Mario Savio: «Forio non è allo sbando», poi promuove Pascale e… Salvini
Intervista con il vicesindaco di Forio, che illustra l’ampio programma di opere pubbliche che cambieranno il volto del paese e riflette sulle difficoltà che la pandemia ha inflitto al turismo locale
È una stagione difficile per l’isola, quella post covid, e l’inverno promette di essere ancora peggio. I venti di crisi soffiano forte, come se ne esce?
«La crisi è davvero globale, visto che coinvolge non solo l’Europa,ma anche Stati Uniti, Cina, e diverse altre zone del mondo. Noi ci attendiamo dallo Stato il varo di provvedimenti che possano dare almeno un po’ di respiro alle piccole e medie aziende fino alla primavera 2021. Tuttavia, da alcune dichiarazioni del premier Conte, mi sembra che ci sia molto fumo e poca sostanza in merito a diversi provvedimenti. La realtà è che le imprese sono in sofferenza e che i lavoratori stagionali hanno seri problemi, non riuscendo a lavorare per un numero di mesi sufficiente a far fronte all’inverso successivo. C’è dunque la concreta possibilità che da ottobre fino a marzo i circa 12mila addetti del settore non possano nemmeno più percepire un sussidio di disoccupazione, col rischio di non poter nemmeno mettere il piatto in tavola. Dunque andiamo incontro a un autunno davvero “caldo”, visti i problemi che il Governo di fatto non ha ancora affrontato. Nei giorni scorsi il sindaco Del Deo è stato a Roma proprio per protestare contro la passività dell’esecutivo e sensibilizzarlo sul problema, che è molto grave: quindi confidiamo in risposte finalmente concrete nei confronti dei lavoratori isolani».
In che cosa la seconda maggioranza di Del Deo è diversa rispetto a quella del primo mandato?
«Sicuramente quella attuale è una maggioranza molto più compatta. Durante la precedente consiliatura, c’erano diversi consiglieri che pensavano che la politica la si potesse fare dalla propria abitazione. Invece per fare politica bisogna essere presenti, allo scopo di affrontare i problemi dei cittadini e del paese. L’attuale maggioranza, al contrario, come ho detto è molto più compatta, più coesa, con i consiglieri molto più presenti in municipio, molto più partecipi alle iniziative dell’amministrazione nella risoluzione dei problemi».
Si avvicinano le elezioni regionali, cosa ci si può aspettare dalla sfida tra Caldoro e De Luca?
«In questi cinque anni, De Luca ha confermato il suo valore e le sue capacità sia in campo amministrativo sia in campo politico, perché tutto si può dire, tranne che De Luca sia del Partito democratico. È un personaggio che ispira fiducia. Caldoro ha già fatto un’esperienza alla guida della Regione, a partire dal 2008, e credo si possa dire che tale esperienza fu piuttosto fallimentare. Oggi si presenta con alcune idee nuove, tuttavia non vedo in Caldoro la possibilità di dare qualcosa che non abbia dato negli anni scorsi. Dunque, credo che sarà De Luca a vincere e che potrà dare ancora qualcosa alla Regione Campania, come ha già dimostrato in questi anni».
Grazie ad una serie di interventi sul nostro giornale, si è riacceso il dibattito sui condoni. Cosa va fatto secondo Lei per chiudere questa pagina nera di storia isolana?
«Su questo tema condivido la posizione di Salvini, rispetto a quella di De Luca. Il primo guarda alle esigenze del cittadino: non si può pensare che per istanze di sanatoria inoltrate ai sensi delle leggi del 1985 o 1994 si possano adottare provvedimenti di abbattimento. È impensabile che ad una famiglia venga sottratta la casa, che è un bene di prima necessità. I “grandi abusi” sull’isola non ci sono, oppure sono pochissimi. Invece lasciando via libera agli abbattimenti si creerebbe un dramma sociale di dimensioni enormi che si ripercuoterebbe non solo a livello comunale, ma anche provinciale e regionale. Dove andrebbero ad abitare tutte quelle famiglie a cui si vorrebbe buttar giù la casa? Si innescherebbe un problema non solo sociale, ma anche economico, che si andrebbe ad innestare sui gravi problemi provocati dall’emergenza sanitaria da covid-19 e dalla successiva pesante recessione economica a livello nazionale. A livello isolano il meccanismo sarebbe ancor più nefasto. Dunque condivido il pensiero di Salvini quando dice che bisogna varare un condono per le abitazioni di prima necessità, per tutelare famiglie e persone che da decenni vivono nell’unica casa che hanno, in una situazione di fatto consolidata, e che ora rischiano di vedersela abbattuta. Si tratta di cittadini che hanno già pagato cifre notevoli per chiedere la sanatoria, e lo Stato deve stare dalla parte dei cittadini».
Non sono mancate polemiche, ombre e sospetti sul nuovo appalto n.u., cosa risponde?
«Le dico sinceramente che ad oggi non so cosa sia successo. Io ho piena fiducia nei confronti del dottor Rando e di tutti i componenti della commissione, perché sono persone serie, esperte. Mi è stato detto che si sono presentate soltanto due ditte. Per il resto non conosco i particolari. So che la procedura è stata eseguita due volte: la prima volta è stata sospesa, poi è stata rimodulata e nuovamente varata. Tutte le ditte a livello europeo avevano la possibilità di partecipare, se avessero voluto».
La minoranza parla di un paese mai così abbandonato a se stesso.
«La minoranza deve sostenere il suo ruolo, che è quello di cercare di pungolare la maggioranza a fare determinate cose per il paese. Per smentire la narrazione dell’opposizione, potrei farle un sintetico elenco delle opere pubbliche in via di realizzazione…».
