente radicato anche nella società isolana, per quanto spesso riesca a rimanere celato anche perché magari come al solito c’è sempre chi finge di non vedere. E l’ultimo episodio è di quelli davvero inequivocabili e lo testimonia in maniera eloquente, soprattutto per la reiterazione di una serie di condotte criminose. Su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli – IV Sezione Indagini – tutela fasce deboli della popolazione, gli agenti del commissariato di polizia di Ischia, guidati dal vicequestore Ciro Re – hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, a carico di un soggetto gravemente indiziato dei reati di stalking e lesioni personali nei confronti dell’ex coniuge. A finire nei guai è stato L.M, classe 1972, che ha davvero reso un incubo l’esistenza di quella che è stata la sua compagna, M.D.A., che pure per tanto, troppo tempo, ha avuto il solo torto di non volerlo denunciare alle forze dell’ordine.

La predetta misura cautelare è stata eseguita e notificata all’interessato al termine di una lunga e impegnativa attività d’indagine, condotta dal personale del Commissariato di Ischia, che ha preso spunto allorquando una giovane donna ischitana ha presentato richiesta di ammonimento, ex art. 8 D.L. 11/2009, in quanto lamentava reiterate e illegittime condotte di stalking ad opera dell’ex marito, tali da costringerla a modificare radicalmente le proprie abitudini di vita, ingenerando nella stessa il fondato e costante timore per la propria incolumità nonché un conseguente e perdurante grave stato di ansia e di paura. Nonostante l’immediato avvio del procedimento amministrativo finalizzato al “contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”, l’uomo ha continuato nelle citate condotte persecutorie, concretizzatesi sia con pedinamenti che con aggressioni verbali e fisiche, tuttavia mai denunciate dalla donna perché timorosa di incrinare i già instabili rapporti con l’ex marito. Un atteggiamento, questo, che però non ha fatto altro che contribuire ad innalzare il livello dell’escalation di violenza, che ha raggiunto il suo apice nella scorsa estate quando M.D.A. è rimasta vittima di una violenta e brutale aggressione sia verbale che fisica tanto da costringerla a fare ricorso alle cure mediche presso l’ospedale Rizzoli. Un segnale chiaro ed inequivocabile di come la situazione stesse per degenerare. “Le attività d’indagine finalizzate a cristallizzare gli eventi penalmente rilevanti – si legge in una nota diffusa da Procura e Questura di Napoli – hanno richiesto un lungo e faticoso lavoro atteso che oltre all’escussione della vittima e di altri testimoni sono stati acquisiti e analizzati documenti, files audio/video e foto risultati determinanti ad una esatta e completa ricostruzione degli eventi”.

La vicenda in questione, come si evince da una serie di atti, si trascina da tempo. Basti pensare, ad esempio, che la prima denuncia querela della persona offesa fu sporta presso la Stazione dei Carabinieri di Ischia e risale addirittura al 15 aprile 2017 per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Decisiva però è stata l’ultima denuncia sporta in commissariato lo scorso 13 agosto da M.D.A. che racconta tra l’altro che dopo la separazione abbia ottenuto la custodia dei figli e che soprattutto l’ormai ex marito non si fosse mai rassegnato alla separazione al punto tale che ogni volta che la incrociava per strada la ingiuriava con epiteti quali “zoccola, puttana” ed altre oscenità analoghe sempre profferite quando la donna si trovava da sola. Inoltre avrebbero dovuto esserle corrisposti degli alimenti mai erogati però da L.M. Oltre a ribadire le condotte suesposte che hanno condotto l’uomo a rimanere ristretto agli arresti domiciliari. Tra l’altro con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico: nonostante la misura cautelare, infatti, nell’autorità giudiziaria rimane vivo il sospetto che il 51enne possa in ogni caso allontanarsi dal luogo di dimora per poter continuare a sottoporre la ex moglie ad un calvario durato fin troppo a lungo. E sventato soltanto grazie a un lavoro certosino e instancabile da parte del personale a disposizione del vicequestore Ciro Re, capace di ricostruire una situazione oggettivamente drammatica capace di far scattare prima il codice rosso e poi l’ordinanza di custodia cautelare. Che, si spera, possa adesso ridurre M.D.A. a più miti consigli.

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