“Mio caro architetto”, così gli studenti di Forio rivelano i loro luoghi del cuore

Al Pida il progetto dell’istituto comprensivo Forio 1: dalle emozioni e dalle idee delle nuove generazioni arrivano suggerimenti su come pensare gli spazi del futuro

C’è chi sceglie un parcheggio, perché “è l’unico luogo in cui posso pattinare”, e chi la propria cameretta, invasa dai libri, chi l’orto del nonno – con un grande albero di mandarini – e chi, semplicemente, il corridoio di casa propria, “il posto in cui ho iniziato a ballare”. Specificando: “Nella mia futura abitazione desidero avere una grande sala con enormi specchi e ampi spazi per esprimermi danzando”. 

Luoghi e oggetti del cuore degli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo Forio 1 prendono vita attraverso il progetto “Mio caro architetto”, presentato nel corso della dodicesima edizione del Pida, il Premio Internazionale Ischia di Architettura, a Forio. Un progetto attraverso il quale desideri, sentimenti e aspirazioni – agli architetti – partono dalle nuove generazioni, che aprono il cuore fino a tradursi in suggerimenti per ‘ripensare’, attraverso un nuovo patto generazionale, l’isola di domani.

Giovannangelo De Angelis

Del resto gli spazi influenzano gli stati d’animo: è una verità di fronte alla quale deponiamo le armi e ci sentiamo assorti da una involontaria ricerca di spunti di riflessione: siamo ciò che abitiamo? 
Gli studenti della scuola diretta da Carmela De Vita hanno così indagato i loro luoghi del cuore insieme agli oggetti che li colonizzano e – guidati dalle docenti di arte e immagine, Alessandra Verde, Maria Lucia Di Costanzo ed Erika Formato – hanno scoperto, senza ovvietà, che i luoghi possiedono un nucleo interiore, un’anima segreta, un linguaggio decifrato. 

L’attività, tramite l’uso di fotografia e scrittura, ha offerto agli studenti un primo approccio all’architettura. Gli studenti hanno utilizzato tecniche fotografiche di base e uno smartphone per raccontare il loro legame emotivo con luoghi e oggetti. L’indicazione è stata quella di collocare un oggetto significativo in un luogo specifico. 

Così, di fronte alle suggestioni dei giorni del Pida – in cui architetti, ingegneri ed altri esperti hanno dibattuto sulle capacità delle città di aprirsi al futuro – i giovanissimi studenti delle terze medie della scuola di Forio hanno dimostrato di volersi riappropriare di “Futura”, una città ancora invisibile -certo – ma sicuramente possibile e piena di “spazi” per sognare. 

Tra gli scatti, ecco allora un paio di scarpe da danza con le punte deposte sul tappeto con aria stanca, un pianoforte su cui siedono in uso le mani di un giovane musicista, una colazione, un innaffiatoio incastrato tra i rami di un albero. Fino a frasi che sintetizzano, mirabilmente, l’obiettivo del progetto: “Ti chiedo, caro architetto, un luogo in cui sentirmi al sicuro con ampi spazi per sognare e soprattutto dove la mia personalità non sia compressa: ti chiedo uno spazio immenso dove io possa essere io solo”.

Dare voce ai giovani studenti di Forio ci ha mostrato quanto anche noi professionisti possiamo e dobbiamo imparare dal loro modo di vedere il mondo e siamo orgogliosi di averlo fatto nei giorni in cui Ischia è stata la capitale dell’architettura nazionale e internazionale”, ha sottolineato il presidente del Premio Internazionale Ischia di Architettura (Pida), Giovannangelo De Angelis. Il Premio Internazionale Ischia di Architettura (PIDA) è stato realizzato con il contributo della Regione Campania – Direzione Generale Governo del Territorio e con il sostegno dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Napoli e del Comune di Forio. Gold sponsor Isopan e Mapei. La dodicesima edizione ha visto, tra l’altro, la premiazione dell’archistar Benedetta Tagliabue.

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