Prego.
«Dietro al Molo Borbonico, che abbiamo riqualificato dopo mezzo secolo di abbandono, abbiamo iniziato a definire la sistemazione del piazzale retrostante: i lavori procedono e ci teniamo molto a dare una bella e adeguata destinazione a quell’area. Nell’autunno scorso abbiamo ottenuto dei finanziamenti pari a circa 20 milioni di euro: la metà di essi provengono dalla Regione e sono destinati alla messa in sicurezza dell’intera area portuale. Anche in questo caso si tratta di lavori che diversi decenni attendevano di essere compiuti. Stiamo lavorando molto anche alla sistemazione della zona dove sorge il Palazzetto dello Sport, così come stiamo ridefinendo l’incanalamento delle acque bianche da Santa Lucia al mare, eliminando gli incanalamenti di acque nere che finivano nell’antico alveo naturale tombato: in tal modo l’alveo accoglierà solo le acque bianche, che giungono a partire da Santa Maria al Monte.
A ottobre partirà il secondo lotto per il convogliamento delle acque bianche da Panza fino al Cuotto, evitando gli allagamenti che si verificavano in zona. A giorni stipuleremo la convenzione con la Città Metropolitana per i lavori alla passeggiata di Citara, così come è imminente il totale rifacimento degli edifici degli spogliatoi al Campo Sportivo di Panza. A ottobre inizieranno i lavori al Piazzale Cristoforo Colombo, davanti al bar La Lucciola per intenderci: sarà riqualificata l’intera area arrivando in corrispondenza del ristorante Bella Napoli, e in tal modo la zona d’ingresso nel paese cambierà completamente. Siamo anche in procinto di utilizzare un finanziamento per il rifacimento del manto stradale: stiamo solo aspettando che l’Enel concluda alcuni lavori verso Citara, per evitare di intralciarci a vicenda e creare gravi problemi alla circolazione stradale, ma è questione di giorni. A via Spadara verso la Borbonica stiamo sistemando la fognatura, mentre procede la gara d’appalto per quattrocento loculi al cimitero, e anche in tal caso i lavori partiranno in autunno. Un altro lavoro riguarda la riqualificazione del Municipio storico: il piano terra è già stato sistemato, abbiamo ottenuto un altro finanziamento anche per la facciata ad ovest verso la chiesa del Soccorso, mentre il rifacimento della sala consiliare è già a buon punto. Si arriverà quindi alla totale sistemazione dello storico edificio, che da vent’anni attendeva tale intervento.
Le scuole?
«Sì, abbiamo ottenuto un finanziamento per la sistemazione della scuola D’Abundo di Panza: relativamente a tale struttura c’era già un vecchio progetto, rimasto sulla carta, ma adesso noi abbiamo ricevuto 3 milioni e 300mila euro dal fondo post sisma per la sistemazione dell’auditorium. Si tratta di un’opera rimasta in lista d’attesa dal 200: da allora nessuno aveva pensato a cercare di ottenere il relativo finanziamento, che invece adesso l’amministrazione è riuscita a farsi assegnare».
È ancora presto ma in questa maggioranza chi può raccogliere l’eredità del sindaco Del Deo? E Savio si sentirebbe pronto?
«Non è questione di sentirsi pronti. Noi siamo una squadra, e al momento opportuno si deciderà insieme chi succederà al sindaco come candidato alla guida del paese, ma sicuramente sarà qualcuno che adesso fa parte della squadra che oggi siede sia in consiglio comunale sia in giunta. Dunque non ci saranno problemi: Mario Savio potrà anche ricoprire la carica di consigliere comunale e appoggiare le decisioni del gruppo, perché non ho ambizioni tali da voler per forza impormi come candidato sindaco. Io resto a disposizione della compagine guidata dal sindaco Del Deo».
A settembre si vota anche a Lacco Ameno, cosa prevede nello scontro Pascale-De Siano?
«Io mi auguro che a Lacco Ameno vinca Giacomo Pascale: in questi anni abbiamo avuto modo diverse volte di confrontarci e di collaborare insieme. Lo considero un amico ed è una persona che ispira fiducia anche ai cittadini lacchesi. Forio e Lacco sono paesi “cugini” tra loro, vista la stretta connessione data dai territori limitrofi, e spero vivamente che Giacomo possa farcela nei confronti di De Siano. Non è solo un fatto di valore politico, ma anche di spessore umano. Pascale si è trovato in mezzo a diverse difficoltà, a partire dal dissesto finanziario per poi affrontare il dramma del sisma, ed è riuscito a ottenere grandi risultati, anche con la nostra collaborazione: all’inizio a Lacco c’era grande carenza di dipendenti, poi è arrivato il terremoto. Quindi Pascale ha saputo affrontare e gestire al meglio sia la gestione ordinaria, che quella straordinaria: Giacomo è una persona molto valida, e spero che i lacchesi gli diano fiducia anche questa volta».
Chiudiamo con una riflessione: secondo Lei cosa ci hanno insegnato pandemia e lockdown?
«Penso che a volte dalle esperienze negative si possano trarre elementi positivi. Gli italiani nel complesso si sono comportati molto bene, data la complessità del momento, e hanno dato dimostrazione di notevole civiltà. Tuttavia, come dicevo prima, c’è molto da fare, e in certi casi le polemiche non sono produttive ai fini della ricerca di soluzioni. È fondamentale avere degli obiettivi, allestire un progetto, e ognuno deve fare la sua parte nell’interesse del Paese».