CULTURA & SOCIETA'

MOLTO FREDDO, MOLTO SECCO CON LIME Se interroghi il morto, il morto non risponde

di Lisa Divina

In questi giorni anche l’Isola d’Ischia si immerge nelle atmosfere di questo ponte lungo, tra sacro e profano. Intanto, nella mia testolina, emergono parallelismi sorprendenti con la situazione attuale della nostra comunità. Da una parte, queste festività ci invitano ad esplorare la nostra spiritualità e meditare sul ciclo naturale della Vita e della Morte, offrendoci inoltre un’opportunità di introspezione, facendoci riconsiderare le azioni e le virtù personali (qualora ci fossero). Dall’altra parte, facendo il resoconto della situazione attuale nel contesto sociale ischitano, si evidenzia subito il disagio che ci attanaglia, rendendoci accomodanti e infelici. Un popolo di lamentosi che non muovono un dito per cambiare la loro condizione. Molto probabilmente, invece di riflettere, sfrutteremo queste festività per avere una ragione in più per onorare l’unico vero Santo patrono ischitano: l’Aperitivo!

Ma ci si augura comunque che qualcosa accada prima o poi, o almeno un po’. Intanto, come sempre (e pare per sempre), gli ischitani si trovano a fronteggiare una serie di problemi che sembrano non trovare mai soluzione. Con 27.000 richieste di condono edilizio eternamente in sospeso e 2.000 persone senza casa e forza, la fragilità del territorio ischitano diventa sempre più una preoccupazione costante. Eppure, nonostante gli articoli ne parlino, senza contare le migliaia di famiglie interessate che seguono iter infiniti, la politica resta in silenzio. È come se, non parlando, non li vedi… La situazione è paradossale: da un lato, i cittadini lottano per far valere i propri diritti fallendo con rinvii biblici che si perdono nella folle macchina burocratica; dall’altro, le istituzioni restano mute davanti alle loro richieste. Questo silenzio assordante della politica dovrebbe essere vissuto come un insulto a chi è costretto quotidianamente nel disagio di una casa che non c’è, subisce una politica con la sindrome della First Lady e trema su un’isola che fa acqua da tutte le parti, dove ogni pezzettino potrebbe crollare da un momento all’altro. Se ci sono queste migliaia di famiglie che vogliono far rispettare i loro diritti devono vivere questo momento come un’occasione di risveglio. Non solo per fare festa, ma come punto di partenza per un cambiamento possibile. È il momento di porsi con coraggio a difesa dei propri interessi, perché se si attende il politico di turno, si rischia di fare la fine del morto: silenziosi e dimenticati.

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