«Muccino & Co, vi racconto il dietro le quinte del set allestito su al Castello Aragonese»

di Isabella Puca

Ischia – È giovanissimo, ha soli 24 anni, ma la testa ben piantata sulle spalle. Da quando ne ha 18, a causa di un grave lutto che colpì la sua famiglia, gestisce parte del Castello Aragonese, ma lo fa sotto traccia, in silenzio e in continuità rispetto a quanto gli insegnò suo padre. Parliamo di Giovanni Mattera, riservato, ben educato, ma soprattutto con le idee chiare; è stato lui a gestire i rapporti con il regista Gabriele Muccino e la produzione che a febbraio porterà nelle sale cinematografiche “A casa tutti bene”, il film le cui riprese, in questi giorni, hanno completamente invaso l’isola. Prima di approdare nel comune di Casamicciola Terme, è stato il Castello Aragonese lo speciale set scelto dal regista; per la prima volta il Castello non apparirà solo come sfondo, ma anche gli interni saranno parte del film. Le riprese si sono svolte maggiormente nella parte di Levante, ed è stato dopo aver fatto un giro in barca che Muccino rimase estasiato da quello che è il simbolo dell’isola e mandò il rappresentante della Lotus Luca Mezzaroma a parlare con Giovanni.  «È con Mezzaroma che mi trovai a parlare per primo. Mi spiegò la trama del film e mi chiese se era possibile girare alcune scene su al Castello». Sarà stato, forse, un caso, ma l’immagine scelta dalla rivista “Travel + Leisure” per indicare Ischia tra le dieci isole più belle al mondo era proprio la facciata della chiesa di Santa Maria delle Grazie, la stessa scelta da Muccino per il suo film. «Muccino – ci racconta Giovanni – è arrivato su al Castello solo in un secondo momento per i sopralluoghi. In quei giorni scelse come location la strada vecchia che conduce al Terrazzo degli Ulivi, il terrazzo e una parte del sentiero del Sole». Nei giorni scorsi, seguendo gli attori sui vari social, nel cast troviamo Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Giulia Michelini, Carolina Crescentini, Sabrina Impacciatore, Gianmarco Tognazzi, Valeria Solarino, Giampaolo Morelli, Claudia Gerini e Massimo Ghini, abbiamo notato che non hanno potuto fare a meno di pubblicare alcune tra le immagini più belle condivise proprio dal Castello Aragonese. Il mare con Capri in lontananza, i gabbiani, guardiani delle terrazze e un’alba a dir poco spettacolare. «Seguendo le riprese dal set ho potuto vedere come l’atmosfera fosse densa; seguendo la realizzazione del film  da dietro le quinte ci si rende conto quanto sia grande il lavoro anche per una scena piccola di un solo minuto, c’è un entourage di persone davvero folto. Non ho interagito molto con gli attori, ma dalla produzione sono arrivati mille complimenti per come gestiamo il Castello. Ci tenevano molto a girarlo qui, hanno pensato sin da subito fosse il luogo ideale per ciò che volevano rappresentare». E a febbraio, verso il giorno di San Valentino, il film arriverà in tutte le sale e con esso le immagini più belle dell’isola d’Ischia, un vero colpo di fortuna se si pensa a quanto siano frequentati i cinema e al fatto che Ischia aveva, oggi più che mai, dopo il terremoto del 21 agosto, bisogno di tornare alla ribalta con le sue bellezze. «Più che casa mia, il Castello Aragonese, è un patrimonio di tutti, il nostro compito è quello di preservarlo; mi piace un’espressione usata da Nicola (l’architetto Mattera, suo cugino ndr) “noi siamo  solo dei custodi temporanei”. Ci teniamo molto che venga preservato e valorizzato e questo del film, dopo il terremoto è un’occasione ancora maggiore per noi di valorizzare la nostra isola». E chi sa se dopo Muccino si moltiplicheranno le richieste di un certo livello per grossi eventi e perché no, altri film di un certo prestigio, «di richieste, – ha continuato Giovanni – ne arrivano in continuazione, ma tendiamo a mantenere un profilo alto, accettando solo quelle che riescono a non invadere troppo il Castello. Ciò che conta per noi è in primis la tutela del patrimonio; di eventi troppo grandi, che possono creare disagi anche alla visita, una delle attività principali per il Castello, non c’interessa». E se si parla di tutela del patrimonio occorre sottolineare che durante le riprese nulla è stato modificato dell’aspetto originario del Castello se non il colore di un cancello e gli interni della chiesa di Santa Maria delle Grazie che, per motivi legati alla scenografia, è diventata una Chiesa sacra.  «In passato – ci ha svelato ancora Giovanni – qualcuno ci ha chiesto di poter usufruire del Terrazzo degli ulivi andando però a incementare tutta la superfice. Ovviamente non abbiamo accettato, la tutela del patrimonio è più importante del fattore economico, e vivere quel terrazzo così come lo viveva all’epoca Vittoria Colonna ha molto più valore». L’idea di Giovanni sulla gestione del Castello è chiara e a trasmettergliela è stato suo padre venuto a mancare quando lui aveva appena 18 anni, «mi sono diplomato un anno prima che papà venisse a mancare e quell’anno iniziai a collaborare con lui. Per quanto può essere sembrata una cosa cadutami alle spalle all’improvviso, in realtà il passaggio della gestione del Castello dalle sue alle mie mani, è stato delicato. Per un anno mi ha fatto vedere tutti i meccanismi necessari per mandare avanti le varie questioni e mi ha insegnato i valori in cui oggi credo fermamente». Non solo il dovere di preservare, tutelare e valorizzare quel patrimonio rappresentato dal Castello, ma anche l’importanza dell’arte e della musica classica, entrambe oggi fanno parte della vita di Giovanni. È lui che ogni anno porta avanti le manifestazioni culturali come il concerto di inizio estate alla casa del Sole della corale Buon Pastore e quelli di musica classica; incredibile l’appuntamento svoltosi quest’estate al terrazzo degli ulivi che ha visto protagonista il pianista Christian Salerno.  Legato alla sua isola e alla sua casa, quella di Giovanni è una gestione silenziosa, ma determinata e mossa, soprattutto, da un grande amore per il sito, «apprezzo tutti i giorni quello che ho intorno, non mi sono mai abituato ai panorami che vedo da qua su, lo trovo ogni giorno emozionante. Amo ogni luogo, ogni pietra». Ciò che fu iniziato da suo padre sarà portato avanti da lui senza tralasciare le necessità dettate dal periodo storico in cui viviamo, «la mia impronta verrà nel tempo, vorrei dare più vita al castello, migliorando la visita e realizzando più eventi, rendendolo centrale con delle manifestazioni. Mi piacerebbe legare i luoghi del Castello allo sport, magari quelli legati al mare, è un connubio che credo sia vincente. Ciò che è certo è che non voglio stravolgere niente di ciò che è stato».

 

 

Exit mobile version