È stato presentato presso la sala Plenaria Marco Biagi del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro il V Rapporto dell’Osservatorio del Patrimonio Culturale Privato, punto di riferimento per la corretta definizione del ruolo economico, culturale e sociale del sistema degli immobili privati di interesse storico-artistico in Italia. Realizzato dalla Fondazione per la Ricerca Economica e Sociale ETS, l’Osservatorio è promosso dall’Associazione Dimore Storiche Italiane, Confagricoltura, Confedilizia e Istituto per il Credito Sportivo e Culturale S.p.A, nella speranza di fornire alle istituzioni uno strumento utile per supportare la definizione delle politiche da adottare per continuare a sostenere il patrimonio culturale privato, che solo nel 2023 ha accolto 34 milioni di visitatori, in forte crescita rispetto agli anni precedenti. Hanno preso parte alla presentazione il Presidente di ADSI Giacomo di Thiene, il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro Renato Brunetta, il Presidente della Fondazione per la Ricerca Economica e Sociale ETS Paolo Marini, ilCoordinatore dell’Osservatorio Patrimonio Culturale Privato e Condirettore Scientifico della Fondazione per la Ricerca Economica e Sociale ETS Luciano Monti, il Presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, il Vice Presidente Nazionale di Confagricoltura Giordano Emo Capodilista, il Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale S.p.A Beniamino Quintieri.
IL RAPPORTO
Il consueto Rapporto annuale sul patrimonio immobiliare storico privato, giunto quest’anno alla sua quinta edizione, oltre alla usuale panoramica sugli immobili storici privati, la loro natura, la collocazione sul territorio italiano e le attività svolte, quest’anno dedica un’apposita sezione agli investimenti nella conservazione e nella valorizzazione delle dimore storiche. Questi investimenti rappresentano un importante volano per la crescita economica: tra interventi ordinari e straordinari si stima i proprietari abbiamo speso complessivamente nel 2023 oltre 1,9 miliardi di euro, contribuendo a oltre un decimo dell’incremento del PIL Italiano per quell’anno. Importi significativi che tuttavia presentano notevoli margini di crescita se si considerano due fattori. Il primo è rappresentato dagli spazi tuttora inutilizzati delle dimore: si stima vi siano oltre ventimila immobili con spazi inutilizzati per un totale di 13,4 milioni di metri quadri non fruibili; Il secondo dagli oltre 10mila proprietari che attualmente non svolgono attività economiche nelle loro dimore, ma sarebbero interessati a farlo se avessero le disponibilità economiche per avviarle. Sommati agli attuali 19 mila proprietari che svolgono una attività produttiva strutturata (con codice ATECO) e/o occasionale, si potrebbe dunque raggiungere la soglia di 30mila operatori economici del settore.
GLI INTERVENTI
“Il V Rapporto sul Patrimonio Culturale Privato rappresenta il punto di arrivo di un lungo percorso di valorizzazione non solo del prezioso patrimonio storico e culturale delle dimore, ma anche del loro valore sociale. A questo proposito, quest’anno abbiamo scelto di aggiungere una sezione dedicata agli investimenti nella conservazione e valorizzazione del patrimonio e di avviare una riflessione sugli spazi inutilizzati delle dimore, che con i giusti investimenti potrebbero ampliare e consolidare sempre di più il ruolo del patrimonio privato come centro produttivo non delocalizzabile e indissolubilmente legato al territorio. ADSI è fiera di lavorare alla stesura di questo Rapporto insieme alla Fondazione per la Ricerca Economica e Sociale perché diffondere e promuovere la consapevolezza del patrimonio che noi come proprietari custodiamo, renderlo attuale e risorsa per la Nazione è una delle nostre principali missioni. Momenti come questo ci permettono di aprire un dialogo con le istituzioni e le parti sociali nello spirito di una sempre più proficua e costante collaborazione finalizzata alla tutela dei beni privati e del loro ruolo nel tessuto sociale, culturale ed economico del nostro Paese”. Ha affermato Giacomo di Thiene, Presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane.
