CULTURA & SOCIETA'

MOLTO FREDDO MOLTO SECCO CON LIME La storia infinita e il vicolo stretto senza uscita

di Lisa Divina

Se pensate che le favole siano sempre storie di amore e di felicità, vi sbagliate di grosso. Esiste infatti una favola nera, una favola che racconta di una principessa bellissima e sfortunata che ha subito le peggiori violenze dai suoi pretendenti. Il suo nome è Aenaria e la sua storia è vera.

C’era una volta l’isola di Aenaria, un tempo risplendeva rigogliosa, bella come una principessa venuta da lontano. Aenaria viveva nelle sue acque cristalline nel golfo di Napoli ma lontana dalle contaminazioni della terra ferma. Un giorno Aenaria non fu più la stessa, divenne triste e depressa a causa dei suoi villaggi che si lasciarono andare all’inerzia e all’egoismo. In questa depressione si creò lo spazio per nuovi frequentatori, infatti non tutti si dimenticarono di Aenaria. Anzi, molti furono attratti dalla sua bellezza e dalla sua ricchezza e cominciarono a farle visita. Erano i suoi corteggiatori, che venivano da ogni parte della terraferma per tentare di conquistarla. Nessuno però sapeva amarla come lei meritava. La maggior parte di loro erano insistenti e subdolamente si insediarono al suo fianco, eppure lei non si concedeva a nessuno. I suoi corteggiatori non erano affatto gentiluomini. Un giorno un vasto gruppetto di questi si accordò e iniziarono ad aggredirla. Una volta, due volte, tre volte. Nessuno interveniva mentre questa aggressione si consumava su di lei. L’inerzia dei villaggi circostanti sembrava amplificare il dolore di Aenaria, trasformando la sua sofferenza in una storia di violenza e abuso. La violentarono, la saccheggiarono, la devastarono. I suoi abitanti e i suoi sudditi restarono a guardare in silenzio l’orrore del dramma. Erano complici codardi e omertosi. Non avevano la forza di ribellarsi, di protestare, di reagire. Si erano abituati a quella tortura vergognosa diventata routine. Si erano convinti che si fosse sempre fatto così. Aenaria chiedeva aiuto ma nessuno l’ascoltava. Tutti tacevano, nel peggiore dei silenzi. Nessuno le veniva in soccorso o le portava conforto, nessuno le offriva speranza. Aenaria era sola e umiliata, ormai deturpata. Era nelle grinfie dei poteri forti, che la dominavano e sfruttavano. La corruzione l’aveva raggiunta e la posseduta, gettando un’ombra oscura su questa bellissima terra, portando con sé un silenzio debilitante e un’atmosfera di repressione latente. Una storia che non finisce mai sepolta nella violenza perchè ormai si può affermare che è sempre stato così e così sarà sempre. Persino i suoi consiglieri a corte, quelli che avrebbero dovuto proteggerla e guidarla, non muovevano un dito. Anzi, erano i primi a tradirla svendendola. Aggressione dopo aggressione, invitavano nuovi corteggiatori a corte, per stringere alleanze tossiche e perpetuare la storia infinita di violenze. Non vedeva più salvezza in quel vicolo stretto senza uscita, quando persino nel disperato tentativo di salvarsi supplicando aiuto, le persone ormai negarono la violenza davanti ai loro stessi occhi. Aenaria era disperata. Le restava un’unica possibilità, la fortuna doveva volare da lei portando un eroe o magari un Re in grado di scrivere la parola “ fine” a questa storia infinita. Non le restava che attendere, forse non invano, la sua rinascita, la sua rivincita, la sua redenzione. Con resilienza poteva solo non morire nell’attesa che finisse questa storia infinita nel vicolo stretto senza uscita.

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