CRONACA

MOLTO FREDDO, MOLTO SECCO CON LIME Le certezze invisibili dell’isola D’Ischia

di Lisa Divina

Ischia, come ogni società umana, non è immune dalle sfide sociali che affliggono l’umanità. In un mondo segnato dal moderno narcisismo, l’isola si trova di fronte alla sfida di lottare contro due mali arroganti: la vanità e l’egoismo dilaganti.

Il narcisismo insomma si trasforma anche qui in immensa e futile vanità, minando la coesione sociale e la solidarietà. Bolle che non creano dialogo ma lo sotterrano piantandoci sopra una lapide con un epitaffio d’eccezione comune: “ci ha provato credendo di riuscirci”. Per comprendere in pieno le dinamiche di Ischia, è necessario considerare il ruolo dell’ignoranza e dell’idiocrazia che si esprimono in ogni strato sociale. La gente non è cattiva, ma piuttosto idiota, nel senso che manca di spessore morale, forza di volontà, intelligenza e prospettiva. Idioti che hanno la caratteristica principale di non essere capaci di riflettere, agiscono istintivamente come animali nella stalla convinti di fare per il bene e di avere sempre ragione. Questa mancanza di riflessione e ragionamento critico ha prodotto conseguenze disastrose alla costruzione di una società consapevole e inclusiva. Un altro aspetto che influisce sul tessuto sociale isolano è la facoltà umana di imitare. La psicologia sociale riconosce l’importanza dell’imitazione per la formazione delle organizzazioni di massa, lo sviluppo dello Stato e l’ordine sociale. È l’imitazione, che include anche la suggestionabilità, la suggestione e il contagio mentale, a plasmare l’ordine sociale più della legge stessa. La legge diviene l’imitazione che porta alla perdita dell’individualità e all’assenza di critica, in compenso si formano certezze e fragilità delle convinzioni. Tutto ciò porta a riflettere sulla necessità di abbattere le ferree leggi dell’imitazione e metterne a nudo la loro fragilità. In definitiva, sull’isola d’Ischia, come in qualsiasi altra parte del mondo, tutto è vanità sotto il sole. Tuttavia, consapevoli delle sfide che si mettono davanti come macigni e delle influenze che plasmano la società, possiamo impegnarci per costruire una comunità forse più consapevole, inclusiva, più vicina a chi ne ha bisogno oltrepassando quella facciata di formalismo. Prima però dobbiamo renderci conto che, tutto sommato, anche noi facciamo un poco schifo.

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