“Viviamo nell’epoca delle reti ed è solo attraverso le reti che si possono intercettare e gestire i grandi cambiamenti a cui assistiamo oggi e che sconvolgono gli assetti della nostra società: quello ambientale, quello digitale e quello demografico. Chi ha una rete ha un tesoro e l’Associazione Dimore Storiche Italiane è una rete preziosa, qualificata, radicata sul territorio, comunitaria. Le dimore storiche sono parte integrante del territorio, della città, della comunità, della storia, ma anche dell’economia.
Come diceva Lord Kelvin: ciò che non si può misurare, non si può controllare e proprio per questo motivo è stato un onore ospitare al CNEL la presentazione del V rapporto dell’Osservatorio del Patrimonio Culturale. Questo rapporto è uno strumento imprescindibile per permettere alle istituzioni di dare il giusto supporto alle dimore storiche e consolidare una partnership pubblico-privato consapevole e virtuosa.” Ha dichiarato il professor Renato Brunetta, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.
“Si stima che presso oltre 19 mila imprese attive all’interno delle dimore storiche viene svolta una attività produttiva strutturata e/o occasionale. A questo importante numero di imprese bisogna aggiungere oltre 10,5 mila proprietari che hanno in programma o vorrebbero “aprire” le loro dimore, elevando così a poco meno di 30.000 gli operatori del cosiddetto “Museo diffuso” privato più grande del mondo”. Ha dichiarato il professor Luciano Monti, Coordinatore dell’Osservatorio Patrimonio Culturale Privato e Condirettore Scientifico della Fondazione per la Ricerca Economica e Sociale ETS.
“L’Osservatorio Patrimonio Culturale Privato che cura annualmente il Rapporto omonimo rappresenta uno dei tre strumenti di indagine della Fondazione per la Ricerca Economica e Sociale che presiedo, assieme all’osservatorio sulle Politiche Giovanili e l’Osservatorio Salute e Benessere e Resilienza. Vi sono due elementi che in particolare accomunano i tre Osservatori e su cui voglio soffermarmi: lo strumento di indagine quantitativo, ovvero la raccolta di dati e la realizzazione di indicatori in grado di “leggere” il territorio italiano, cogliendo specificità a livello il più granulare possibile; in secondo luogo, l’obiettivo di fornire alla politica, ai media e alla comunità scientifica elementi oggettivi e spunti di dibattito circa lo sviluppo sostenibile del nostro Paese”. Ha dichiarato il Presidente della Fondazione per la Ricerca Economica e Sociale ETS Paolo Marini.
“Dobbiamo chiederci se si stia facendo abbastanza per preservare – ciò che sarebbe il minimo da pretendere – una ricchezza che ci rende unici al mondo e di cui il Rapporto, anche quest’anno, illustra le mille potenzialità in termini di offerta culturale, di stimolo all’economia, di creazione di lavoro. Ma dobbiamo anche porci il problema, più generale, del futuro di tutti i nostri immobili, in presenza di una situazione demografica che non lascia spazio alla speranza e di difficoltà economiche diffuse. La manovra appena presentata, da questo punto di vista, ci preoccupa, per i tagli in essa previsti a un sistema di incentivi fiscali per interventi sugli immobili che era in essere da più di un quarto di secolo. Non siamo ottimisti”. Ha dichiarato Giorgio Spaziani Testa, Presidente di Confedilizia.
“Il V Rapporto sul Patrimonio Culturale Privato individua i punti di forza e di debolezza del comparto per avere una fotografia chiara delle azioni da intraprendere in futuro mettendo in luce le potenzialità di un settore in grado di contribuire allo sviluppo sociale e soprattutto economico del Paese. Per innescare meccanismi di crescita virtuosa è indispensabile assicurare al patrimonio culturale privato un’adeguata tutela, intesa come adeguato afflusso di risorse, non solo per la conservazione e il recupero delle strutture esistenti, ma anche per la trasformazione in asset class di interesse per gli investitori. Le parole chiave sono indubbiamente: tutelare, valorizzare, promuovere. Una sfida da vincere insieme”. Ha dichiarato il Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale S.p.A, Beniamino Quintieri.