“God”, come cantava John Lennon. Perché un’edizione tutta dedicata al concetto di Dio?
Il festival tratta da sempre i macrotemi del pensiero. Le grandi domande legate all’esistenza umana. Dio è una questione essenziale, un interrogativo che genera una riflessione profonda sugli esseri umani. Per il festival è anche un passaggio per arrivare all’altro e all’ascolto con se stessi . Una possibilità per riferirsi a un’umanità che vuole comunicare e stare insieme, senza troppi egoismi.
Chi ha aderito a questo appello?
La potenza del Festival, la sua ricchezza, è data soprattutto dalla varietà delle voci. I conferenzieri arriveranno da tutto il mondo, con interventi in lingua inglese e italiana. Non solo accademici, anche intellettuali, giornalisti, sacerdoti, insegnanti di yoga. Alle domande classiche già elaborate dal pensiero greco, aggiungeremo interrogativi che riguardano la contemporaneità. Penso alla questione assai dibattuta sull’aborto, all’assenza di Dio, non solo alla sua presenza.
Qual è a tuo avviso il filosofo che di più e meglio ha speculato su Dio sul concetto di Dio?
Non sono imparziale, è noto. Quanto postula la morte di Dio, Nietzsche mette in campo la responsabilità umana. E tempo di metterci insieme, al contrario di quello che avviene oggi giorno soprattutto nella politica, europea e italiana.
E’ possibile un’etica pubblica senza Dio?
Il concetto di Dio regola l’etica pubblica. Fino a quando l’essere umano non riesce ad autoregolarsi, Dio diventa una presenza necessaria.
In cosa crede chi non crede? L’ateo è sempre nichilista?
Non credo. C’è sempre, in ogni uomo, un movimento di spirito che lo porta ad avvicinarsi a dimensioni di trascendenza che vanno oltre la sfera materiale. Anche credere nei valori di chi ci ha lasciato, l’altro che non c’è più. Perché Dio è la rappresentazione pura dell’altro e questo il concetto che vogliamo indagare in questa edizione del festival. Dio è un concetto etico.
Il tuo rapporto con la fede.
Contrastato. Da bambino ho vissuto tutti i passaggi di un’educazione cattolica, pur avvertendone le contraddizioni. Credere in modo così smisurato in qualcosa che non si vede mi allarmava. Quindi progressivamente mi sono allontanato. Ma sono felice che la gente creda in un Dio, se questo serve per regolare la convivenza tra popoli e individui.
Giulio Giorello, Beppe Barra, Aldo Masullo. Cosa dobbiamo aspettarci da questi tre ospiti della rassegna?
Nel corso della sua lunga attività, Giorello si è dedicato molto al tema di Dio, quindi è lecito attendersi un’esposizione filosofica di alto approfondimento. Barra rappresenta il non filosofo in costante dialogo con i filosofi, e parlerà di ispirazione divina, di comunicazione con le sfere metafisiche. Masullo è il filosofo di Napoli, una città che ospita due date del Festival. Ha 96 anni, ho lavorato con lui in più occasioni e ci tenevo molto ad averlo in questa edizione davvero speciale.