Gianluca Castagna | Casamicciola Terme – Alle 9 del mattino sono tutti a Casamicciola, in via Principessa Margherita, davanti alla sede storica della loro scuola. Il plesso che ospitava l’Istituto Tecnico “E. Mattei” è chiuso dalla sera del 21 agosto, ma centinaia di studenti sono ora determinati a farlo riaprire a dispetto della burocrazia e dell’immobilismo della Città Metropolitana.
Dall’avvio del nuovo anno scolastico, una comunità di circa 600 ragazzi è ospite a Lacco Ameno, nell’ex sede del Liceo Scientifico. Senza laboratori, senza palestra e soprattutto in regime di doppi turni. Una condizione che non accettano più senza avere una prospettiva certa in ordine al rientro nella loro vecchia sede. Gli studenti del Mattei sono dunque scesi in strada per manifestare. I primi, sull’isola, a mettere il cappello su una protesta più generale che riguarda l’intero patrimonio immobiliare scolastico dell’isola d’Ischia, già precario di suo, oggi in gran parte compromesso dal sisma che ha colpito soprattutto i comuni di Casamicciola e Lacco Ameno.
Una risposta positiva, dunque, a un attendismo snervante che ha visto rimandare di mese in mese la ripresa dei lavori all’interno della struttura. Non ci sono soldi, dice la Città Metropolitana. Gli studenti però non ci stanno e finalmente fanno sentire la loro voce, un messaggio di vitalità apprezzato anche da chi non ne condivide la forma e le motivazioni. Al silenzio dei giovani non corrisponde mai una scuola migliore, ma una perdita di confronto, una chiusura verso l’esterno che coincide con una progressiva caduta del sistema di istruzione pubblico ritenuto, al di là della capacità di rispondere con tempestività all’emergenza, come inadeguato e scollato dai bisogni dei ragazzi come dalle sfide che li attendono nel futuro.
Richieste chiare, precise, ragionevoli. Gridate a gran voce nel corteo che scende composto in piazza Marina, fissate negli striscioni che campeggiano davanti al COM (ormai sede del Comune) e che in fondo sintetizzano questioni centrali per tutti: il ritorno alla normalità, il diritto allo studio, il ruolo della scuola nella società della conoscenza e dell’informazione globale, la capacità di un territorio, e della sua comunità, di investire nel futuro delle nuove generazioni e far diventare la formazione e la ricerca componenti dello sviluppo dei giovani.
«La nostra protesta – spiega lo studente Dario Zabatta – vuole rappresentare una forte presa di posizione nei confronti della situazione di attesa in cui ci troviamo da troppo tempo. Sono mesi che la scuola è chiusa e noi vogliamo ritornare nella nostra sede. Fare i doppi turni non può durare a lungo, la didattica risulta compromessa inevitabilmente, per noi che stiamo in quinta e che dobbiamo sostenere un esame di maturità è ancora più complicato. Questo corteo manifesta contro la lentezza della Provincia, sono loro che devono provvedere a sistemare l’immobile, che – come ci è stato più volte assicurato – non ha riportato danni strutturali ma necessita di determinati lavori. E’ da settimane che attendiamo un gesto, non possono nascondersi dietro l’alibi della mancanza di fondi perché noi non possiamo più continuare così. Il preside Siciliano oggi non è in piazza, ma è dalla nostra parte. Come lo sono i professori».
«Siamo a conoscenza della riunione in Città Metropolitana e sappiamo che i fondi sono stati stanziati – continua Zabatta – ma vogliamo che i lavori comincino nei fatti. Quella è una risposta convincente. Così non possiamo andare avanti, né vogliamo restare ostaggio della burocrazia e dei suoi tempi. Non si tratta solo dei doppi turni. Senza laboratori non possiamo fare nulla. Come fanno gli studenti dell’indirizzo informatico a seguire una didattica adeguata senza computer? La sede di Lacco Ameno che ci ospita è sprovvista di tutto: nessun laboratorio di chimica, ragioneria, nessun laboratorio per i geometri».
Manca, in generale, la consapevolezza dell’istruzione come il più importante investimento civile e sociale del nostro tempo. «Scendiamo in piazza per stimolare l’attenzione sulla nostra scuola» conferma Chiara Muscatello, studentessa di quarta, ex rappresentante di classe e coordinatrice dei servizi Eav di alternanza scuola lavoro. «La situazione è critica, non vediamo sbocchi e siamo seriamente preoccupati per l’attività didattica che, a queste condizioni, risulta fortemente compromessa. Entrare alle due e uscire anche alle sette di sera è tosta: non riusciamo a studiare, torniamo a casa la sera stanchi, non tutti riescono o vogliono svegliarsi presto, in mattinata le ore a disposizione sono poche. Per chi abita lontano, costretto a prendere i mezzi pubblici, tutto diventa più difficile. Stiamo aspettando da troppo tempo che comincino i lavori, li aspettiamo noi come i nostri docenti. Hanno capito la delicata situazione ma è chiaro che il programma scolastico deve andare avanti come di consueto, ecco perchè condividono tutti i disagi che i doppi turni e la mancanza di un’attività laboratoriale, particolarmente importante negli istituti tecnici, comportano. Stringiamo ancora i denti – conclude Chiara – ma adesso esigiamo una risoluzione in tempi brevi, perché cominciamo a non farcela più».
A metà mattinata una delegazione di studenti è stata ricevuta dal sindaco di Casamicciola Giovan Battista Castagna e dal sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale. «Il nostro interesse – ha spiegato Castagna – è iniziare una vita ordinaria per tutta la comunità scolastica, abbiamo fatto di tutto per garantire l’avvio dell’anno scolastico, nemmeno a noi piacciono i doppi turni e comprendiamo le difficoltà di tutte le categorie. Sappiamo che il Miur si sta muovendo, i fondi sono stati stanziati, siamo in attesa venga approvato l’intervento dopodiché la Città Metropolitana comincerà i lavori. Non mi piace dare una scadenza, il mio impegno è che i tempi siano i più brevi possibili. Ai ragazzi dico di stare tranquilli perché siamo sulla strada giusta: continueremo incessantemente il pressing e vigileremo affinché i tempi siano celeri, in tutti i sensi».
L’assemblea pubblica degli studenti si scioglie a mezzogiorno. «I sindaci Castagna e Pascale ci hanno spiegato l’iter» dichiarano i giovani delegati. «I soldi dovrebbero arrivare in questi giorni, la Città Metropolitana potrà dunque avviare i lavori che dovrebbero concludersi a fine anno. Per ora aspettiamo che comincino davvero e speriamo bene. La nostra attenzione sulla questione non diminuirà. Anzi, ci riuniremo presto con il sindaco e il Preside prof. Siciliano per fare da stimolo e sollecitazione. La nostra lotta per ritornare a casa non finisce qua».